Pág. 4: Música. ‘Jóvenes flamencos’
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Andalucía – Pág. 5: El rector de Sevilla condena la detención de un profesor
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Ogni quattro ore in Italia una persona riceve la diagnosi di sclerosi multipla, malattia che si manifesta soprattutto tra i 20 e i 30 anni in particolare tra le donne, con un rapporto di due a uno rispetto agli uomini. Un totale di 61 mila malati che hanno bisogno di supporto per le terapie o di consulenze sui loro diritti, per un costo sociale di 2 miliardi e 400 milioni di euro all’anno solo in Italia. La settimana nazionale sulla sclerosi multipla, indetta dall’Aism, Associazione italiana sclerosi multipla, è l’occasione per fare il punto sulle cure e sulle cause della malattia, la cui incidenza a livello mondiale è in aumento, come conferma direttrice dell’Unita’ operativa di Neurofisiopatologia al Policlinico di Bari. «Si è passati, in un decennio, da circa 3 casi ogni 10mila persone a 4,5 su 10mila. Le aree geografiche dove si presenta il maggior numero di nuovi casi sono i Paesi del Nord America e del Nord Europa, Italia compresa, con una leggera differenza tra il Nord e il Sud, dove l’incidenza e’ un po’ più alta al settentrione».
Cause ancora sconosciute
Un dato rilevante arriva da una recente indagine Doxa, commissionata dall’Aism, che evidenzia come tra le persone ci sia una sempre maggiore consapevolezza della malattia. Due su tre conoscono la patologia e oltre la metà sa che interessa il sistema nervoso centrale e colpisce soprattutto i giovani. Per quel che riguarda le ipotesi sulle cause mentre è in fase di verifica la possibilità dell’insufficienza venosa prospetta da Paolo Zamboni, che tanto spazio sta avendo nelle cronache, sempre più conferme arrivano per l’ipotesi virale. Un recente lavoro scientifico dell’Università di Granada ha, infatti, trovato anticorpi contro il virus di Epstein-Barr in una percentuale significativa di malati. È poi da tempo sotto indagine il ruolo della vitamina D. È stato già accertato che la vitamina che si produce attraverso la pelle con l’esposizione alla luce del sole, riduce il rischio di contrarre la sclerosi, ma un nuovo studio australiano indica che i suoi livelli sono associati non soltanto con l’insorgenza della malattia, ma anche con la frequenza degli attacchi. «Abbiamo potuto collegare direttamente il rischio di un attacco al livello di vitamina D» ha commentato Bruce Taylor che ha guidato lo studio. «Vi è stata una diminuzione lineare nel rischio di un attacco, rispetto all’aumento nei livelli della vitamina». Una ricerca con implicazioni mondiali, secondo gli autori, visto che i trattamenti efficaci per la sclerosi sono molto costosi, mentre le ricadute aggravano notevolmente il grado di disabilità del paziente. Ma come si stanno evolvendo le cure?
Nuovi farmaci in fase di studio
La «strada maestra» è rappresentata dalle terapie personalizzate e dagli studi comparativi sui farmaci, come spiega Luca Massacesi, direttore della II clinica di Neurologia dell’ospedale universitario di Careggi. «Dopo anni di assenza nel panorama farmacologico di nuovi prodotti» ha affermato Massacesi a margine di un convegno a Firenze «negli ultimi anni sono stati approvati numerosi farmaci». Una novità per i malati, secondo Massacesi, arriva da un farmaco sintomatico, il primo che «può far regredire un’invalidità stabilizzata». Si tratta della fanpiridina, «approvata dall’Ema (l’agenzia europea regolatoria dei farmaci) lo scorso mercoledì che migliora la velocità nella deambulazione, dando più forza alle gambe, perché migliora la conduzione delle fibre nervose. Può essere somministrato solo a una piccola percentuale di malati: «nel caso in cui» precisa Massacesi «le fibre nervose non siano del tutto danneggiate». Sono molti, poi, i farmaci in corso di test in fase III, immunomodulanti o immunosoppressori che «prevengono la formazione di nuove lesioni e quindi è cruciale somministrarli nei primi stadi della malattia. Da qui l’importanza di una diagnosi precoce». Particolari aspettative sono concentrate su un farmaco dal brevetto scaduto, l’azatioprina, già usato negli anni ’50 per il rigetto del trapianto di rene, per il quale l’Agenzia italiana del farmaco ha finanziato uno studio. Entro il 2011 potrebbe essere disponibile il fingolimod, il primo farmaco per bocca che deve passare il vaglio dell’Agenzia Italiana del Farmaco, come trattamento di seconda linea. «Se verrà dimostrata la sua sicurezza» aggiunge Massacesi «potrebbe anche diventare un farmaco di prima linea». «I medici hanno ancora difficoltà di scelta tra i farmaci» conclude Massacesi «e si procede a caso e lo stesso avverrà nel prossimo futuro, per questo è necessario aumentare gli studi comparativi e personalizzare le cure sui pazienti».
Pág. 8: Un museo universitario para integrar la zona Norte
Pág. 12 – Publicidad: Pruebas de Aptitud para el Acceso a la Universidad
Pág. 37 – Necrológica: D. Miguel Salazar Gragera (Alumno del centro universitario de formación del profesorado » La Inmaculada Concepción»)
Pág. 52: La ‘ventana’ del Parque se abre a los aceleradores de partículas
Pág. 56: Jueves cargado de flamenco fusión
Pág. 65: ‘La industria aeronáutica y su desarrollo después de la Guerra Civil’ / ‘La franquicia como salida profesional’ / Charla de José Javier de Castro / Concierto ‘Jóvenes Flamencos’
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Le donne sono più sensibili quando si discute all’interno della coppia, mentre gli uomini se la prendono di meno, anche se poi sono quelli ad usare toni un po più duri.
A sostenerlo anche uno studio pubblicato sulla rivista Intervención Psicosocial da Inmaculada Valor Segura, Francisca Expósito e Miguel Moya del Dipartimento di Psicologia sociale dell’Università di Granada, in Spagna.
I ricercatori che hanno condotto questo studio, esaminando le reazioni di 142 studentesse e 67 studenti dell’Università di Granada, posti in 5 situazioni conflittuali di diverso tipo: hanno scoperto che gli uomini e le donne hanno emozioni diverse all’interno delle situazioni conflittuali.
Sembra, infatti, che di fronte a una situazione in cui “il partner offende o manca di rispetto” la donna si sente più infelice dell’uomo, e “se il partner è fisicamente aggressivo durante una discussione” le donne sono più deluse.
Nella situazione, invece, in cui “il partner urla contro frequentemente”, le donne diventano tristi, mentre gli uomini si sentono in colpa. Se il partner “distorce le argomentazioni” le donne si sentono tristi, mentre gli uomini si sentono in imbarazzo.
Pág. 15: Las asambleas de los indignados se expanden a otros barrios de Granada
Pág. 29: Conferencia sobre el modelo castellano de palacio
‘El toreo hecho escultura’ en San Bartolomé y Santiago
Pág. 55: El arte se muda a la Zona Norte
Pág. 60: Concierto de Jóvenes Flamencos en la Facultad de Filosofía
Pág. 61 – Publicidad: Pruebas de Aptitud para el Acceso a la Universidad
Pág. 64 – Necrológica: D. Miguel Salazar Gragera (Alumno del centro universitario de formación del profesorado » La Inmaculada Concepción»)
Contraportada: El arte, en un contenedor
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La consejera en funciones de Educación, Cultura y Mujer del Gobierno ceutí, Mabel Deu (PP), asiste a la reunión en la sede de la Fundación, en Madrid, y en ella se abordará, entre otras cosas, la propuesta de ayudas para el año 2012 y el estado de los proyectos educativos, según ha informado el Gobierno ceutí.
Esta Fundación depende del Ministerio de Justicia y tiene entre sus objetivos el de promocionar la libertad religiosa, ser un espacio de pensamiento y debate sobre esa libertad, influir en la creación de un marco adecuado de convivencia y promover la normalización del hecho religioso en la sociedad.
En esta línea, una de las cosas que hace la FPC es publicar estudios sobre los temas que la competen.
Junto con la Fundación Premio Convivencia de Ceuta, se ha comprometido a publicar el informe que está elaborando la Universidad de Granada sobre la realidad religiosa y cultural de Ceuta y Melilla.
El Comité Asesor, en el que por primera vez Ceuta estará representada mañana, promueve la normalización del hecho religioso en la sociedad y asesorar sobre gestión de la diversidad religiosa a responsables políticos de los distintos ámbitos territoriales, entre otras funciones.
Su proyecto más interesante es el diseño del Observatorio sobre el pluralismo religioso, que gestionará información sobre este tema en función de las necesidades de los posibles usuarios, como ayuntamientos, comunidades autónomas y servicios públicos educativos y sanitarios, entre otros.
“La creación de empleo será el pilar básico de mi proyecto para los próximos cuatro años”. Esto es lo que asevera el actual primer edil, Noel López, que trabaja en funciones desde el pasado domingo y que retomará su cargo de alcalde-presidente el próximo 11 de junio con mayoría absoluta gracias al 54,35% de los votos que la ciudadanía de Maracena vertió en las urnas a su favor, 2.147 más de los que obtuvo en 2007 y que le han llevado de gobernar en coalición con 7 concejales a pasar a los 12 con los que lo hará ahora.
“Los tiempos son difíciles y los próximos años hay que afrontarlos con mayor dedicación y entusiasmo, si cabe, con el objetivo de no restar bienestar y gestionar bien los recursos, que no son abundantes”, reconoce el regidor maracenero, que asegura que tiene la creación de empleo y oportunidades como pilar básico para la gestión de los próximos cuatro años.
Para ello, el desarrollo del área concertada junto a Atarfe y Albolote, con 2,6 millones de metros cuadrados de suelo industrial, terciario y residencial en menor medida, tendrá un papel fundamental así como la materialización de nuevos proyectos como la ampliación de la ciudad deportiva, el centro de día, la casa de la Igualdad, el nuevo colegio, el cuartel de la guardia civil, un parque de 54.000 metros cuadrados o un nuevo centro cultural, informa el consistorio en un comunicado.
Además, según asevera el alcalde, el convenio firmado con la Universidad de Granada y que supone la creación de 800 viviendas universitarias en régimen de alquiler en Maracena también supondrá una buena repercusión económica en las PYMES de la ciudad pue,s según estudios de la propia UGR y Caja Granada, el impacto económico en una zona es de 6000 euros anuales por estudiante, lo que supone una considerable inyección económica para la ciudad.
La reordenación del entorno del cementerio, la creación de un tanatorio o la puesta en funcionamiento del centro cívico ciudad de Maracena también están siendo gestionados por Noel López: “Me comprometí con mis vecinos a corresponderles con cuatro años de mi vida a cambio de un día de la suya, y así lo haré”.
El 52% del alumnado de la costa pasa mucho frío en las aulas en invierno, según las encuestas realizadas en el marco del proyecto Teenergy, gestionado en España por la Agencia Provincial de la Energía de Granada. Otras de las conclusiones de este estudio es que la mayoría pasa calor en verano y necesita encender las luces del aula aunque haya luz solar en el exterior. Además, casi ningún centro dispone de dispositivos automáticos de iluminación artificial.
El objetivo de esta investigación es mejorar la eficiencia energética en institutos mediante la puesta en práctica de una estrategia común basada en los tres modelos típicos climáticos que caracterizan el área mediterránea: costa, montaña y ciudad.
El 52% del alumnado de la costa siente mucho frío dentro del aula en invierno. Además, el 87% pasa mucho calor en verano en el litoral. Es por ello por lo que se hace necesario introducir mejoras en los sistemas de calefacción y en los de refrigeración, según consideran el 25% y el 23% de los encuestados, para así mejorar el bienestar que se siente en el interior de las aulas.
También pasa mucho frío en invierno el 19% de los alumnos y las alumnas de la ciudad y el 11% de la montaña. En verano, el 78% experimenta mucho calor en la ciudad y el 33% en la montaña.
La comodidad mejoraría igualmente si se introdujeran mejoras en las ventanas y las contraventanas, medidas que permitirían evitar los deslumbramientos y recalentamientos y por las que apuesta el 18% en la costa, el 22% en ciudad y el 18% en montaña.
En cuanto a la iluminación, los tres modelos climáticos coinciden en que la luz natural que llega a los pupitres es correcta solo para una minoría, aunque las deficiencias son mayores en la ciudad, que registra un 5% frente al 39% del litoral y el 37% de la montaña. El resto de estudiantes señala que la luz natural les ciega, no es suficiente o crea sombras.
En este sentido, la mayoría necesita encender las luces del aula a veces o siempre aunque haya luz solar en el exterior, proporción que asciende al 95% en la ciudad y al 87% en la costa y en la montaña, de acuerdo con la misma encuesta.
Cabe destacar igualmente que ningún centro docente cuenta con un sistema automático de iluminación artificial en la costa ni en la montaña, mientras que en la ciudad lo tiene únicamente el 43%, informa la Vicepresidencia segunda de Diputación en un comunicado.
La primera fase del proyecto Teenergy contó con la participación de diez centros docentes de la provincia de Granada, de los que dos (la Escuela de Arte de Granada y el IES La Zafra de Motril) fueron seleccionados para la segunda fase por presentar un mayor potencial de ahorro energético. En dicha segunda etapa se analizó la posible aplicación de medidas pasivas de ventilación, la mejora del aislamiento de ventanas y epidermis de los edificios y la instalación de placas fotovoltaicas, entre otros aspectos.
De hecho, la institución provincial ya está trabajando con la Consejería de Educación de la Junta de Andalucía para estudiar la viabilidad de la implantación de varias de las medidas detectadas. Asimismo, existe una estrecha colaboración con la Universidad de Granada dentro del proyecto para formar a los nuevos profesionales en tecnologías de edificación que permitan construir edificios de consumo energético casi nulo. Entre las actuaciones desarrolladas se encuentra la actual exhibición de 12 proyectos piloto de actuación en la Escuela Técnica Superior de Ingeniería de Edificación, un curso de urbanismo sostenible y la participación en varias jornadas o exposiciones dirigidas al sector.
Teenergy es un proyecto de la Unión Europea (UE) cuyo objetivo es analizar la implantación de medidas de ahorro y eficiencia energética en edificios del área del Mediterráneo. En esta iniciativa participan entidades de Italia, Grecia y Chipre, además de España a través de la Agencia Provincial de la Energía de la Diputación. Su presupuesto asciende a 1,306 millones de euros y está cofinanciado al 75% por la Unión Europea a través de programa MED.
La Universidad de Granada acoge del 25 al 27 de mayo la cuadragésimo primera conferencia de EUCEN (European University Continous Educational Network), la mayor red europea de cooperación en el ámbito de la educación continua, que cuenta con 212 miembros de 40 países, entre los que se incluyen universidades, centros de educación superior y 22 redes colaborativas nacionales y regionales de «lifelong learning» (educación a lo largo de la vida).
Para esta cita, en la que se celebra el vigésimo aniversario de la red, la Asociación Europea de Centros de Educación Superior y Educación Continua ha elegido la UGR como sede, ya que la universidad granadina es una de las instituciones fundadoras y uno de sus miembros más activos.
Bajo el lema «Education as a right – LLL for all!» (La educación como derecho – ¡Formación a lo largo de la vida para todos!), EUCEN celebra esta reunión con el propósito de abordar aspectos como los objetivos europeos para ampliar la participación de las minorías, el papel de las universidades europeas en el mundo en desarrollo, el apoyo al personal universitario en zonas de conflicto y el voluntariado como vía de acceso a la educación.
La recepción oficial de los participantes tendrá lugar este miércoles a las 17:00 horas en el Complejo Administrativo Triunfo. Las sesiones del encuentro tendrán lugar en el Edificio Politécnico de la UGR (Campus Universitario de Fuentenueva), a partir del jueves, a las 9:30 horas.
La conferencia de apertura correrá a cargo del exdirector general de la UNESCO y actual presidente de la Fundación Cultura de Paz y de Initiative for Science in Europe (ISE), Federico Mayor Zaragoza, que hablará del papel de las universidades como vanguardia de la Sociedad Civil.
«No cabe duda que la creación hace años de la llamada Aula de Mayores por la Universidad de Granada en colaboración con la Ciudad Autónoma de Ceuta fue una magnífica iniciativa». Así ha comenzado este martes el Instituto de Estudios Ceutíes (IEC), al que se ha encomendado las enseñanzas que reciben durante este trimestre más de 60 alumnos bajo el título ‘Panorama de una ciudad distinta’, la nota de prensa a través de la que ha dado a conocer las ponencias que tendrán lugar este miércoles por la tarde en el Salón de actos de las Murallas Reales.
Uno de sus protagonistas será el arqueólogo de la Ciudad Autónoma, Fernando Villada, quien bajo el título de ‘Evolución del sistema defensivo de Ceuta a través del tiempo’ explicará «cómo fue cambiando la ciudad, según los peligros que la acechaban en cada momento, hasta llegar a la actualidad». Las murallas, el foso, las líneas exteriores y las galerías que ya se estudiaron por el profesor Ruiz Oliva y otros recursos de protección y que fueron preservando la defensa de Ceuta, aportando seguridad a la población, serán objeto de atención por parte de Villada, que dedicará un apartado especial a «el estudio de la evolución del foso, que no siempre fue navegable y que sufrió numerosos cambios a través del tiempo».
A continuación, a las 18:30 tendrá lugar otra clase que será «una importante novedad» dentro del ciclo encomendado al Instituto de Estudios Ceutíes.
El próximo lunes terminarán las intervenciones programadas por el IEC con una exposición del que fuera primer presidente de la Ciudad Autónoma, Basilio Fernández, actual presidente del CES, quien tratará sobre ‘De ciudad ignorada a Ciudad Autónoma’, seguida de una clase que significará «una sorpresa para los alumnos».
‘Panorama de una ciudad distinta’ ha sido concebida como «una aproximación práctica y directa a la realidad social, económica y política de Ceuta, ciudad marcada por cuatro realidades: su especial situación dentro de la Unión Europea, la frontera con un país tercero, el aislamiento geográfico del resto de España y su diferente Estatuto de Autonomía».
Del 25 al 27 de mayo, la Universidad de Granada acoge la cuadragésimo primera conferencia de EUCEN (European University Continous Educational Network), la mayor red europea de cooperación en el ámbito de la educación continua, que cuenta con 212 miembros de 40 países, entre los que se incluyen universidades, centros de educación superior y 22 redes colaborativas nacionales y regionales de lifelong learning (educación a lo largo de la vida).
Para esta cita, en la que se celebra el vigésimo aniversario de la red, la Asociación Europea de Centros de Educación Superior y Educación Continua ha elegido la UGR como sede, ya que la universidad granadina es una de las instituciones fundadoras y uno de sus miembros más activos.
Bajo el lema “Education as a right – LLL for all!” (La educación como derecho – ¡Formación a lo largo de la vida para todos!), EUCEN celebra esta reunión con el propósito de abordar aspectos como los objetivos europeos para ampliar la participación de las minorías, el papel de las universidades europeas en el mundo en desarrollo, el apoyo al personal universitario en zonas de conflicto y el voluntariado como vía de acceso a la educación.
La recepción oficial de los participantes tendrá lugar mañana miércoles, a las 17 horas, en el Complejo Administrativo Triunfo. Las sesiones del encuentro tendrán lugar en el Edificio Politécnico de la UGR (Campus Universitario de Fuentenueva), a partir del jueves, a las 9:30 horas.
La conferencia de apertura correrá a cargo del exdirector general de la UNESCO y actual presidente de la Fundación Cultura de Paz y de Initiative for Science in Europe (ISE), Federico Mayor Zaragoza, que hablará del papel de las universidades como vanguardia de la Sociedad Civil.
Pueden consultar el programa completo del encuentro en este enlace: http://eucen2011.escuelaposgrado.es/programme.