La rabia eleva riesgo de enfermedades y puede llevar a la muerte

Según un estudio de la Universidad de Granada, en España, episodios frecuentes de rabia pueden elevar el riesgo de contraer enfermedades a largo plazo.

Paros cardíacos, derrames, mala cicatrización y un sistema inmunológico debilitado pueden ser algunos de los males oriundos de la ira.

Los científicos descubrieron que preocuparse por los errores del pasado disminuye la capacidad de soportar el sufrimiento. El estudio analizó a 50 hombres y mujeres sobre sus sentimientos con relación a eventos de su vida, como errores y oportunidades perdidas. Los resultados, publicados en la revista médica PLoS One, mostraron que aquellos que se acordaban de los momentos tristes de la vida eran más propensos a ser sensibles al dolor.

Una posible explicación es que las emociones negativas causan disturbios en los circuitos del cerebro. Cuando alguien pierde la paciencia, la frecuencia cardíaca aumenta, la presión arterial sube y el flujo sanguíneo hacia los músculos se eleva. El proceso deja al cuerpo listo para luchar o huir.

Al mismo tiempo, los niveles de glucosa suben para dar a los músculos la energía necesaria para la acción y las glándulas suprarrenales producen adrenalina hormonal. Las pupilas se dilatan y los pulmones se expanden para recibir más oxígeno.

Los males son aún más intensos en aquellas personas que guardan sentimientos de rabia en vez de liberarlos. Un estudio de Suecia demostró que esos individuos presentan el doble de riesgo de tener un paro cardíaco al ser comparados con aquellos que descargan el estrés.

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Il cibo spazzatura può portare alla depressione

Non bastassero i chili di troppo, il cibo spazzatura può portare anche a disturbi depressivi. Secondo una ricerca congiunta dell’Università de Las Palmas de Gran Canaria e dell’Università di Granada, mangiare troppe merendine, dolci confezionati e altri snack, oppure consumare i propri pasti troppo spesso al fast-food, aumenta del 51% il rischio depressione. Diretti da Almudena Snchez-Villegas, gli studiosi spagnoli hanno seguito per un periodo di tempo un campione di quasi 9.000 persone – nessuna delle quali aveva precedentemente ricevuto una diagnosi di depressione nè tanto meno risultava in cura con antidepressivi – analizzando che tipo di dieta seguissero e il loro stato di salute mentale. Nel corso del periodo di monitoraggio, per 493 soggetti esaminati è stata effettuata una diagnosi di depressione. I ricercatori hanno così riscontrato una associazione diretta tra rischio depressione e abbondanza di cibo spazzatura nella dieta di ciascuno. Ovvero, più si mangia male e più aumenta il rischio di soffrire del male di vivere. Lo studio avvalora dunque la tesi che una dieta sana è un ingrediente fondamentale non solo per il corpo ma anche per la psiche: un precedente studio dello stesso gruppo di ricerca, condotto su oltre 12 mila soggetti, aveva infatti portato a conclusioni simili. Non a caso, è ormai documentato che cibi come il pesce, ricco di omega-3, le verdure e alimenti che apportano vitamine del gruppo B, funzionano da ‘antidepressivì.
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La UGR valora el efecto prenatal en la actitud económica

Investigadores del grupo Globe de la Universidad de Granada (UGR) han analizado factores biológicos y de comportamiento para determinar cómo se toman las decisiones económicas. Los resultados del estudio Organizing effects of Testosterone and economic behavior: not just risk taking publicados en PLoS ONE muestran que el razonamiento abstracto juega un papel muy importante en las decisiones bajo certidumbre y todo ello está relacionado con la exposición fetal a la testosterona.

Para llegar a esta conclusión los investigadores han utilizado dos tipos de pruebas para medir la inteligencia: el test de Raven, que evalúa la capacidad de razonamiento abstracto y, por otra parte, la toma de decisiones con incertidumbre, es decir, jugaron loterías, según una nota de la Fundación andaluza para la divulgación de la innovación y el conocimiento.

La novedad del estudio radica en añadir a estas pruebas otras para demostrar las diferencias biológicas.

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Studio scopre che il consumo di cibi fast food aumenta il rischio di depressione

Mangiare cibi fast food aumenta il rischio di soffrire di depressione, secondo un nuovo studio spagnolo. I risultati, presentati nella rivista Public Health Nutrition, mostrano una correlazione tra la depressione e il consumo di cibi fast food quali hamburger, pizza e hot dog, nonché di prodotti da forno commerciali come i cornetti e le ciambelle. In particolare, le persone che mangiano cibi fast food e prodotti da forno commerciali hanno una probabilità del 51% maggiore di sviluppare la depressione rispetto a coloro che non consumano questi alimenti.

I ricercatori dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria presso l’Università di Granada hanno inoltre individuato una relazione quantità-effetto. «Più cibo fast food si consuma, maggiore sarà il rischio di depressione,» scrive il Scientific Information and News Service (SINC) citando l’autrice principale Almudena Sánchez-Villegas dell’Università di Las Palmas de Gran Canaria.

Gli individui che consumano maggiori quantità di cibi fast food e di prodotti da forno commerciali sono solitamente single, hanno cattive abitudini alimentari e non sono molto attivi. Un’altra caratteristica di questi soggetti è che fumano e lavorano più di 45 ore alla settimana.

Il team fa sapere che i risultati sono analoghi per quanto riguarda il consumo di prodotti da forno commerciali. «Anche il consumo di piccole quantità è legato a una probabilità significativamente maggiore di sviluppare la depressione», dice la dott.ssa Sánchez-Villegas.

Lo studio ha utilizzato i dati del progetto SUN del programma Diet and Lifestyle Tracking dell’Università di Navarra. A nessuno degli 8.964 partecipanti era mai stata diagnosticata la depressione e non avevano mai assunto farmaci antidepressivi. I ricercatori hanno seguito i partecipanti per un periodo di circa sei anni. Un totale di 493 soggetti è risultato affetto da depressione o ha assunto antidepressivi.

I risultati di questo recente studio vanno a corroborare i risultati del progetto SUN del 2011, che sono stati pubblicati sulla rivista PLoS ONE. Tra i 12.059 soggetti valutati dal team del progetto SUN, sono stati identificati 657 nuovi casi di depressione. Hanno trovato un balzo del 42% del rischio legato ai cibi fast food, che è inferiore a quello scoperto dallo studio attuale.

«Benché siano necessari ulteriori studi, l’assunzione di questo tipo di cibo dovrebbe essere controllato a causa delle sue implicazioni per la salute fisica (obesità, malattie cardiovascolari) e il benessere mentale,» dice la dott.ssa Sánchez-Villegas.

Più di 121 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di depressione. Gli esperti ritengono che questo numero elevato rende la depressione uno dei principali fattori globali che influiscono sull’aspettativa di vita senza disabilità. I paesi con livelli di basso e medio reddito segnalano la depressione come la principale minaccia all’aspettativa di vita senza disabilità.

Ma non esistono sufficienti informazioni su come la dieta è collegata allo sviluppo di disturbi depressivi. In passato è stato indicato che alcuni nutrienti hanno un ruolo preventivo, come ad esempio gli acidi grassi omega-3, le vitamine del gruppo B e l’olio d’oliva. I dati suggeriscono anche che una dieta sana, come la famosa dieta mediterranea, è legata a un minor rischio di sviluppare la depressione.

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Salute: con cibo-spazzatura rischio depressione sale del 51%

Il cibo-spazzatura non solo fa ingrassare, ma puo’ anche portare a disturbi depressivi: infatti, uno studio spagnolo ha svelato che mangiare troppe merendine, dolci confezionati e altri snack, oppure consumare i propri pasti troppo spesso al fast-food, aumenta del 51% il rischio depressione. La ricerca – su un campione di 9mila soggetti monitorati per 18 anni – e’ condotta dall’Universita’ Las Palmas de Gran Canaria e l’Universita’ di Granada, e pubblicata su ‘Public Health Nutrition’.
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Il rischio di ammalarsi di depressione aumenta con i cibi ‘spazzatura’

Patatine fritte, hot dog e hamburger, o più in generale, i cosiddetti cibi spazzatura, possono portare alla depressione. È quanto emerso da uno studio pubblicato sul Public Health Nutrition, che mette in luce gli effetti negativi di alimenti grassi e fritti sullo stato mentale.

 

Il team di ricercatori, coordinato dal dottor Sànchez Villegas dell’Università di Granada, in collaborazione con l’Università di Las Palmas, ha infatti, scoperto che chi magia , sia abitualmente che saltuariamente va in contro al rischio di soffrire di .

 

Nello specifico, dei quasi 9.000 partecipanti compresi nel Progetto Sun, quasi 500 di loro, dopo aver mangiato alimenti ad alto apporto calorico, hanno iniziato ad assumere farmaci antidepressivi e a sviluppare i primi sintomi della malattia. E i segni del disturbo mentale, avrebbero iniziato a rendersi evidenti già dopo i successivi sei mesi.

Gli esperti, inoltre, aggiungono che ad accentuare il problema, intervengono anche altri fattori, come il fumo, essere single, avere uno stile di vita non equilibrato e quindi fare poco sport e mangiare male.

I dati raccolti, mettono in evidenza che anche la velocità con la quale si consumano cibi spazzatura, può essere fondamentale, il dottor Villegas, infatti, spiega che“Coloro che mangiavano molto velocemente questi cibi, avevano anche un rischio maggiore di ammalarsi.”

Sono tutti d’accordo, infine, nel ritenere che“Il consumo di cibi spazzatura dovrebbe essere valutato con molta attenzione, soprattutto nei bambini e non solo per gli effetti negativi sulla salute mentale ma anche perché fonte di molteplici problemi cardiovascolari, come infarto, ictus e ipertensione.”

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I fast food fanno male anche al benessere mentale

Il fast food puo’ essere nocivo anche per la salute mentale. Secondo uno studio spagnolo pubblicato sul Journal Public Health Nutrition, mangiare junk, mangiare cioe’ hamburger, hot dog e pizza aumenta la probabilita’ di sviluppare depressione. La ricerca e’ stata condotta da un team di due universita’ spagnole, l’Universita’ di Las Palmas de Gran Canaria e l’Universita’ di Granada. In particolare gli scienziati hanno riscontrato che coloro che mangiano spesso nei fast food avevano il 51 per cento di probabilita’ in piu’ di sviluppare la depressione rispetto a chi li frequenta poco o affatto. «Piu’ si consuma velocemente il cibo e maggiore e’ il rischio di sviluppare la depressione», ha detto Almudena Sanchez-Villegas, primo autore della ricerca. «Oltre ai problemi di salute fisica – ha aggiunto – questa abitudine e’ stata associata anche a problemi di ordine psicologico, per esempio a una minore reattivita'», ha aggiunto. La ricerca ha coinvolto un campione di 8.964 partecipanti, cui non erano mai stati diagnosticati prima sintomi di depressione, o che comunque non avevano mai assunto anti-depressivi. Essi sono stati valutati per un periodo medio di sei mesi, dopo i quali a 493 persone e’ stata diagnosticata la depressione e hanno cominciato a prendere anti-depressivi.
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Depressione: il cibo spazzature mette a rischio la salute mentale

La depressione così come gravi forme di stress sono i mali dell’ultimo secolo; una ricerca ha appurato che in queste patologie può giocare un ruolo fondamentale l’alimentazione, nello specifico il famoso cibo spazzatura da fast food, se consumato con assiduità e frequenza può avere un ruolo fondamentale nella comparsa della depressione. Questa patologia è un male che colpisce una percentuale sempre crescente e preoccupante di soggetti nel mondo; una malattia dalla quale si può guarire, ma che richiede grande sforzo e volontà del soggetto di porre fine al suo stato di depresso. In casi gravi si ricorre alla terapia farmacologica oltre alle sedute presso uno psicoterapeuta. Un percorso duro e difficile che spesso può durare anche anni.

Ma come interagisce il cibo spazzatura con la salute mentale? Si tratta di una scoperta fatta di recente da un gruppo di studiosi che hanno osservato il comportamento e la salute di circa 9000 persone che mai avevano avuto prima una diagnosi di depressione.

L’università che si è occupata di questo studio è la de Las Palmas de Gran Canaria insieme all’Università di Granada, il cui esito è stato pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition. Durante tutto il periodo di osservazione dei soggetti, si è controllato soprattutto oltre al loro stile di vita, le loro abitudini alimentari consuetudinarie. Ebbene, alla fine per periodo di monitoraggio, su 493 soggetti esaminati è stata riscontrata una diagnosi di depressione. Si è appurato inoltre che questi stessi seguivano una dieta alimentare associata a quella dei fast food e quindi del classico cibo spazzatura; riscontrando così un legame importante tra l’assunzione con frequenza di questa insana alimentazione con appunto la comparsa della depressione.

Già in passato era stato eseguito uno studio di questo genere; questo ha avvalorato maggiormente questa ipotesi: l’alimentazione sana con frutta e verdura e soprattutto con pesce e un apporto adeguato di omega 3, allontana il rischio di depressione. Gli omega 3, tante volte ne abbiamo discusso, sappiamo essere fautori del buon umore e della salute mentale contrastando la comparsa di malattie associate alla salute mentale come appunto la depressione, grazie alle proprietà in essi contenute.

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Il ‘cibo-spazzatura’ causa depressione

Il «cibo-spazzatura», oltre a far ingrassare, può portare a disturbi depressivi.
Uno studio spagnolo ha svelato che mangiare troppe merendine, dolci confezionati e altri snack, oppure consumare di frequente i propri pasti al fast-food, farebbe aumentare del 51% il rischio depressione.

La ricerca è stata effettuata su un campione di 9mila soggetti monitorati per 18 anni ed è stata eleborata dall’Università Las Palmas de Gran Canaria e l’Università di Granada. I risultati sono stati pubblicati su «Public Health Nutrition».

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Il fast food stimola la depressione

Il fast food può essere nocivo anche per la salute mentale. Secondo uno studio spagnolo pubblicato sul Journal Public Health Nutrition, mangiare junk, mangiare cioé hamburger, hot dog e pizza aumenta la probabilità di sviluppare depressione.
La ricerca è stata condotta da un team di due università spagnole, l’Università di Las Palmas de Gran Canaria e l’Università di Granada.
In particolare gli scienziati hanno riscontrato che coloro che mangiano spesso nei fast food avevano il 51 per cento di probabilità in più di sviluppare la depressione rispetto a chi li frequenta poco o affatto.
«Più si consuma velocemente il cibo e maggiore è il rischio di sviluppare la depressione», ha detto Almudena Sanchez-Villegas, primo autore della ricerca. «Oltre ai problemi di salute fisica – ha aggiunto – questa abitudine è stata associata anche a problemi di ordine psicologico, per esempio a una minore reattività», ha aggiunto.
La ricerca ha coinvolto un campione di 8.964 partecipanti, cui non erano mai stati diagnosticati prima sintomi di depressione, o che comunque non avevano mai assunto anti-depressivi. Essi sono stati valutati per un periodo medio di sei mesi, dopo i quali a 493 persone è stata diagnosticata la depressione e hanno cominciato a prendere anti-depressivi.
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El secreto de la formación de los cristales de yeso

Ciencia básica, potenciales aplicaciones industriales de amplio alcance, pistas sobre los minerales en Marte y belleza se aúnan en un descubrimiento de un equipo de investigación de Granada acerca del proceso de cristalización del yeso. Para rematar el éxito, la prestigiosa revista Science no sólo presenta el trabajo, sino que le dedica su portada esta semana, con una impactante fotografía de los cristales de yeso vistos al microscopio. La bassanita es el polvo blanco que, con agua, se usa tanto para inmovilizar una fractura ósea como para hacer una moldura o para enlucir una pared, por citar solo algunos de los centenares de usos de este material. Y lo que estos investigadores han descubierto es que se forman de forma natural partículas de bassanita, sin necesidad del proceso de deshidratación industrial habitual.

«Este estudio revela cómo el proceso de formación de un mineral natural puede tener importantes consecuencias económicas para nuestra vida diaria. Pero también nos habla de cómo la naturaleza puede hacer bellos enormes cristales como los de las cuevas de Naica, en México, y la geoda de Pulpí, en Almería, o incluso el yeso y la bassanita recientemente documentada en Marte», comenta Juan Manuel García Ruiz, director del Laboratorio de Estudios Cristalográficos (CSIC-Universidad de Granada), que lidera la investigación, en la que también participan expertos de la Universidad de Leeds (Reino Unido).

De la magnitud de las posibles aplicaciones que abre el hallazgo basta un indicador: cada año se producen en el mundo cien millones de toneladas de bassanita para hacer escayola a partir del yeso extraído de las canteras. Sin olvidar las incrustaciones de ese mineral que se acumulan en las cañerías de casa o de instalaciones industriales. «Nuestro estudio muestra una nueva forma, barata y a baja temperatura, de fabricar bassanita, aunque hasta solo hemos logrado mantenerla estable durante menos de una hora», señala el investigador del instituto de Granada Alexander van Driessche y primer firmante del artículo en Science.

Cristales gigantes en la mina de Naica
La bassanita es el mineral que se conoce vulgarmente como yeso cocido, ese polvo blanco que, cuando se mezcla con agua, libera calor y se endurece al secar, formando la típica escayola. Para producir esa bassanita se calienta hasta 150 grados centígrados el yeso extraído de las canteras, deshidratándolo. Cuando se mezcla ese polvo blanco con agua fragua desprendiendo en la reacción y se endurece. Pero es posible encontrar una vía más barata de producción, evitando esa fase costosa de calentamiento, dicen los investigadores de Granada.

«El yeso de cantera es sulfato cálcico con dos moléculas de agua, y de eso están hechos también los grandes cristales de las cuevas de Naica», explica García Ruíz. «Lo que hemos visto en nuestros experimentos con microscopía electrónica es que, cuando ese yeso mineral cristaliza de forma natural, a temperatura ambiente, se forma bassanita espontáneamente, en los primeros minutos, sin que sea necesario la ruta normal, la del calentamiento a 150 grados centígrados», continúa. Eso si, advierte, transcurridos unos 40 minutos esa bassanita se transforma otra vez en yeso de cantera de forma natural. La cuestión, añade, es buscar algún tipo de aditivo que alargue ese tiempo en que el yeso de cantera está en forma de bassanita, lo que supondría una muy interesante alternativa para la producción industrial. Parte de los experimentos de microscopía electrónica se han realizado en la Universidad de Leeds, recalca el científico español.

 

En cristalografía, explica García Ruíz, uno de los temas candentes de investigación es la llamada nucleación, es decir, cómo se empieza a formar un cristal. Y se están descubriendo cosas raras, como ésta del yeso, añade. Por ello, la investigación de la bassanita se enmarca en el proyecto de estudio de Naica, cuyo objetivo es entender la formación de esos enormes cristales, algunos de 10 metros de longitud.

Y por último el planeta rojo: «Se ha encontrado mucho yeso, pero también mucha bassanita en Marte, y en la Tierra es difícil que se forme de manera natural esa última», explica García Ruíz. «Pero si tienes en Marte una atmósfera (con poca agua) capaz de estabilizar esta basanita… puede ser una explicación».

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Il rischio di depressione aumenta con i cibi spazzatura

I cibi spazzatura, secondo alcuni studiosi spagnoli, aumentano il rischio di insorgenza della depressione. Sembrerebbe un collegamento un po’ anomalo quello tra tale patologia e gli alimenti considerati un po’ da tutti molto invitanti. Anche perché quando si pensa ad un’alimentazione caratterizzata da merendine, fast food, pizze confezionate, ciambelle, viene in mente il rischio cardiovascolare (giustificato dall’azione che i componenti di questi cibi hanno sul cuore, sui vasi sanguigni, e sul sangue). Secondo lo studio oltre a danneggiare il nostro sistema cardiovascolare anche il cervello sarebbe un «bersaglio» di questi alimenti. Ed il problema non risiederebbe solamente nell’abuso di panini e dolciumi ma anche le piccole quantità aumenterebbero il rischio di ammalarsi.

L’identikit di chi privilegia i fast food

Lo studio, pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Las Palmas della Gran Canaria, e da quelli dell’Università di Granada, guidati dal dottor Almudena Sanchez-Villegas. Già in passato era stata eseguita una ricerca simile ma con risultati molto diversi e meno specifica, e pubblicata sulla rivista Plos. Infatti, in quest’ultimo studio oltre ad aver sottolineato il rischio elevato di depressione causato dai cibi spazzatura, gli scienziati hanno anche tracciato il profilo del tipico consumatore e amante dei fast food. La ricerca ha preso in considerazione 9 mila persone sane appartenenti ad un gruppo di 12 mila volontari, provenienti dall’area mediterranea, e facenti parte di un ulteriore progetto di ricerca dell’Università di Navarra. Anche quest’ultima si stava occupando dei rapporti esistenti tra il cibo e la salute mentale. I risultati sottolineano che chi mangia spesso merendine, ciambelle, hot dog, hamburger, panini, pizze, ha il 51% in più di probabilità di ammalarsi di patologie a livello mentale come la depressione, rispetto a chi non ne fa uso o lo fa raramente. Inoltre il classico frequentatore e amante di certi cibi è risultato essere single, che lavora non meno di 45 ore alla settimana, fumatore, con appunto un’alimentazione scorretta carente di tutti i nutrienti sani e necessari per la salute, e che pratica poca o niente attività fisica.
Le sostanze incriminate

Le sostanze contenute in questi cibi, che causano un aumento del rischio depressivo, ma anche cardiovascolare, sono in particolar modo gli acidi grassi insaturi (trans). Questi ultimi sono contenuti nei cibi spazzatura a causa di tutta una serie di trattamenti che subiscono gli olii vegetali per ottenere l’alimento finale. Per l’organismo aumentano i livelli di lipidi (colesterolemia totale e LDL o colesterolo «cattivo») nel sangue e contemporaneamente riducono la quantità di HDL o colesterolo «buono» circolante. Al contrario, invece, i ricercatori confermano il ruolo importante e salutare degli acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi e dei nutrienti contenuti nell’olio d’oliva. Gli studi continueranno per poter confermare l’azione negativa dei fast food anche a livello cerebrale.

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