Stress da vacanza: partenza, soggiorno e rientro!

Stress da vacanza: partenza, soggiorno e rientro!

07/07/2007

Foto: VL

La Redazione

Non sempre la vacanza è sinonimo di relax. Ma perchè, se per tutto l’anno non sogniamo altro che quelle due fantastiche settimane al sole?
Proviamo a cercare delle risposte!

Spesso è già stancante scegliere dove andare! Decidere è di per sé unimpresa faticosa e stressante perché significa scegliere di imboccare una strada piuttosto che unaltra. Decidere, dal latino deciduo = tagliare via, impone necessariamente una rinuncia: “se scelgo A perdo B” e, anche se si tratta di scegliere tra due piaceri – mare o montagna, albergo o campeggio – è sempre fonte di stress. Se poi decidiamo di partire con altre persone (con la famiglia o gli amici) un’ulteriore fonte di stress risulta essere il conciliare i desideri e i bisogni di ognuno che possono essere molto diversi tra loro. Riprendendo la gerarchia dei bisogni di Maslow (un noto studioso della motivazione umana), al di là dei bisogni di carattere fisiologico (stare in un luogo accogliente) e di quelli relativi allincolumità fisica (essere in un posto sicuro), i bisogni allorigine di una vacanza sono strettamente legati alla stima di sé, allesigenza di socializzare e alla necessità di esprimere se stessi. In altri termini il bisogno di essere uguali e vicini agli altri e quindi di appartenere” a un gruppo coabita – e sappiamo quanto la convivenza possa essere problematica¬ – con il desiderio di fare cose diverse dagli altri per mettersi alla prova e per avere qualcosa di unico da raccontare agli amici quando si tornerà a casa.

E allora come fare a non essere stressati già prima di partire?
Innanzitutto è meglio scegliere senza seguire le mode e possibilmente in armonia con la propria vita. La vacanza può permettere di staccare la spina, ma perché sia davvero rigenerante deve restare in equilibrio con il proprio modo di essere. Spesso pensiamo alle vacanze come al premio tanto agognato dopo un anno di fatiche. Trascorrere 350 giorni lanno pensando solo al lavoro, stressandosi e affaticandosi senza pace, carica la vacanza di aspettative insolvibili e ogni più piccolo fuori programma, nei 15 giorni di premio, non può che trasformarsi in una grande delusione.

E la vacanza in sé diventa uno stress! Purtroppo però non sono solo le aspettative frustrate a “rovinarci” il soggiorno ma il peggior guastafeste è nientemeno che il nostro cervello! Ogni organismo tende per natura all’equilibrio, pertanto ogni volta che qualcosa di nuovo – positiva o negativa – ci succede, si attiva una precisa area del cervello, l’amigdala, che attraverso il rilascio di particolari molecole fa aumentare quei sintomi che chiamiamo stress e ansia. Paradossalmente è proprio il fine della vacanza – uscire dalla routine di un anno di lavoro – ad essere fonte di stress! Passiamo più di 11 mesi di corsa e di colpo ci possiamo permettere di alzarci all’ora che vogliamo e fare quello che desideriamo! È sicuramente una novità! C’è poi il cambiamento dell’alloggio, che sia l’hotel o il campeggio o il villaggio, non è comunque casa nostra!

Ma nonostante la fatica di decidere e di adattarsi alla nuova situazione, lo stress più grande delle vacanze resta sempre il rientro! Spesso tornando dal viaggio si prova un «profondo senso di vuoto e tristezza abbinato a mancanza di appetito, deconcentrazione, ansietà e palpitazioni che prende all’improvviso»; si chiama “sindrome post vacanza”, secondo gli psicologi dell’Università di Granada, che hanno anche individuato cinque accorgimenti-chiave per prevenire lo spiacevole “effetto boomerang” delle vacanze:
1) creare un “periodo cuscinetto”: al rientro dalla vacanza bisognerebbe ritagliarsi un periodo di “riadattamento” prima di riprendere il lavoro, in modo da eliminare gradualmente le abitudini comode prese in villeggiatura (dalla siesta pomeridiana all’abbigliamento informale);
2) cambiare gli obiettivi della vacanza: meglio prendere più periodi di ferie brevi (potendo permetterselo!), piuttosto che un unico, lungo periodo, in questo modo, al rientro, non ci si sentirà “spacciati”;
3) spegnere la televisione: la vacanza è un momento di socialità, quando si torna a casa, piuttosto che ritrovarsi da soli a guardare la tv seduti sul divano, è meglio uscire, fare sport, iscriversi a un’associazione di volontariato…
4) andare in giro: uno dei benefici più grandi della vacanza è la vita all’aria aperta: l’esercizio produce endorfine e la luce solare migliora l’umore. Quando si rientra in città, è bene mantenere il più possibile l’attività all’aperto: andare al lavoro a piedi o in bicicletta, fare delle passeggiate serali o portare a spasso il cane;
5) analizzare i motivi di “angoscia da rientro”: scrivere una lista delle cose che più ci preoccupano, serve ad affrontarle con più serenità. Spuntarle una per una, man mano che si risolvono, può diventare un’opportunità per migliorare la propria vita.

Buone vacanze a tutti!!!

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La UIMP celebra un curso sobre el aceite de oliva

La UIMP celebra un curso sobre el aceite de oliva

La Universidad Internacional Menéndez Pelayo (UIMP) de Valencia celebrará a partir del próximo lunes y hasta el viernes 13, las jornadas ´El aceite de oliva, fuente de salud, cultura y riqueza de los pueblos mediterráneos´, que contará con la participación de de nutricionistas, empresarios del sector olivarero y artistas.

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PANORAMA-ACTUAL – 08/07/2007 23:55 h.

El objetivo de este curso, según explicaron las citadas fuentes, es rendir homenaje al aceite de oliva, elemento clave en el comercio, desarrollo y sostenimiento económico de los pueblos y países de la cuenca mediterránea. Recordaron que el aceite de oliva ha sido una fuente continua de inspiración cultural que ha trascendido el ámbito geográfico en el que se desarrolla el cultivo del olivo.

Entre los participantes que asistirán a estas jornadas se encuentra el Catedrático de Nutrición y Genómica de la Universidad de Tufts en Estados Unidos, y uno de los mejores expertos en nutrición en el ámbito mundial, José María Ordovás, que pronunciará la conferencia magistral ´El aceite de oliva, modulador de la cultura y del genoma de los pueblos mediterráneos.

Otro de los asistentes será el gastrónomo y catedrático de Anatomía Patológica de la Universidad de Granada, Raimundo García del Moral, que intervendrá con la ponencia ´El aceite de oliva en la nueva gastronomía´. El doctor García del Moral, además de ejercer como crítico gastronómico, ha sido el primero en utilizar el nitrógeno líquido como método para cocinar, indicaron.

Además, en este curso estarán presentes el periodista Tico Medina, el cantaor ´Churumbaque´, así como el Director de la Agencia para el Aceite de Oliva, Carlos Sánchez Laín.

Una de las actividades programadas para este seminario es la cata de aceite, que tendrá lugar mañana, a las 12.00 horas, a cargo de José Antonio Nieto, del Consejo Regulador de la Denominación de Origen de Priego (Córdoba). Del mismo modo, el jueves 12 de julio a las 13.00 horas, se realizará una actuación musical titulada ´Costumbre y cultura popular: los cantes del olivar´ a cargo del cantaor Rafael Espejo ´Churumbaque´ y el guitarrista Rafael Rodríguez Fernández ´Merengue de Córdoba´.

La dirección de estas jornadas corre a cargo de el Catedrático de Medicina y Director de la Unidad de Lípidos y Arteriosclerosis del Hospital Universitario Reina Sofía Universidad de Córdoba, Francisco Pérez Jiménez, y el Profesor Asociado de Medicina Interna y Facultativo del Servicio de Medicina Interna de este mismo centro, Fernando López Segura.

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Un diario donde se anoten las actividades puede ayudar a superar la adicción a las compras, según una psicóloga granadina

Un diario donde se anoten las actividades puede ayudar a superar la adicción a las compras, según una psicóloga granadina
08/07/2007 – 11:56
EFE
Darse cuenta del límite entre comprar por adicción o por necesidad en época de rebajas puede descubrirse al realizar un diario de actividades a lo largo del día donde se indique el tiempo dedicado a la compra, según propone la psicóloga Francisca López, profesora de la Universidad de Granada.

La llegada de julio trae consigo las ansiadas rebajas para unos y el agobio para otros al encontrar las calles muy concurridas con gente al encuentro de la ganga o largas colas en las cajas y los probadores.

La Confederación Española de Comercio, que integra a unos 100.000 pequeños comercios de textil y de equipamiento personal que operan en España, sitúa la media de gasto por español en las rebajas de verano por encima de los 120 euros, mientras que la Unión de Consumidores de España (UCE) señala que una de cada tres personas reconoce que compra mucho más de lo que necesita.

Si compramos dos o tres veces por semana y las horas destinadas a ello superan las que dedicamos a otras actividades de ocio o ejercicio, entonces se puede considerar que padecemos una gran adicción, dijo a Efe López.

Los psicólogos tratan de advertir a los ciudadanos del peligro que supone realizar compras de forma compulsiva y se lanzan en la búsqueda de métodos para combatir este trastorno adictivo, como es el caso de esta profesora de la Universidad de Granada, que propone elaborar un diario de actividades que refleje las adquisiciones realizadas a lo largo del día.

Con el paso de los años, esta patología va en aumento ante una sociedad con valores consumistas fuertemente influida por la publicidad y puede afectar especialmente a los más adolescentes, según afirma la psicóloga, quien añadió que hay poca conciencia con respecto a este problema.

La persona que sufre esta adicción compra con frecuencia sin necesitarlo porque le produce una relajación o placer y una mejora momentánea en su estado de ánimo, que necesita tras haber sufrido cuadros de ansiedad o depresión de forma previa.

La psicóloga, especialista en personalidad, evaluación y tratamiento psicológico, afirma que este trastorno afecta tanto a hombres como mujeres, aunque las causas de esta adicción difieren entre ambos sexos: parece que los aspectos comunes entre los hombres son la tristeza o los problemas con la pareja, mientras que en las mujeres la adicción está más relacionada con la imagen corporal.

Lo común es atribuir el trastorno a factores externos como los medios de comunicación, en lugar de pensar que los medios ayudan a desarrollarlo y las causas vienen dadas por factores internos como falta de control o déficit de personalidad, según apunta la López, quien lo simplifica en el siguiente ejemplo: el bar no es el culpable de que seas borracho, si eres borracho vas a un bar.

Los expertos advierten de que comprar de forma compulsiva, por su incidencia y sus características, forma parte de la lista reconocida de patologías mentales.

Francisca López aconseja acudir a psicólogos sin prejuicios cuando se consiga lo más difícil, ser conscientes de que tener un problema.

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Rebeldes con aires góticos

Rebeldes con aires góticos
MARÍA OVELAR 06/07/2007

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No me impresionaron demasiado la primera vez que las vi. Fue en Akihabara, el barrio de la electrónica de Tokio. No destilaban violencia ni rebeldía a pesar de sus ropas oscuras, sus pelos de colores y sus cientos de abalorios. Si te acercas, son amables, pero en Japón todas las tribus lo son, incluidos los punkis. Florentino Rodao, profesor de Historia Contemporánea en la Universidad Complutense de Madrid y doctor por la Universidad de Tokio, admiró la algarabía de formas y colores de esta tribu urbana en 2002. Y aunque en Japón resulta difícil decidir dónde posar la mirada -rascacielos, luces de neón, tiendas atiborradas de juguetes y un trepidante vaivén de chicas y chicos atraen la atención del turista-, las lolitas góticas se las apañaron para encandilarle.

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Un hechizo al que también sucumbió Katsuhiko Ishikawa, editor de varias publicaciones juveniles. Durante todo 2006, Ishikawa documentó, junto al fotógrafo Masayuki Yoshinaga, diferentes estilos de lolitas góticas en Tokio y Osaka. Tras el éxito de Fresh fruits y Fruits [dos libros de Phaidon inspirados en una revista japonesa homónima], que mostraban en fotos la delirante moda tokiota, la editorial me encargó captar la escena de las lolitas, relata este japonés de 43 años que admite haber terminado convertido en una lolita. El resultado: 270 retratos que documentan una moda que presume de haber resistido el embate de lo efímero durante un decenio.

El término gótico desembarcó en Japón a finales de los noventa. Atravesó el océano Pacífico (desde EE UU) y la estepa rusa (desde Inglaterra y Alemania), y abrazó el país asiático con un vestuario glam a lo David Bowie, un maquillaje recargado a lo Robert Smith y una frágil androginia a lo Marilyn Manson. Mana, guitarrista del desaparecido grupo japonés Malice Mizer, reinterpretó el estilo occidental sobre los escenarios en 1996. Le añadió toques del rococó francés y detalles victorianos. Este rockero parió el gosu rori (transcripción de la expresión japonesa lolita gótica). La juventud tokiota no tardó en adoptar su figura lánguida, sus corpiños, sus botas altas, sus blusas de encaje, sus tutús y sus medias por encima de la rodilla. Y si en origen sus seguidores se reunían los domingos en la plaza de Yoyogi de Harajuku, los tirabuzones acabaron inundando los cercanos barrios de Shibuya y Shinjuku, mecas de la moda juvenil y el manga (cómic japonés).

A la nación japonesa, como a toda sociedad posmaterialista, le preocupa más su aspecto físico que comer bien, asegura Javier Tablero, antropólogo social en la Universidad de Granada y experto en cultura japonesa. Cuidarse, atrapar su físico en el cuerpo de una niña es un ansia que, según él, responde a un deseo de evasión. Desde la crisis económica de los noventa, que llevó a la generación perdida [término con el que los medios nipones bautizaron a los nacidos después de 1975] a replantearse sus prioridades ante la inestabilidad laboral, muchos japoneses entre los 16 y 21 años huyen de la tiranía de la corbata, ratifica Ana M. Goy Yamamoto, doctor en Economía y Gestión Japonesa de la Universidad Autónoma de Madrid. Una horquilla que, según sus datos, afecta a más de 4,5 millones de japoneses sin empleo estable que sustituyen la empresa ?relacionada con la familia? por amigos de instituto con las mismas aficiones. Lo que ha facilitado la exteriorización de la personalidad. Y es que, como afirma el autor de Gothic & Lolita, los góticos japoneses no son ni introvertidos ni violentos como los occidentales.

El centro de Tokio es un espectáculo teatral, una pasarela por la que desfilan cándidas jóvenes con faldas a cuadros, doncellas con coletitas, muchachas con delantal o dulces campesinas con bolsitos de mimbre. Clases todas ellas de lolitas que suelen tejer sus modelitos aniñados. Y no debemos olvidar que lucir fetiches infantiles, como llaveros de Hello Kitty, o desear la piel de una muñeca de porcelana son actitudes japonesas.

Pero no nos equivoquemos; por muy artística que esta tribu pueda parecer, no deja de ser un producto fabricado. Según datos del Ministerio del Interior, en 1999 los japoneses entre 15 y 34 años dedicaron un 20,8% de sus gastos, es decir, 136.875 yenes (unos 850 euros), a ropa, calzado, accesorios y CD. El mercado ha devorado el fenómeno y lo ha alimentado con revistas (Gothic & Lolita Bible), películas (Kamikaze girls), marcas de ropa (Innocent World), bandas (Dué le Quartz) o manga (Death Note). Y como otros productos japoneses de inspiración occidental, el fenómeno de las lolitas góticas ha regresado como un bumerán para marcar a diseñadores europeos como John Galliano y a cantantes estadounidenses como Gwen Stefani, que en 2006 dedicó su álbum Love, Angel, Music, Baby a las tortuosas pero románticas Harajuku girls.

Gothic & Lolita, coordinado por Katsuhiko Ishikawa y con fotografías de Masayuki Yoshinaga, está editado por Phaidon. Más información en www.phaidon.com.

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El aprendizaje de español atraviesa un ‘boom’ en Irán, según experto

El aprendizaje de español atraviesa un boom en Irán, según experto Manila, Filipina. IRNA. 7 de julio de 2007

Internacional. Nacional. Cultura.

El aprendizaje del español en Irán vive un momento de alza que corre el peligro de desinflarse si no se refuerzan los instrumentos educativos para mantener el auge, indicó el profesor Ali Feizollahi.

Durante el VI Congreso de la Asociación Asiática de Hispanistas que se celebra en la capital filipina, Feizollahi, director del departamento de español en la Universidad de Teherán, explicó a Efe que el hecho de haber unos 850 alumnos de español en las tres universidades del país es todo un síntoma del interés que despierta ese idioma en la sociedad iraní.

Ha cobrado mucha fuerza (el español) y yo diría que ahora hay un boom que está apoyado por profesores venidos desde España, Argentina, México y Perú y educadores locales graduados en algunos de esos países, dijo Feizollahi.

El profesor reconoció que esa tendencia obedece a motivos económicos, pero consideró positivo que el español sea uno de los vehículos de expresión extranjera elegido por los estudiantes para buscar trabajo en el ámbito académico o empresarial.

Antes, en Irán se creía que el español sólo se hablaba en España, hasta que el incremento de las relaciones con los países latinoamericanos abrieron a los iraníes una realidad más vasta, añadió.

Sin embargo, Feizollahi, licenciado en Filología Hispánica por la Universidad de Granada, advirtió de que la falta de apoyo institucional en la materia pone en peligro la labor de los educadores iraníes en español, a los que definió de quijotes batallando en tierras persas.

La semilla está ahí, esperando que germine entre una población de 60 millones de personas, pero necesitamos más medios y respaldo, señaló Feizollahi.

El Instituto Cervantes de la capital filipina es desde el jueves el centro de actividades del último Congreso de la Asociación Asiática de Hispanistas, fundada en 1985 en Corea del Sur para la promoción y difusión de la lengua y cultura hispánicas.

El simposio, que está patrocinado por la española Fundación Campos Comillas, finaliza hoy tras acoger las ponencias y trabajos de casi un centenar de hispanistas asiáticos y españoles.

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Almuñécar y Lanjarón inauguran el lunes la XXIV edición de cursos de verano del Centro Mediterráneo de la UGR

también habrá en Granada, guadix, motril y ronda
Almuñécar y Lanjarón inauguran el lunes la XXIV edición de cursos de verano del Centro Mediterráneo de la UGR
07/07/2007 – 11:06
Redacción GD
El Centro Mediterráneo de la Universidad de Granada celebrará a lo largo de los meses de julio y septiembre más de treinta cursos de verano en las ciudades de Almuñécar, Granada, Guadix, Lanjarón, Motril y Ronda.

Los primeros cuatro cursos se impartirán entre los días 9 al 13 de julio en Almuñécar y Lanjarón, con la participación de más de 400 alumnos y 40 profesores.

En esta semana, Almuñécar acogerá los cursos Domótica e inteligencia ambiental, Biotecnología y sociedad: Claves para el futuro y Prevención de riesgos laborales: Un enfoque multidisciplinar.

La ciudad balneario de Lanjarón, por su parte, acogerá el curso El agua, medio ambiente y cambio climático.

Domótica e inteligencia ambiental

El curso proporcionará una visión actual acerca de cuestiones básicas para la automatización y control de sistemas domésticos, como iluminación, climatización, persianas, sistemas de riego, o electrodomésticos. La inteligencia ambiental ocupará parte destacada en la temática del curso: un nuevo paradigma de las tecnologías de la información que permite la interacción de las personas con un entorno digital que es consciente de su presencia y del contexto general de la situación, pudiendo adaptarse y responder a sus necesidades, costumbres y emociones.

Biotecnología y sociedad

El curso parte del estudio de términos como bioética, bioseguridad, organismos modificados genéticamente (OMGs), alimentos transgénicos, farmacogenómica, células madre o terapia génica que no siempre se utilizan y se comprenden adecuadamente. No es casual, por tanto, que al tiempo que se trata de impulsar el desarrollo industrial de la biotecnología, también se considere necesario proteger el ambiente y la salud y tomar muy en cuenta las preocupaciones de los ciudadanos comunitarios sobre estos temas.

Prevención de riesgos laborales

Trata de analizar una de las mayores preocupaciones en los sectores productivos en nuestro país. La responsabilidad en materia de prevención de riesgos laborales ha crecido en los últimos años de la mano de la conciencia acerca de una realidad que en la historia no siempre había sido tomada suficientemente en cuenta. Así, se analizarán cuestiones como la integración en la empresa de la prevención de riesgos laborales a través de la política de Responsabilidad Social Corporativa, los aspectos psicosociales de la prevención, la vigilancia ambiental y biológica de los trabajadores o el nuevo marco legislativo de enfermedades profesionales, entre otras.

El agua, medio ambiente y cambio climático

La sequía forma parte del clima mediterráneo, caracterizado por tener ciclos secos y húmedos muy intensos. El curso analizará las variantes condiciones meteorológicas de unos años a otros, e incluso, en un mismo año, de una estación a otra. Dentro de esta normalidad, el cambio climático introduce un factor adicional a la sequía, pues no es seguro que se vayan a reducir las precipitaciones, pero sí el agua disponible.

Cursos de verano: una fórmula necesaria

La nueva edición de los cursos del CEMED ahonda en la línea de sus más veinte años de historia. Según el director del Centro Mediterráneo, Juan Francisco García Casanova, los cursos contribuyen, en primer lugar, a enriquecer a la Universidad gracias a que se abordan temáticas que habitualmente no encuentran su hueco a lo largo del curso académico.

En segundo lugar, integran en un mismo espacio de diálogo a expertos de universidades, empresas e instituciones, con la riqueza que ello implica en tanto que abren espacios de cooperación entre la universidad y el mundo de la empresa. En tercer lugar, la universidad de verano crea un espacio propicio para que los profesores lleguen a preacuerdos sobre nuevos proyectos de investigación, innovación docente y oferta interuniversitaria de programas de postgrado. Por último, los cursos sirven tanto a estudiantes de grado y de postgrado, que asisten a otra manera de hacer universidad en contacto directo con docentes e investigadores, como a profesionales que necesitan reciclarse, en los procesos de formación continua.

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Ya puede solicitar un máster en una de las universidades andaluzas

Ya puede solicitar un máster en una de las universidades andaluzas
REDACCIÓN. 09.07.2007

Hasta el día 22. Literatura y Cine, Lenguaje de Signos, Comunicación Institucional, Educación Social, Derecho Tributario, Biotecnología, Bibliotecas, Administración Pública, Educación Social… Si desea cursar cualquier máster oficial que se impartirá el próximo curso 2007-08 en alguno de los centros universitarios de Andalucía, tiene de plazo para entregar la solicitud desde hoy lunes hasta el próximo 22 de julio.

Como novedad, los aspirantes a estos estudios podrán elegir este año, por orden de preferencia, cualquiera de los cursos ofertados. Así, a la hora de asignar las plazas se tendrá en cuenta la prioridad marcada por cada solicitante. La que no resulten cubiertas en el proceso de adjudicación se cubrirán por orden de lista de espera.

Las listas, el 30 de julio

Las listas de los alumnos admitidos saldrán publicadas el 30 de julio. Un mes más tarde podrá realizar la matrícula, del 3 al 7 de septiembre, abriéndose el plazo de reclamaciones del 4 al 6 del mismo mes.

La solicitud de inscripción la encontrará en la dirección http://www.juntadeandalucia.es/innovacionyempresa/universidades. Si desea más información puede dirigirse a la sede de su universidad.

La Consejería de Innovación ha creado una comisión específica, constituida en el seno del Consejo Andaluz de Universidades, para que gestione y coordine el ingreso en los estudios oficiales de posgrado de Andalucía, oferta de la que pueden beneficiarse todos los aspirante en cualquier centro de la región.

Unidas por el mismo logo

Las nueve universidades andaluzas, ubicadas una en cada provincia, excepto las dos que hay en Sevilla —la Hispalense y la Universidad Pablo de Olavide (UPO)—, están representadas desde hace años bajo el mismo logotipo, el del Distrito Único Universitario de Andalucía. Se trata de una torre verde que podría evocar a cualquier campus universitario, y las siglas, en naranja.
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Los cuatro candidatos a rector aprietan el acelerador y reparten posibles cargos

Los cuatro candidatos a rector aprietan el acelerador y reparten posibles cargos
Los catedráticos que forman parte del equipo actual y que entrarán en la puja por el cargo, centro del debate sobre la necesidad o no de que dejen el Rectorado
ANDREA G. PARRA/GRANADA

LE QUEDAN POCOS MESES. David Aguilar Peña, felicitado tras su reelección. /IDEAL

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Los estudiantes están terminando los exámenes -oficialmente hoy, día 7 de julio es el último-, pero eso no significa que se haya terminado la actividad en la Universidad de Granada (UGR). Es más, en algunos despachos continúa y de manera intensa. Esa actividad es mayor aún en los que ocupan los cuatro catedráticos, que por el momento han expresado su intención de presentarse como candidatos a rector de la Universidad granadina. La maquinaria continúa al cien por cien.

En realidad en los últimos meses se han sucedido de manera intensa -en lo que cabe en este campo- en diferentes centros, aunque no hayan trascendido más allá, en ocasiones, de las paredes de esas facultades o escuelas. Eso no ha evitado que los candidatos hayan configurado sus equipos de trabajo e incluso hayan repartido cargos en vicerrectorados en el caso de ganar la elección. A algunos les han llegado las ofertas de cargos a pares.

Los profesores Antonio Campos, Francisco González Lodeiro, Rafael Payá y Luis Rico, que son por el momento los candidatos, han recabado ideas y apoyos. Esas ideas servirán para configurar sus programas y para tantear qué es lo que quiere la comunidad universitaria. Tanto estos cuatro catedráticos como sus colaboradores se enfrentan a una situación nueva porque el modo de elección es por sufragio ponderado de toda la comunidad y no a través del voto del claustro como antes y persiste la incertidumbre. Ahora no vale coger la lista de los 300 -en otras épocas más- claustrales y señalar con bolígrafo de qué lado estaría cada uno. La comunidad votante es mucho mayor, unos 85.000 aproximadamente.

Diversidad de opiniones

Poco a poco. Sin hacer mucho ruido y sin descuidar detalle se están moviendo los equipos de los candidatos. Aunque eso no evita el revuelo y los rumores entre la comunidad universitaria que está muy atenta a lo que pueda pasar el próximo otoño y principios de invierno.

La previsión es que las elecciones sean en noviembre para que haya tiempo para una segunda vuelta antes de vacaciones de Navidad. Si bien, no está muy determinado aún. En la comunidad universitaria recuerdan que es la segunda vez que se elige rector con este sistema, pero admiten que es la primera vez que presumiblemente habrá cuatro candidatos y es casi seguro que se irá a segunda vuelta. Momento en el que se decidirá presumiblemente el nombre de quién sustituirá a David Aguilar Peña, actual rector. Precisamente él será el que decidirá los plazos y también el que deberá hacer frente a que los candidatos de su actual equipo decidan seguir o marcharse antes de que se convoquen las elecciones.

Luis Rico y Rafael Payá son los que están en esta tesitura. El segundo ha manifestado su intención en alguna ocasión de dejar el cargo de vicerrector de Investigación nada más que se celebre la inauguración del curso. No obstante, aún no hay nada claro. El debate está abierto. ¿Es necesario que dejen su cargo o no? Dependerá quizás de las prioridades de cada catedrático. ¿Cómo afectaría eso al equipo actual?. Esa es otra de las facetas.

En los últimos meses Aguilar Peña tiene previsto inaugurar varios edificios, presentar balance del plan estratégico y hacer una valoración global, en definitiva, del trabajo de todo el equipo. Es más, en esos meses se presupone que el área de Luis Rico, por ejemplo, tendrá bastante trabajo en asuntos relacionados con el Espacio Europeo de Educación Superior (EEES).

Opiniones diferentes

En este punto hay opiniones para todos los gustos y colores. Unos interpretan que le puede ayudar al equipo y a sus propias candidaturas que se vayan y otros que perjudica al equipo y a ellos. Otros recuerdan que hay antecedentes en los que los candidatos a rector del equipo anterior se han mantenido en sus cargos. Se han dado algunos casos en Jaén, Salamanca o la Complutense, entre otras universidades.

El rector David Aguilar ha mantenido a lo largo del curso que estarán trabajando hasta el último momento. En voz alta no ha dicho aún si apoya a uno u otro de los catedráticos de su equipo, pero otros vicerrectores sí que lo han hecho. Han dado nombre y apellido.

Nadie olvida en ningún caso que aún puede que haya cambios en las candidaturas y cuando llegue la hora se caiga alguno o surja algún otro, aunque desde la UGR dicen que es complicado después de todo el trabajo realizado. Lo duro vendrá en otoño, pero ya ya han trabajado mucho. Nadie olvida tampoco la fuerza, prestigio y poder de la UGR. El cargo de rector es muy goloso.

Un último apunte o quizás una cuestión más para el debate y la reflexión: ¿Por qué no hay ninguna candidata para el cargo?
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La adaptación a Europa, un camino arduo

La adaptación a Europa, un camino arduo

La convergencia con Europa es un proceso laborioso en el que se encuentra inmersa la universidad española y que afectará a todos los estudios universitarios.

La adapatación al Espacio Europeo de Eduación Superior es una empresa en la que la universidad española esta embarcada. Toda la comunidad universitaria muestra inquietudes y opiniones sobre el llamado proceso Bolonia.

Las universidades están implantando programas piloto y pasando los créditos de las materias a ECTS para conseguir llegar al Espacio Europeo de Educación Superior (EEES). Con este nuevo sistema los resultados han sido completamente diferentes, mientras los alumnos que realizaban un seguimiento continuo del curso han obtenido mejores notas, los que compaginan el trabajo con los estudios lo han tenido más difícil.

Antonio Sánchez, comisionado para el Espacio Europeo de Educación de la Universidad de Granada, piensa que se deberían buscar nuevas formulas para que todos tengan oportunidades. Aunque la Universidad de Granada lleva trabajando en la implantación de programas piloto y créditos ECTS, las carreras técnicas se encuentran más retrasadas, algunas de ellas incluso sin programas pilotos.

Tras los programas piloto se deberían instaurar los nuevos títulos pero para ello es necesario que el Ministerio publique la normativa que los regule. Las fechas aún no se saben puesto que los plazos establecidos se han demorado. Antonio Sánchez cree que, aunque todavía no es tarde, el proceso se debe realizar de manera gradual. También aclara que algunas carreras serán más dificultosas y cree en la posibilidad de que los cambios no afecten a la desaparición de algunas carreras.

Por su parte Miguel Ángel Comendador, vicerrector de Postgrado y Convergencia Europea en la Universidad de Oviedo se muestra más crítico refleja las preocupaciones de los profesores de Oviedo que se ven sin tiempo para llegar a la tan ansiada convergencia. Comendador apuntó la necesidad de una normativa que establezca los derechos y deberes del profesorado.

La preocupación por parte de todos los integrantes de la comunidad universitaria queda reflejado en la opinión de cargos de responsabilidad en la adaptación al Espacio Europeo pero también en jornadas como las II Jornadas sobre Innovación en Docencia Universitaria, que ha organizado la Universidad de Alcalá y las muchas propuestas que ofrecen las universidades españolas en sus cursos de verano.

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Almuñécar acoge la inauguración de la XXIV edición de cursos de verano del Centro Mediterráneo de la UGR

La Casa de la Cultura de Almuñécar ha acogido en la mañana de hoy el acto de inauguración oficial de la XXIV edición de cursos de Verano del Centro Mediterráneo de la Universidad de Granada.

El acto, presidido por el rector de la Universidad de Granada, Prof. David Aguilar Peña, contó con la presencia de María Dolores Rull Pérez, concejala de Cultura del Ayuntamiento de Almuñécar, y de Juan Francisco García Casanova, director del Centro Mediterráneo de la UGR.

Rull Pérez dio la bienvenida a profesores y estudiantes que durante seis semanas cursarán 24 cursos en la ciudad sexitana, un tiempo de “convivencia y aprendizaje en que, además, podrán contar con unos servicios culturales que crecen durante el verano para atender las demandas de los visitantes”.

El Prof. García Casanova, por parte, destacó que son ya 24 los años que ininterrumpidamente el CEMED ha mantenido actividad en diversas sedes de la provincia de Granada, contando siempre con Almuñécar como centro principal en el número de cursos. En está edición, Granada, Guadix, Lanjarón, Motril y Ronda se unen a la ciudad sexitana para acoger los cerca de cuarenta cursos que congregarán a más de 2.000 alumnos y 400 profesores.

Curiosidad científica, compromiso intelectual
El rector de la Universidad de Granada, Prof. David Aguilar Peña, destacó la importancia de los cursos de verano en un contexto actual, en el que el Espacio Europeo de Educación Superior (EEES) y el sistema europeo de créditos (ECTS) rompe la tradicional frontera entre horario de clases y de estudio. “El trabajo del alumno en cursos como los de verano es parte del aprendizaje orientado por el profesor, como lo son las horas de estudio”. En este sentido, los cursos de verano permiten unos niveles de convivencia intelectual a los que tiende la Universidad europea en su conjunto.

Para David Aguilar, la utilidad de los cursos de verano radica, además, en que dedican su temática “a cuestiones de actualidad, poco abordadas en los planes de estudio oficiales, o por su utilidad para profesionales en activo, que precisan de programas de formación continua”.

El Rector destacó, asimismo, el que a su juicio es el valor esencial de un verano formativo en el Centro Mediterráneo: “el enfoque de una formación a la que se llega por curiosidad científica y por compromiso ético e intelectual con temas de actualidad, en un contexto de aprendizaje a lo largo de la vida”.

El CEMED
El Centro Mediterráneo es un organismo tutelado por la Universidad de Granada a través de un Patronato en el que están presentes la Diputación Provincial de Granada, Caja Granada y los ayuntamientos de Almuñécar y Motril.

El CEMED cuenta este verano, además, con la colaboración del Consejo Consultivo de Andalucía, las consejerías de Presidencia, de Innovación Ciencia y Empresa y de Justicia de la Junta de Andalucía, el Patronato de la Alhambra y Generalife, la Agencia Andaluza para el Desarrollo del Flamenco, el Ayuntamiento de Guadix, la Fundación Caja Rural de Granada, la Fundación Juanelo Turriano, la Fundación Ramón Areces, Aguas de Lanjarón, BASF, la Cámara de Comercio de Granada, Catering Ibagar, Halcón Viajes, MAPFRE, MRM Mutua Reddis Matt y Telefónica España.

Los cursos de la semana

Almuñécar:
“Domótica e inteligencia ambiental”,
“Biotecnología y sociedad: Claves para el futuro” y
“Prevención de riesgos laborales: Un enfoque multidisciplinar”.

Lanjarón:
“El agua, medio ambiente y cambio climático”.

Programa general de cursos: http://www.ugr.es/local/cm

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De izquierda a derecha, la concejala de Cultura del Ayto. de Almuñécar, María Dolores Rull Pérez; el rector de la UGR, Prof. David Aguilar Peña, y el director del CEMED, Juan Francisco García Casanova.

Referencia: Servicio de Comunicación. Centro Mediterráneo. Tel. 630 064328 | 648 285178. Correo e. dialog@ugr.es.


Más de 600 pensadores de todo el mundo participarán en el II Congreso Internacional sobre Ciencias Sociales Interdisciplinares

A partir de mañana martes, día 10, y hasta el viernes 13 de julio de 2007, tendrá lugar en la Facultad de Ciencias de la Educación el II Congreso Internacional sobre Ciencias Sociales Interdisciplinares, organizado por la Universidad de Granada y la empresa productora de contenidos para imprenta e Internet Common Ground.

Entre los principales ponentes se incluye a algunos de los pensadores más relevantes del mundo en Ciencias Sociales, entre ellos Mary Kalantzis , decana de la Facultad de Educación de la Universidad de Illinois Urbana Campaign; Robin Blackburn, historiador socialista británico, profesor de Estudios Históricos en el New School for Social Research de la ciudad de Nueva York. Por otro lado, Mariano Fernández Enguita, catedrático de Sociología y director del Departamento de Sociología y Comunicación en la Universidad de Salamanca, donde lleva el Centro de Análisis Sociales y el Observatorio Social de Castilla y León.

Todas las áreas representadas
El congreso abordará las prácticas interdisciplinares a través de las Ciencias Sociales, entre éstas y las Ciencias Naturales, entre las Ciencias Aplicadas y los distintos sectores profesionales. Cada uno de estos ejes están suficientemente desgranados para que cualquier estudioso o interesado en estos temas pueda presentar sus aportaciones y compartir experiencias con alumnos, profesores e investigadores de diversas partes del mundo. Los participantes trabajan en áreas tales como la Antropología, las Ciencias Aplicadas, Ciencias del Comportamiento, Economía, Educación, Ciencias de la Salud, Leyes, Gestión, Matemáticas y Estadística, Ciencias Físicas o Sociología, entre otras.

En la inauguración, que tendrá lugar mañana a las 8,30 h., participarán el decano de la Facultad de Ciencias de la Educación, el profesor Francisco Fernández Palomares , el profesor Bill Cope , de la Universidad de Illinois y director de Common Ground, y el Vicedecano de Relaciones Internacionales de la Facultad de Ciencias de la Educación, el profesor José Luis Ortega Martín.

Referencia: Prof. José Luis Ortega Martín. Vicedecano de Relaciones Internacionales. Facultad de Ciencias de la Educación de la Universidad de Granada. Tel.: 958 246 360 / 609 490 359. Correo e: ortegam@ugr.es.
Web:http://i07.cgpublisher.com/index.html


El profesor de la UGR José María Peinado Herreros, nuevo presidente de los decanos de Medicina de España

El decano de la Facultad de Medicina de la Universidad de Granada, Prof. José María Peinado Herreros, ha sido elegido por unanimidad presidente de la Conferencia Nacional de Decanos de Facultades de Medicina Españolas durante la última reunión plenaria de dicho organismo.

El Prof. Peinado Herreros ha coordinado la elaboración del nuevo Libro Blanco de la titulación de Medicina, que será referente en la elaboración de los nuevos planes de estudio adaptados al Espacio Europeo de Educación Superior. Junto a la elaboración de los nuevos planes de estudio, las facultades de Medicina españolas se enfrentan a profundos cambios en la actualidad, como el nuevo sistema de acceso a la titulación, el cambio en el examen de acceso a la formación especializada –examen MIR – o las relaciones con las instituciones sanitarias.

Grandes retos
Peinado Herreros afirma que uno de sus grandes retos como nuevo presidente es resolver “cómo las facultades de Medicina españolas van a responder ante la fuerte demanda de nuevos médicos en nuestra sociedad”. El Prof. Peinado afirma que las facultades de Medicina “están al servicio de la sociedad y deben ser capaces de responder a sus necesidades”, y reclama apoyo de las instituciones “a fin de que los incrementos en el número de alumnos que se han producido en los últimos dos años no supongan un descenso en la calidad docente”.

El nuevo presidente de los decanos de Medicina españoles afronta su mandato con el reto de “buscar cauces que permitan al carrera académica de los médicos, que encuentran numerosas dificultades entre el mundo sanitario y el universitario”. Esto, a juicio de Peinado Herreros, “ha llevado a que el profesorado de las facultades de Medicina sea el más envejecido de la universidad española, al no existir mecanismos de recambio”.

Decano

Referencia: Prof. José María Peinado Herreros. Decano de la Facultad de Medicina de la UGR. Tfnos: 958 243 523 – 958 243 503.
Correo e-: jpeinado@ugr.es