RPI expert helps illuminate issue of Jeep headlight safety

– RPI expert helps illuminate issue of Jeep headlight safety.

Q: Are there any regulations about how far apart automobile headlights should be? Several times during heavy fog or snow, a vehicle with its headlights on has appeared to me to be much farther away than it actually was because the headlights were mounted so close together.

I have noticed this problem specifically with Jeeps. This seems dangerous.

— Paul Huey, Cohoes

A: We are fortunate to have experts on such matters locally at RPIs Lighting Research Center in Troy, where adjunct Assistant Professor John D. Bullough confirms your impressions about Jeeps.

The part of the federal code that contains headlight regulations states only that headlights should be as far apart as practicable, Bullough told us. Because some Jeeps have external front-wheel fenders, there is less distance on the front of the vehicle to separate the headlights.

It also makes sense that you have difficulty gauging the distance of those vehicles with close-set headlights, no matter what the weather is like.

Research from the University of Granada in Spain showed that people do tend to misestimate the vehicle distances for vehicles with closely or distantly spaced headlights in clear weather at night, Bullough said. Fog or snow will certainly complicate things further.

Bullough said center researchers are not aware of any relationship between closely-spaced headlights and crashes, but that does not mean there couldnt be.

He suggested that you might want to submit a complaint to the U.S. Department of Transportations National Highway Traffic Safety Administration, which might investigate further. He cautioned that it will likely be necessary to submit a lot of specific information about make, model and year, but if you are willing, this is the Web address: http://www-odi.nhtsa.dot.gov/ivoq/.

If you are into learning more about federal transportation safety programs in general, you also can access that complaint form through a simpler Web address operated by NHTSA: http://www.safercar.gov/

That site also has information about crash test and rollover ratings, safe driving advice and a database of recalls.

Q: I work on Tech Valley Drive in East Greenbush, and traffic usually is backed up when I leave the office. The worst back-ups occur on Fridays, slightly after 5 p.m. The delay begins where Mannix Road meets Route 4, and cars line up on both Mannix Road and Tech Valley Drive.

About a year ago, there was talk of putting a traffic circle where Mannix Road and Route 4 intersect. Another solution may be installing an I-90 on-ramp directly from Tech Valley Drive, since part of it is only a few yards from the highway.

Please let us know if any plans are being made to alleviate the congestion in this area.

— Kathy Kelly, Watervliet

A: Weve received several inquiries in recent weeks about traffic congestion at various points on Route 4 in Rensselaer County. We cant respond to them all, but well deal with one this week.

State Department of Transportation spokesman Peter Van Keuren says that town officials, the developer of the East Greenbush Technology Park and the staff at DOT all are aware of the traffic problems near Tech Valley Drive.
Descargar


Salute: olio extravergine oliva alleato contro malattie degenerative

– Salute: Olio Extravergine Oliva Alleato Contro Malattie Degenerative.

E ricco di polifenoli, antiossidanti naturali che combattono linvecchiamento delle cellule. E aiuta a prevenire, di conseguenza, osteoporosi e altre malattie degenerative, compreso il temutissimo cancro. Lennesima conferma che riconosce allolio extravergine doliva il merito di essere un innegabile toccasana della salute arriva dalla Spagna, dove uno studio guidato dalluniversità di Granada ne ha evidenziato le proprietà benefiche.

In particolare, passando in rassegna 15 diverse tipologie di olio extravergine, i ricercatori hanno dimostrato come questo prodotto, indiscusso principe della dieta mediterranea, sia estremamente ricco di polifenoli. E queste sostanze – assicurano Alberto Fernandez Gutierrez e Antonio Segura Carretero, a capo della ricerca – aiutano a combattere gli ossidanti che innescano la malattie degenerative.

Prima di realizzare la caratterizzazione dellolio extravergine doliva, lequipe di Granada aveva già effettuato studi analoghi su miele, birra e propoli.
Descargar


Salute: Olio Extravergine Oliva Alleato Contro Malattie Degenerative

– Salute: Olio Extravergine Oliva Alleato Contro Malattie Degenerative.

E ricco di polifenoli, antiossidanti naturali che combattono linvecchiamento delle cellule. E aiuta a prevenire, di conseguenza, osteoporosi e altre malattie degenerative, compreso il temutissimo cancro. Lennesima conferma che riconosce allolio extravergine doliva il merito di essere un innegabile toccasana della salute arriva dalla Spagna, dove uno studio guidato dalluniversità di Granada ne ha evidenziato le proprietà benefiche.

In particolare, passando in rassegna 15 diverse tipologie di olio extravergine, i ricercatori hanno dimostrato come questo prodotto, indiscusso principe della dieta mediterranea, sia estremamente ricco di polifenoli. E queste sostanze – assicurano Alberto Fernandez Gutierrez e Antonio Segura Carretero, a capo della ricerca – aiutano a combattere gli ossidanti che innescano la malattie degenerative.

Prima di realizzare la caratterizzazione dellolio extravergine doliva, lequipe di Granada aveva già effettuato studi analoghi su miele, birra e propoli.
Descargar


Olio e salute, un binomio infallibile

– Olio e salute, un binomio infallibile.

Anche dalla Spagna conferme sulle proprietà salutistiche dellextra vergine doliva.

Ericco di polifenoli, antiossidanti naturali che combattono linvecchiamento delle cellule. E aiuta a prevenire, di conseguenza, osteoporosi e altre malattie degenerative, compreso il temutissimo cancro.

Lennesima conferma che riconosce allolio extravergine doliva il merito di essere un innegabile toccasana della salute arriva dalla Spagna, dove uno studio guidato dalluniversità di Granada ne ha evidenziato le proprietà benefiche.

In particolare, passando in rassegna 15 diverse tipologie di olio extravergine, i ricercatori hanno dimostrato come questo prodotto, indiscusso principe della dieta mediterranea, sia estremamente ricco di polifenoli.

E queste sostanze – assicurano Alberto Fernandez Gutierrez e Antonio Segura Carretero, a capo della ricerca – aiutano a combattere gli ossidanti che innescano la malattie degenerative.
Descargar


Il DDT non si «lava» più via dal corpo umano

– Il DDT non si lava più via dal corpo umano.

Una ricerca spagnola dal vivo trova la presenza di sostanze inquinanti nella totalità dei campioni esaminati

L’inquinamento non dà tregua, ti colpisce e lascia tracce qualunque cosa tu faccia e praticamente per sempre.

Alcuni ricercatori del Dipartimento di Radiologia e Fisica Sanitaria dell’Università di Granada (Spagna) hanno condotto unindagine su quasi quattrocento adulti di entrambi i sessi, provenienti da un’area urbana e da una semi-rurale.

Lo scopo della ricerca era cercare di capire quanto siamo esposti alle sostanze dannose che si accumulano nellambiente. E per quanto tempo continuiamo ad esserlo, dopo che lutilizzo dei composti è cessato.

I volontari, pazienti ricoverati per interventi chirurgici, hanno acconsentito a un prelievo di tessuto adiposo, nel quale tendono ad accumularsi i composti organici persistenti (Poc). Si tratta di sostanze classificate a livello internazionale come potenzialmente dannose per la salute, che entrano nellorganismo attraverso il cibo, l’acqua e perfino l’aria, e che si accumulano soprattutto nei grassi.
I pazienti hanno anche compilato questionari sulle abitudini di vita e il tipo di dieta seguita, per consentire ai ricercatori di studiare l’importanza di questi fattori sul bio-accumulo delle sostanze dannose.

Gli autori dello studio hanno analizzato i campioni di tessuti per sei differenti tipi di Pos: il Dde (diclorodifenildicloroetilene), un composto derivato dalla degradazione ambientale del noto pesticida Ddt oggi abolito, il funghicida esaclorobenzene, tre diversi tipi di Pcb (policloro-bifenili), utilizzati nellindustria, e linsetticida esaclorocicloesano.
Le analisi hanno rivelato che il Dde è presente in tutti i pazienti, mentre gli altri composti sono stati trovati in una percentuale di casi compresa tra l84 e il 92%.

Nelle donne e negli anziani sono stati riscontrati livelli di contaminazione più elevati rispetto agli uomini e ai volontari più giovani. Secondo gli autori, l’accumulo nelle persone più anziane può essere spiegato con la prolungata esposizione a questi agenti, anche in periodi in cui se ne faceva un uso incontrollato.
Per gli altri casi invece la dieta sembra essere un fattore determinante, in quanto il consumo di alimenti di origine animale, specialmente ad alto contenuto di grassi, porta a un’elevata presenza di questi composti nell’organismo.

Descargar


Un 35% de las mujeres mayores de 75 años en Andalucía viven solas, frente a un 15% de hombres

– Un 35% de las mujeres mayores de 75 años en Andalucía viven solas, frente a un 15% de hombres.

Una investigación realizada por profesores de la Universidad de Granada apunta que en la comunidad la inmensa mayoría de los habitantes de 65 o más años de edad permanecen en su propia casa.

El 45,61% de las mujeres andaluzas de 65 o más años son viudas, mientras que sólo un 13% de hombres comparte este estado

Un 35 por ciento de las mujeres mayores de 75 años viven solas en la comunidad autónoma andaluza, frente a un 15 por ciento de hombres, según señala el estudio La situación social de los mayores en Andalucía, elaborado por los profesores de la Universidad de Granada Antonio Trinidad Requena y Juan López Doblas y publicado por el Centro de Estudios Andaluces.

Dicha investigación, apunta que en Andalucía, la inmensa mayoría de los habitantes de 65 o más años de edad viven en su propia casa. Concretamente, alrededor del 66 por ciento lo hacen acompañados por su pareja o algún descendiente, mientras que cerca de un 20 por ciento en solitario. Siendo así, apenas el 12 por ciento se encuentran en otros núcleos familiares (domicilio ajeno) y únicamente el dos por ciento están en viviendas colectivas.

Sin embargo, la proporción de mujeres que viven solas se alza sobre el 26 por ciento, cuando la de varones no suma el 11 por ciento. También es mucho más frecuente hallar mujeres que hombres residiendo con familiares fuera del hogar propio, –el 16,3 por ciento frente al 6,5 por ciento, respectivamente–. E incluso en viviendas colectivas la relación de andaluzas de 65 o más años supera a la de andaluces, –2,3 por ciento frente a 1,3 por ciento–.

Por el contrario, habitando en su propia casa en compañía del cónyuge y quizás de algún hijo o hija, encontramos al 81 por ciento de los varones, frente al 55 por ciento de las mujeres. COMUNIDADES MAS ENVEJECIDAS.
Agrupando las comunidades en dos bloques, entre las más envejecidas se encuentra más de la mitad, situándose por encima de la media española un total de diez, lo que significa que más del 16 por ciento de la población tiene más de 65 años: Castilla y León (22,6 %), Asturias, Galicia, Aragón, Extremadura, Castilla-La Mancha, Cantabria, País Vasco y La Rioja (18,4 %); además, en todas ellas hay más mayores que jóvenes del tramo 0-14 años.

Dentro de las comunidades menos envejecidas, Andalucía es la que cuenta con unos menores porcentajes de población activa, debido a que posee el mayor número de personas menores de 14 años en términos relativos respecto de las demás comunidades.

En lo que se refiere a las personas mayores de 65 años (16,5 %), las regiones con mayor porcentaje de población menor de 15 años son Ceuta, Melilla, Murcia, Madrid y las Islas Baleares junto con Andalucía.

ESTADO CIVIL MAYORITARIO.
Cada cinco varones de 65 o más años censados en Andalucía, cuatro se hallan casados, mientras que con pareja en este tramo de edad sólo se encuentra el 45 por ciento de las mujeres. Asimismo, entre los habitantes de 85-89 años permanecen casados el 56 por ciento de los hombres frente al 11 por ciento de las mujeres.

Respecto a la viudedad, el 45,61 por ciento de las mujeres andaluzas de 65 o más años comparten este estado civil. Si bien, entre los hombres, apenas el 13 por ciento. Con 65-69 años, una de cada cuatro mujeres ha perdido ya a su pareja, cosa que sólo han sufrido a esas alturas de la vida el 6,30 % de los varones.

En la categoría de edad de 75-79 años, se encuentran viudos el 16 por ciento de los andaluces, frente a más de la mitad de las andaluzas. Pasados los 90 años, los casos de viudedad ascienden al 86 por ciento en el sexo femenino, pero sólo al 57 por ciento en el masculino.

La soltería, al igual que la viudedad, identifica más a la mujer que al hombre pero no establece tanta desigualdad. En concreto, tienen ese estado civil el 8,30 por ciento de las andaluzas y el 6,39 por ciento de los andaluces mayores de 65 años. En el tramo de edad más joven se da curiosamente el hecho contrario, al existir una proporción inferior de mujeres que de hombres sin haber contraído nunca matrimonio.

Sin embargo, a partir de los 80 años, las situaciones de soltería alcanzan una magnitud relativa el doble de elevada en el sexo femenino (próxima al diez por ciento) que en el masculino (menor del cinco por ciento). Por último, las separaciones y los divorcios entre la franja de edad 65-69 años, son más frecuentes entre varones que entre mujeres.

Descargar


Granada tendrá un centro pionero de investigación del cáncer en dos años

– Granada tendrá un centro pionero de investigación del cáncer en dos años.

Se situará en el Parque Tecnológico de la Salud compañía en investigación biomédica Pfizer.

Cuenta con un presupuesto de 15,7 millones en el que trabajarán doscientos profesionales y se estudiarán las nuevas aplicaciones en diabetes o enfermedades poco comunes y degenerativas.

El Centro de Genómica e Investigación Oncológica (GENyO) estará terminado en dos años, concretamente a finales de 2009, según estima la Administración, que acaba de colocar la primera piedra en el Parque Tecnológico de Ciencias de la Salud (PTS).

Investigadores de la Universidad de Granada y de la Junta trabajarán durante este intervalo de tiempo en el Centro de Investigación Biomédica también situado en el PTS, entre los que se encuentran los principales científicos de Andalucía como el profesor de la UGR José Antonio Lorente, experto en aislamiento, caracterización y utilización de ADN en medicina forense.

Entre otros objetivos dicho centro servirá para mejorar la salud de paciente con cáncer, aunque también para prevenir enfermedades raras, diabetes, hipertensión y enfermedades degenerativas.

Una vez terminado el centro, trabajarán alrededor de 200 profesionales, de los que un 85% estará destinado directamente a tareas de investigación. Las dos principales áreas de trabajo serán la farmagenómica y la oncología genética.

La inversión en este proyecto será de 15,7 millones de euros y la financiación se realizará entre la compañía investigadora Pfizer, la UGR y la Junta de Andalucía. Esta compañía privada está presente en países como Alemania, Italia o Francia en diferentes centros de investigación y según sus propios dirigentes “reconocemos la capacidad científica de Andalucía”. El año pasado Pfizer destinó en todo el mundo 5.762 millones de euros en I+D+i, lo que la coloca en la primera empresa inversora en esta área a nivel mundial de todos los sectores.

Entre otros ejemplos de lo que se podrá investigar está la aplicación de la oncología genética con el tratamiento de ciertos tipos de cáncer asociados a determinadas predisposiciones hereditarias como el cáncer de mama o el colorrectal.

GENyO es el primer centro de ámbito nacional dedicado a la genómica que integra a la Administración pública, la Universidad y el sector empresarial biotecnológico y farmacéutico.

El emplazamiento contará con 6.400 metros cuadrados donde se construirán un total de 12 laboratorios, entre otras dependencias. Junto a estos laboratorios se construirá el futuro Banco Andaluz de ADN. La construcción del GENyO se encuentra dentro de los objetivos del Plan Andaluz de Investigación, Desarrollo e Innovación para el periodo 2007/2013.

El director del Centro de Investigación Biomédica, Mariano Ruiz de Almodóvar, destaca la necesidad del apoyo de la empresa privada en estas actuaciones, ya que ”Granada, pobre en contenidos industriales, tiene aquí su único futuro” afirmó ante los medios.

Descargar


El consumo de aceite de oliva extra virgen ayuda a combatir las enfermedades degenerativas, como el cáncer o la osteoporosis

– El consumo de aceite de oliva extra virgen ayuda a combatir las enfermedades degenerativas, como el cáncer o la osteoporosis.

Desde que en los años 60 un especialista en nutrición estadounidense, Ancer Keys, refiriera por primera vez los beneficios para la salud de la dieta mediterránea, son muchos los estudios que se han realizado en torno a las excelencias del aceite de oliva. Algunos trabajos realizados en Italia, España y Grecia (principales productores de aceite) han identificado una menor presencia de enfermedades de corazón que en los países del norte de Europa.

En esta misma línea, el “Grupo de Investigación del Departamento de Química Analítica de la Universidad de Granada de Control analítico, ambiental, bioquímico y alimentario”, que dirigen el catedrático Alberto Fernández Gutiérrez y el profesor Antonio Segura Carretero, ha estudiado de forma exhaustiva y utilizando las técnicas analíticas más avanzadas las propiedades antioxidantes del aceite de oliva, caracterizando su composición polifenólica y su potencialidad como agente para combatir las enfermedades degenerativas.

Su trabajo se completará próximamente gracias a una colaboración con el Instituto de Nutrición y Tecnología de los Alimentos de la UGR y el grupo de Nutrición del Hospital Virgen de las Nieves, para determinar que la ingesta de aceite rico en polifenoles (esto es, antioxidantes naturales) mejora la calidad de vida de enfermos que padecen de estrés oxidativo, y resulta igualmente beneficioso contra el envejecimiento de las células y la osteoporosis.

Su investigación ha despertado el interés del Consejo Regulador de la Denominación de Origen de la Sierra de Segura. Los investigadores granadinos han estudiado muestras procedentes de 15 almazaras, determinando que este aceite es muy rico en polifenoles. “Esto supone que ayudan a combatir cualquier enfermedad que suponga una oxidación desde el punto de vista degenerativo, dado su carácter preventivo”, explican los profesores Alberto Fernández y Antonio Segura.

El “Grupo de Control analítico, ambiental, bioquímico y alimentario” de la Universidad de Granada ha desarrollado otras interesantes investigaciones, como un sistema para garantizar la calidad de la miel de abeja y determinar su origen geográfico o la caracterización polifenólica de alimentos como la propia miel, la cerveza o el propóleo.
Descargar


La UGR desarrolla nuevos instrumentos docentes y novedosas metodologías para la Contabilidad Financiera

– La UGR desarrolla nuevos instrumentos docentes y novedosas metodologías para la Contabilidad Financiera.

Se trata de un proyecto de innovación docente con el que se ponen en práctica nuevos instrumentos docentes con vistas a favorecer un cambio en la metodología utilizada en la materia de Contabilidad.

Desarrollar unas guías didácticas como instrumento base para el desarrollo del proceso docente; elaborar nuevos materiales didácticos de prácticas a partir de los documentos utilizados en la práctica por empresas reales; y profundizar en el anterior programa “Contabilidad Financiera en Internet”, son los propósitos del proyecto de innovación docente que lleva por título “Innovación docente en el área de Contabilidad Financiera.

Internet como instrumento de aplicación de las guías didácticas” y que coordina el profesor David Ortiz Rodríguez, del departamento de Economía Financiera y Contabilidad de la Universidad de Granada.

Nuevo programa de la asignatura
Igualmente, otros objetivos de este proyecto son la elaboración de un nuevo programa de la asignatura acorde con la nueva legislación reguladora de la Contabilidad en nuestro país, y el replanteamiento de los ejercicios prácticos propuestos acorde con los requisitos contables de la nueva normativa, teniendo en cuenta los cambios en la legislación mercantil, que se sustancian en la Ley del 4 de julio, de reforma y adaptación de la legislación mercantil en materia contable para su armonización internacional con base en la normativa de la Unión Europea (BOE de 5 de julio), y la posterior reforma del Plan General de Contabilidad.

Así, este proyecto pretende desarrollar nuevos instrumentos docentes que faciliten un cambio en la metodología utilizada en la materia de “Contabilidad Financiera” considerando las nuevas necesidades docentes que se plantean a través del EEES (Espacio Europeo de Educación Superior), y muy especialmente en la reorientación de las prácticas.

Junto al coordinador, David Ortiz Rodríguez, participan en este proyecto los también profesores Manuel Pedro Rodríguez Bolívar, José Luis Zafra Gómez, Antonio M. López Hernández y Andrés Navarro Galera.

Según los responsables, este proyecto surge “como continuación del denominado “Contabilidad Financiera en Internet”. Y, al igual que aquél, nace por la necesidad de articular la docencia universitaria aprovechando la interacción con el alumnado que proporcionan las nuevas tecnologías”.

Contenidos en la Web
Así, con aquel primer proyecto se permitió a los profesores de la asignatura impartir docencia desarrollando distintas actividades que facilitaran al alumnado tanto la comprensión de la materia como el acceso a la información complementaria a través de los contenidos publicados en la Web.

“Con este nuevo proyecto -continúan los responsables- pretendemos incorporar a la Web de Contabilidad Financiera materiales que faciliten al alumno el seguimiento de la asignatura, incidiendo en el estudio guiado, la autoevaluación y el desarrollo de prácticas, agilizando el seguimiento y trabajo del alumno que se ve mermado en el trabajo de aula por la dificultades que supone la masificación que sufre la Facultad. En concreto, se han diseñado guías de trabajo que permiten el seguimiento de cada uno de los temas y se reorientan las prácticas incluyendo el trabajo con documentos mercantiles.

De esta forma, y partiendo del programa anterior, dicen los responsables, “el presente proyecto quiere incorporar dos cuestiones relevantes para la asignatura: primero el cambio que supone la implantación del EEES, que, desde nuestro punto de vista, puede abordarse de forma satisfactoria a través de la publicación de guías docentes y de trabajo; y en segundo lugar, el cambio particular que para la materia Contabilidad Financiera supone la reforma contable que el gobierno ha aprobado definitivamente por RD el día 16 de noviembre de 2007.

Estos cambios requieren a su vez otros cambios en el proyecto inicialmente planteado, cambios en el contenido, totalmente nuevo y cambios en la forma de su exposición, lo que supone un cambio en a metodología de enseñanza.
Descargar


El nuevo Plan de Contabilidad no afectará a las pequeñas empresas

– El nuevo Plan de Contabilidad no afectará a las pequeñas empresas.

Las pequeñas empresas no notarán demasiado la aplicación del nuevo Plan General de Contabilidad. Sí lo harán aquellas que tengan que realizar operaciones con instrumentos financieros, con moneda extranjera o combinaciones de negocio, entre otras.

Así lo dio a conocer ayer el catedrático del departamento financiero de la Escuela Universitaria de Granada, Ramón García Olmedo, durante el curso sobre ‘Análisis práctico del nuevo Plan General de Contabilidad’.

García Olmedo quiso lanzar un mensaje de tranquilidad para esas empresas menores que no sufrirán muchos cambios.

Con este curso la Fundación Escuela de Negocio de Andalucía pretende que los profesionales de la contabilidad de Melilla tengan una visión práctica e interpretativa del contenido del nuevo plan, como desarrollo reglamentario del marco jurídico del derecho contable en España.

El pasado 4 de julio de 2007 se aprobó la Ley 16/2007 de reforma y adaptación de la legislación mercantil en materia contable para su armonización internacional con base en la normativa de la Unión Europea, que es de obligado cumplimiento desde el 1 de enero de este año. Y es que si a las grandes empresas las obliga Europa a que sigan las mismas normas internacionales, las empresas españolas tienen que variar las reglas para que coincidan. En resumen, “las normas internacionales se hacen en Europa, las reformas mercantiles en España cambiando las leyes y, por último, se genera el nuevo Plan General de Contabilidad”, manifestó el catedrático de la Universidad de Granada.

El curso tiene una duración total de 20 horas y se impartirá en otras tres sesiones del 22 al 24 de enero en horario de 16.00 a 21.00 horas, en la sede de la Escuela Universitaria de Ciencias Sociales de Melilla.
Descargar


El 18,4% de la población extremeña es mayor de 65 años

– El 18,4% de la población extremeña es mayor de 65 años.

El 18,4 por ciento de la población en las regiones de Extremadura, Asturias, Galicia, Aragón, Castilla-La Mancha, Cantabria, País Vasco y La Rioja tiene más de 65 años, según el estudio La situación social de los mayores en Andalucía, elaborado por los profesores de la Universidad de Granada Antonio Trinidad Requena y Juan López Doblas y publicado por el Centro de Estudios Andaluces.

Agrupando las comunidades en dos bloques, el estudio establece que entre las más envejecidas se encuentra más de la mitad, situándose por encima de la media española un total de diez, lo que significa que más del 16 por ciento de la población tiene más de 65 años, en concreto, Castilla y León (22,6 %), Asturias, Galicia, Aragón, Extremadura, Castilla-La Mancha, Cantabria, País Vasco y La Rioja (18,4%); además, en todas ellas hay más mayores que jóvenes del tramo 0-14 años.

Dentro de las comunidades menos envejecidas, Andalucía es la que cuenta con unos menores porcentajes de población activa, debido a que posee el mayor número de personas menores de 14 años en términos relativos respecto de las demás comunidades.

En lo que se refiere a las personas mayores de 65 años (16,5 %), las regiones con mayor porcentaje de población menor de 15 años son Ceuta, Melilla, Murcia, Madrid y las Islas Baleares junto con Andalucía.
Descargar


La Guardia Civil investiga los casos de 26 desaparecidos. Familiares aportan material genético para verificar restos encontrados

– La Guardia Civil investiga los casos de 26 desaparecidos. Familiares aportan material genético para verificar restos encontrados.

Algunos de estos expedientes se abrieron en la década de los 90· En 2007 fueron hallados los cuerpos de cuatro hombres después de que sus familiares o amigos denunciasen su desaparición. El Programa Fénix comprueba si la información del ADN es similar a la de sus parientes.

Madelaine McCann, Mari Luz Cortés o Amy Fitzpatrick. Tres menores actualmente en búsqueda, con mayor o menor impacto mediático, que desaparecieron un buen día de su entorno más cercano sin que todavía se sepa nada de ellas. Estos tres nombres, los últimos conocidos, son sólo algunos de los nombres que ponen cara a las decenas de desaparecidos que cada año pasan a engrosar los expedientes e informes de la Policía Judicial.

El Campo de Gibraltar no escapa a este tipo de sucesos y, en la actualidad, los agentes de la Policía Judicial de la Guardia Civil mantienen abiertas un total de 26 investigaciones relativas a otras tantas desapariciones, algunas de las cuales se iniciaron en la década de los 90.

Quienes siguen estos casos habitualmente no se atreven a afirmar que exista un perfil concreto que responda a los patrones de toda desaparición. No obstante, y aún cuando los casos son muy variados, sí reconocen que en este tipo de sucesos suelen coincidir dos circunstancias distintas. La primera, el hecho de que muchos de los desaparecidos son personas con algún problema mental; y a éstas, han de sumarse los desaparecidos por el fenómeno de la inmigración.

La denuncia de la desaparición de un familiar suele ser el punto de partida para iniciar su búsqueda. Esta comienza con las ya conocidas batidas de agentes, voluntarios, familiares y amigos, que en los primeros días rastrean los alrededores del entorno más cercano del desaparecido.

Tener datos acerca de la última vez que se le vio, dónde, en qué condiciones salió de su casa, si llevaba dinero, cuál era su círculo de amistades o si ese día se comportó del modo en que lo hacía siempre son claves para que la dirección de la investigación camine en el sentido deseado. Se trata de seguir los mismos pasos que dio hasta el momento en que la persona desaparecida fue vista por última vez por alguien, dicen. Los responsables de la Policía Judicial señalan que no hay un criterio fijo que indique cuándo se ha de dejar de buscar al desaparecido, por lo que la duración de las batidas varía en función de cómo transcurra la investigación. Cuando dejamos de hacer las batidas, no es que dejemos de buscar, sino que simplemente pasamos a otro nivel, pasamos a la investigación policial, comentan.

En cualquier caso, advierten, las patrullas del Servicio de Protección de la Naturaleza (Seprona) están siempre en alerta y permanecen atentas a cualquier novedad mientras la investigación se desarrolla de forma paralela. En ocasiones, la llegada de la temporada de caza, cuando se mueve mucha más gente por el campo, propicia el hallazgo del cadáver de algún desaparecido. En ese momento, hacer una buena inspección ocular es fundamental por cuanto que puede revelar cómo fueron las condiciones y circunstancias de la muerte.

Pero no todos los casos de desaparecidos acaban fatalmente. En la mayor parte de ellos la búsqueda finaliza con éxito; y en todos se cumple la máxima de que cuanto menos se prolongue la búsqueda mayores posibilidades hay de encontrar al desaparecido con vida.

Ocurre también que algunas de las desapariciones que se denuncian son voluntarias y, en estos casos, una vez que se localiza a la persona, poco se puede hacer si se trata de un mayor de edad que está en plenas facultades mentales para decidir dónde quiere estar y cómo quiere vivir.

En situaciones así la desaparición viene provocada por peleas o asuntos familiares que desembocan en la huida consciente y voluntaria de una persona.

En 2007 fueron cuatro los casos de desapariciones denunciadas que concluyeron con el hallazgo del cuerpo sin vida de los desaparecidos. El primero saltó a los medios de comunicación el 17 de enero del pasado año, cuando miembros de Salvamento Marítimo rescataron de las aguas de la costa tarifeña el cadáver sin vida del joven Acero Betancor León, de tan sólo 22 años, que había desaparecido dos días antes en la zona de Punta Camarinal, en la costa oeste del municipio, cuando hacía pesca submarina.

Cuatro días antes, el 13 de enero, el cadáver del pintor José Ramos Zambrana fue encontrado por un grupo de cazadores en el término municipal de Gaucín, justo tres meses después de que se denunciase su desaparición.

El 22 de febrero, un trabajador de las canteras de Castellar halló el cadáver de Juan Francisco Espinosa, de 45 años, cuya desaparición fue denunciada dos semanas antes. Las lluvias registradas esos días y los movimientos de tierra propiciados por las mismas dieron con el cuerpo de este vecino.

El año concluyó con la muerte de Antonio Martín Sirvent, un joven de Jimena de 24 años, cuyo cuerpo fue encontrado el 21 de agosto de 2007 en la zona conocida como los Baños de la Reina Mora, en el municipio jimenato.

La búsqueda se prolongó durante casi dos meses y los agentes de la Guardia Civil rastrearon los cauces de los ríos Hozgarganta y Guadiaro sin opbtener dato alguno sobre su paradero.

Parte del trabajo de los agentes de la Policía Judicial consiste también en identificar cadáveres. En estos casos nos encontramos que tenemos un cuerpo, pero no sabemos a quién pertenece, comenta uno de los agentes. Este tipo de situaciones suele darse en la zona por tratarse de un área fronteriza, afectada por los fenómenos de la inmigración y el narcotráfico. Inmigrantes, narcotraficantes o pescadores como los de Barbate, desaparecen sin que nada se sepa de ellos. Cuando esto sucede, y una vez cumplidos los plazos establecidos, la Guardia Civil solicita a los familiares muestras de ADN para enviarlas al Proyecto Fénix, un programa que se puso en marcha en 1998 mediante un convenio entre la Guardia Civil y la Universidad de Granada; y donde los especialistas en la materia logran identificar restos humanos anónimos. La identificación es posible gracias al análisis de ADN de los restos humanos encontrados y de las muestras biológicas facilitadas de forma voluntaria por familiares directos.

El trabajo empieza cuando desaparece una persona, y su familia, tras ser aceptada la denuncia, facilita algún objeto o prenda que albergue células indubitadas del desaparecido, como ropa interior o un cepillo de dientes. De aquí se extrae una copia exacta del material genético, con la que se realizará una comparación directa.

En el caso de que no se pueda contar con objetos o muestras personales del desaparecido, o no se pueda obtener una toma; es posible deducir totalmente el genotipo de la persona desaparecida a partir de sus familiares más directos.

Para contrastar todo el material existen dos registros completamente independientes, uno que contiene el ADN de los restos no identificados; y un segundo en el que aparece el de los familiares de personas desaparecidas que han donado una muestra.

Para lograr las identificaciones se comparan los datos obtenidos al analizar el ADN de los restos no identificados con las muestras existentes en ese momento en todos los familiares registrados, verificándose si existen o no similitudes. En muchos casos, la búsqueda termina en ese laboratorio de identificación genética.