Master internazionale “Architettura Storia Progetto”

Master internazionale “Architettura Storia Progetto”
Scadenza per le preiscrizioni fissata al il 31 dicembre 2005
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17/11/2005 – Il Master Architettura | Storia | Progetto nasce come evoluzione del Corso di Perfezionamento in Storia della Progettazione Architettonica della Facoltà di Architettura di Roma Tre. Lunione con le Università di Valladolid, di Granada, di Porto e di Waterloo permette un programma di alta qualità, sia per larticolazione multidisciplinare dei contenuti scientifici che per la ricchezza dellofferta didattica, che prevede la co-partecipazione di docenti e studenti sia italiani che canadesi e spagnoli e, nel futuro anche statunitensi e cileni.
Ai corsisti è offerta lopportunità di svolgere un periodo di studio a Roma, presso la Facoltà di Architettura dellUniversità Roma Tre, e un periodo equivalente presso una delle Università consorziate per il Master.

Direttore
Mario Manieri Elia
e-mail mmanieri@uniroma3.it

Coordinatore
Francesco Cellini
e-mail f.cellini@uniroma3.it

Consiglio del Corso
Alessandro Anselmi – Pio Baldi – Francesco Cellini – Mario Manieri Elia – Lorenzo Pignatti – Ignacio Represa – Jose Luis Rosúa – Bruno Toscano

Il programma, esteso su tematiche di interesse comune sia per gli studenti stranieri che per quelli italiani, risulta fondato sulla centralità del progetto architettonico, collocato in contesti di grande significatività, quale quello della città storica di Roma, e assunto come elemento qualificante la proposta didattica. Ponendo, in tal modo, il lavoro di progettazione alla prova di una integrazione complessa in una stratificazione di epoche e di linguaggi, tale da richiedere un alto livello teorico e professionale del progettista.
Con una approfondita analisi critica del lavoro progettuale (individuale e collettivo) che ha contribuito, nelle varie epoche, alla trasformazione dellambiente della vita umana, il Master pone al centro della sperimentazione didattica il rapporto tra Storia e Progetto.
Tale approfondimento, sviluppato in unottica trasversale decisamente innovativa, appare essenziale per dotare tutti gli operatori che agiscono nel settore della progettazione architettonica – dalla programmazione, alla innovazione, al recupero e al restauro – di un supporto storico-critico e metodologico, di alto livello tecnico e culturale.
Storia e Progetto, quindi, come settori di lavoro intellettuale e di sperimentazione non sufficientemente approfonditi e artificiosamente distaccati nei corsi tradizionali di Architettura, in realtà bisognosi di rafforzare la propria fondativa interazione, centrale in un processo produttivo che deve svilupparsi con continuità dalla conoscenza al progetto e allintervento.

Il Corso è riservato ai laureati nei corsi universitari italiani in Architettura, Beni Culturali, Ingegneria (Edile-Architettura), Lettere (Archeologia, Storia dellArte) e nei corsi europei e non europei equivalenti. I laureandi che intendono frequentare il Corso possono preiscriversi, purché lesame di laurea avvenga in data precedente allinizio delle lezioni.
Gli studenti riceveranno, al termine del secondo modulo, il titolo di Master Architettura | Storia | Progetto.
È obbligatoria la partecipazione ad almeno l80 % delle lezioni.
Possono accedere al Corso candidati italiani e stranieri.
A coloro che abbiano frequentato il Corso di Perfezionamento in Storia della Progettazione Architettonica (Roma Tre), saranno riconosciuti i crediti acquisiti, con corrispondente riduzione del carico formativo e della tassa discrizione.

Il Master si svolge in due moduli semestrali:
• il primo Modulo (M1) , (in lingua italiana, 250 ore, 30 crediti), avrà luogo a Roma, da aprile a giugno 2006, presso la Facoltà di Architettura (Roma Tre), nelle sedi dellAgiletum e dellex Mattatoio, ed è impostato sui criteri generali della progettazione urbana in contesti storico ambientali complessi, individuati soprattutto nella città di Roma.
• il secondo Modulo (M2) , (250 ore, 30 crediti), ha luogo presso una delle sedi consorziate a scelta del corsista. Si svolge, con modalità e orari stabiliti dalle singole sedi, in 3/4 mesi entro il periodo tra settembre 2006 e aprile 2007.
Lopzione avverrà in base agli interessi personali e alle offerte delle singole Università consorziate, specializzate nei campi:
– della sostenibilità ambientale e della valorizzazione del territorio e del paesaggio;
– del restauro ambientale e della progettazione dei giardini;
– del restauro architettonico e urbano in contesti storici;
– del progetto urbano e delle forme della residenza.

Gli interessati dovranno far pervenire entro il 31 dicembre 2005 la domanda di pre-iscrizione secondo le modalità esplicitate nella
scheda del master .
È ammesso al Master un numero massimo di 27 iscritti.
Laccesso al Master sarà subordinato a una graduatoria per titoli, che terrà conto del Curriculum degli studi, del portfolio dellattività svolta, sia di progettazione, sia pubblicistica.
La tassa discrizione è stabilita in euro 3.000,00 da versare in due rate. Ai detti importi va aggiunta la tassa regionale (contributo ADISU) di euro 108,33 e il pagamento del bollo virtuale di euro 10,33. Liscrizione al Master dovrà essere effettuata entro e non oltre il 10 marzo 2006.
È prevista altresì lammissione in soprannumero di uno studente borsista, che dovrà assolvere, in cambio della borsa equivalente alla tassa di iscrizione (euro 3.000,00), i compiti di assistenza al Corso. I candidati interessati dovranno specificare nella domanda di pre-iscrizione di voler concorrere allassegnazione di tale borsa.

Tutte le informazioni nella scheda formazione di edilportale.com

redazione@edilportale

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Asignaturas de religión y lógica constitucional

Asignaturas de religión y lógica constitucional

Juan Antonio Aguilera Mochón
Rebelión

Ante la reivindicación, por parte de muchos padres y de algunas asociaciones de carácter religioso, de un estatus de ‘asignatura fundamental’ para la religión en la escuela, le pido al lector un sencillo pero atento análisis de las siguientes proposiciones, tomadas como premisas:

1ª. El artículo 27.3 de la Constitución dice que «Los poderes públicos garantizan el derecho que asiste a los padres para que sus hijos reciban la formación religiosa y moral que esté de acuerdo con sus propias convicciones».

2ª. En ningún artículo de la Constitución se dice que esa formación religiosa y moral deba realizarse en la escuela.

3ª. Las convicciones de los padres son muy diversas. Entre otras cosas, pueden ser religiosas o irreligiosas.

4ª. En el artículo 16.2 de la Constitución encontramos que «Nadie podrá ser obligado a declarar sobre su ideología, religión o creencias».

5ª. En el artículo 9.2 de la Constitución se lee que «Corresponde a los poderes públicos promover las condiciones para que la libertad y la igualdad del individuo y de los grupos en que se integra sean reales y efectivas». Y en el Artículo 14: «Los españoles son iguales ante la ley, sin que pueda prevalecer discriminación alguna por razón de nacimiento, raza, sexo, religión, opinión o cualquier otra condición o circunstancia personal o social».

6ª. El artículo 16.1 de la Constitución proclama que «Ninguna religión tendrá carácter estatal». El Tribunal Constitucional aclaró hace ya más de veinte años: «El derecho a la libertad religiosa de cada persona comprende también, en general, y específicamente en un Estado que se declara aconfesional… el de rechazar cualquier actitud religiosa del Estado…» (Auto nº 359, de 29-5-1985).

Si considera que todas las premisas son ciertas –como parece evidente–, reflexione ahora sobre si las siguientes conclusiones no son inevitables:

1ª. Todos los padres tienen los mismos derechos respecto a la garantía, por parte de los poderes públicos, de que sus hijos reciban una formación acorde con sus convicciones particulares. Los padres con convicciones religiosas no tienen ese derecho en mayor grado que los demás. Por tanto, si sólo se satisface el derecho de los padres con ciertas convicciones religiosas mediante el establecimiento de una asignatura específica, se está discriminando al resto.

2ª. Una solución que buscara respetar el principio de igualdad sería la de que hubiera tantas opciones de asignaturas –o incluso de centros– ‘de convicciones particulares’ como fuese necesario. Esto ya se lo planteó el Tribunal Supremo (sentencia de 30-6-94), pero concluyó que «los poderes públicos no pueden garantizar que en todos y cada uno de los puntos del territorio nacional existan Colegios o Centros de enseñanza que respondan a las preferencias religiosas y morales de todos y cada uno de los padres españoles». (Naturalmente, habría que atender, además, el deseo de los padres que no quieren que sus hijos tengan una asignatura de convicciones). Esa solución es, por tanto, inviable.

3ª. Aunque fuese posible ofrecer tantas asignaturas como convicciones particulares hubiere, no podría hacerse sin obligar a los padres a declarar sobre su ideología, religión o creencias. En realidad, esta obligación anticonstitucional ya se impone cuando se oferta alguna asignatura de convicciones.

4ª. El Estado aconfesional no puede adoptar ninguna actitud religiosa: no puede tomar partido en materia de creencias y promover alguna religión, ni la religión en general. Las asignaturas de religión tienen el fin evidente de promocionar la religión. Si el Estado incluye una asignatura de religión en los centros de enseñanza, está promocionando esa religión, con lo que viola su aconfesionalidad. Y si el Estado, en vez de ayudar a promocionar una religión, lo hace con muchas, incluso con todas, lejos de ser aconfesional, sería pluriconfesional; en este caso, la Constitución debería decir «Todas las religiones tendrán carácter estatal», o la versión igualitaria: «Todas las convicciones y creencias tendrán carácter estatal».

La conclusión final, que, como vemos, parece ineludible por varias razones concluyentes (pero bastaría una), es que no se pueden impartir asignaturas de convicciones particulares –y no se puede, por tanto, ofertar la Religión– en los centros de enseñanza sin contravenir la Constitución (en particular, los artículos 9, 14 y 16); dicho de otra manera, sin atentar contra los principios de igualdad y de respeto, por parte del Estado, a las convicciones de los ciudadanos; en otras palabras, sin atentar contra derechos humanos. El Estado respetaría el derecho de los padres a educar a sus hijos según sus convicciones (las de los padres) precisamente no inmiscuyéndose en el asunto, dejando en libertad la iniciativa de esos padres –siempre que se respete la ley, claro está–, protegiendo sus derechos de asociación y manifestación… Ningún tipo de convicciones y creencias particulares tendría privilegios estatales, pero tampoco habría intromisiones por parte del Estado: de ninguna manera podría ser éste ‘antirreligioso’, por ejemplo.

En apoyo de esa conclusión final, yo añadiría –atendiendo a lo que sabemos sobre el contenido doctrinal de algunos cuerpos de creencias muy extendidos que reclaman su asignatura– reflexiones acerca de los problemas que supone la eventual defensa, en las asignaturas de convicciones, (a) de juicios y normas morales que van contra la Constitución y los derechos humanos (por ejemplo, respecto a los derechos de los homosexuales), y (b) de afirmaciones netamente anticientíficas (por ejemplo, las del creacionismo). Asimismo sería conveniente considerar hasta qué punto la segregación de los alumnos según las convicciones de sus padres es una fuente potencialmente generadora de conflictos, tanto entre los alumnos como entre los padres (actualmente ya lo es, si bien generalmente en bajo grado). Y, por último, la reflexión más importante –aunque también suele ser la más relegada­– creo que debe hacerse sobre los derechos de los niños; en 1989, la Asamblea General de las Naciones Unidas aprobó la Convención sobre los Derechos del Niño, en la que se establece (Artículo 14.1) que «Los Estados Partes respetarán el derecho del niño a la libertad de pensamiento, de conciencia y de religión».

* Juan Antonio Aguilera Mochón. Profesor de Bioquímica y Biología Molecular de la Universidad de Granada

Publicado en La Opinión de Granada el 12-11-05.

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La Universidad de Granada publica una visión poscolonial de la historia de la Medicina en los albores del siglo XXI

La dificultad de poner en marcha trabajos que definan la fundamentación de una disciplina como la Historia de la Medicina (es decir, cuáles son las teorías, procedimientos metodológicos, modelos y tendencias, visiones y problemáticas actuales que sirven para comprender este ámbito de trabajo) es una consecuencia del ambiente social e intelectual del cambio de siglo. Con estas premisas, la profesora del departamento de Anatomía Patológica e Historia de la Ciencia de la UGR, Rosa María Medina Doménech, afronta la obra “La historia de la Medicina en el siglo XXI. Una visión poscolonial”, publicada por la Editorial Universidad de Granada.

El libro se estructura en dos partes. En la primera, “La Historia de la Medicina en los albores del siglo XXI”, la autora traza un paisaje historiográfico que trata de mostrar algunas de las preocupaciones que recorren a las ciencias humanas contemporáneas, además de clarificar y asentar los fundamentos que inspiran las propuestas para la enseñanza de la historia de la Medicina que desarrolla en la segunda sección del libro.

“Estructurada en seis puntos, además de la introducción –apunta la profesora Medina–, en esta parte he abordado cuestiones genéricas como las relaciones entre teoría e historia, la revisión de algunas categorías históricas de análisis o la cuestión de la complejidad en la explicación histórica. Otros aspectos se centran en cuestiones específicas que atañen de forma particular a nuestra disciplina. Aquí trataré el papel de la asistencia médica, la revisión de la idea misma de ciencia o abordaré nuevas áreas de interés que se han incorporado a la agenda histórico-médica, como es el caso de los acercamientos a las tecnologías médicas y, de forma particular, de éstas en relación a la conformación de identidades colectivas o individuales”.

En la segunda parte, “Descentrar la Historia de la Medicina como proyecto docente”, tras dibujar la fundamentación historiográfica, Medina Doménech aborda ciertas propuestas para un programa docente. En el primer apartado, muestra el marco institucional y los fines programáticos de la disciplina, dando cuenta también de algunos testimonios que indican la percepción de la docencia por el alumnado de la Facultad de Medicina de Granada.

La autora señala, igualmente, “algunos de los procedimientos docentes que de forma particular he venido utilizando en mi práctica educativa. Dada la enorme expansión de lo que en un sentido amplio podríamos denominar «nuestra disciplina» –aquellas aportaciones de carácter histórico centradas en el estudio de cuestiones en relación a la salud y la enfermedad–, la tarea de realizar una síntesis que aporte una discusión razonable de tendencias y objetos de análisis, se convierte hoy en día en una empresa titánica”.

Revisión de la idea de ciencia
En el texto, se abordan también la asistencia médica, la revisión de la idea misma de ciencia, las tecnologías médicas, así como determinadas propuestas para un programa docente. Según la profesora Medina, “un número sustancial de proyectos docentes, lamentablemente inéditos, han ido abordando, con profundidad y rigor, el marco de nuestro campo de trabajo. Estos proyectos han ido definiendo en los últimos años un encuadre no sólo razonablemente comprensivo, sino muy fructífero, que abarcaba desde la historia de las ideas a la historia social, con incursiones, más o menos extensas según los casos, en las nuevas rutas de la historia cultural, los estudios del discurso o en los fructíferos parentescos con la antropología. Un empeño similar no hubiera, a mi entender, aportado nada novedoso a la excelencia de muchos de los trabajos ya realizados, algunos de los cuales han proporcionado una base imprescindible para esta propuesta”.

Portada
Portada del libro

Referencia
Profesora Rosa María Medina Doménech
Departamento de Anatomía Patológica e Historia de la Ciencia
Tel. 958 248 297 / 958 248 357. Correo e. rosam@ugr.es


The Universidad de Granada publishes a postcolonial view of the History of Medicine at the dawn of the 21st century

The difficulty about setting works in motion to define the fundamentals of a discipline like History of Medicine (this is, which are the theories, methodological proceedings, models and tendencies, views and present problems useful to understand this field of work) is a consequence of the social and intellectual atmosphere of the change of century. With these premises, professor of the department of Pathological Anatomy and Science History of the UGR, Rosa María Medina Doménech, deals with the work “The history of Medicine in the 21st century. A postcolonial view”, published by the Universidad de Granada Press.

The book has been structured in two parts. In the first one, “The History of Medicine at the dawn of the 21st century”, the author draws n historiographical landscape which intends to show some of the concerns of contemporaneous human sciences, besides clarifying and laying down the foundations which inspire the proposals for teaching the History of Medicine developed in the second section of the book.

“Structured in six points, besides the introduction –professor Medina says–, in this part I have dealt with generic questions such as the connections between theory and history, the review of some historical categories of analysis or the question of the complexity of historical explanation. Other aspects are focused on specific questions, particularly those concerning our discipline. I will tackle here the role of medical assistance, the review of the idea of science or the new fields of interest incorporated to the historical and medical agenda, such as the approaches to the new medical technologies and, particularly, of these with regard to the configuration of collective or individual identities”.

In the second part, “Decentring the History of Medicine as a teaching project”, after drawing the historiographical fundamentals, Medina Doménech deals with certain proposals for a teaching program. The first section shows the institutional framework and the programmatic aims of the discipline, reporting some evidences that show the perception of teaching by the students of the Faculty of Medicine of Granada.

The author also presents “some of the teaching proceedings I have been using in my teaching practice. Given the enormous spread of what we could call «our discipline» –those contributions of historical nature focused on the study of questions connected with health and disease–, the mission of preparing a synthesis that includes a reasonable discussion of tendencies and objects of analysis becomes a titanic task nowadays”.

Reviewing the idea of science
The text also deals with medical assistance and reviews the own idea of science and medical technologies as well as certain suggestions for a teaching program. According to professor Medina, “a substantial number of teaching projects, unfortunately unpublished, have dealt, with profundity and rigor, the framework of our field of work. These projects have defined in the last years a not only reasonably comprehensive framework, but very fruitful too, including from the history of ideas to social history with more or less extensive incursions, according to the case, in the new routes of cultural history, speech studies or its productive relationship with anthropology. In my opinion, a similar attempt would not have contributed anything new to the excellence of the many works carried out, some of which have provided an essential basis for this proposal”.


Reference
Professor Rosa María Medina Doménech
Department of Pathological Anatomy and Science History
Phone number. 958 248 297 / 958 248 357. E-mail. rosam@ugr.es


La Universidad de Granada publica una visión poscolonial de la historia de la Medicina en los albores del siglo XXI

La dificultad de poner en marcha trabajos que definan la fundamentación de una disciplina como la Historia de la Medicina (es decir, cuáles son las teorías, procedimientos metodológicos, modelos y tendencias, visiones y problemáticas actuales que sirven para comprender este ámbito de trabajo) es una consecuencia del ambiente social e intelectual del cambio de siglo. Con estas premisas, la profesora del departamento de Anatomía Patológica e Historia de la Ciencia de la UGR, Rosa María Medina Doménech, afronta la obra “La historia de la Medicina en el siglo XXI. Una visión poscolonial”, publicada por la Editorial Universidad de Granada.

El libro se estructura en dos partes. En la primera, “La Historia de la Medicina en los albores del siglo XXI”, la autora traza un paisaje historiográfico que trata de mostrar algunas de las preocupaciones que recorren a las ciencias humanas contemporáneas, además de clarificar y asentar los fundamentos que inspiran las propuestas para la enseñanza de la historia de la Medicina que desarrolla en la segunda sección del libro.

“Estructurada en seis puntos, además de la introducción –apunta la profesora Medina–, en esta parte he abordado cuestiones genéricas como las relaciones entre teoría e historia, la revisión de algunas categorías históricas de análisis o la cuestión de la complejidad en la explicación histórica. Otros aspectos se centran en cuestiones específicas que atañen de forma particular a nuestra disciplina. Aquí trataré el papel de la asistencia médica, la revisión de la idea misma de ciencia o abordaré nuevas áreas de interés que se han incorporado a la agenda histórico-médica, como es el caso de los acercamientos a las tecnologías médicas y, de forma particular, de éstas en relación a la conformación de identidades colectivas o individuales”.

En la segunda parte, “Descentrar la Historia de la Medicina como proyecto docente”, tras dibujar la fundamentación historiográfica, Medina Doménech aborda ciertas propuestas para un programa docente. En el primer apartado, muestra el marco institucional y los fines programáticos de la disciplina, dando cuenta también de algunos testimonios que indican la percepción de la docencia por el alumnado de la Facultad de Medicina de Granada.

La autora señala, igualmente, “algunos de los procedimientos docentes que de forma particular he venido utilizando en mi práctica educativa. Dada la enorme expansión de lo que en un sentido amplio podríamos denominar «nuestra disciplina» –aquellas aportaciones de carácter histórico centradas en el estudio de cuestiones en relación a la salud y la enfermedad–, la tarea de realizar una síntesis que aporte una discusión razonable de tendencias y objetos de análisis, se convierte hoy en día en una empresa titánica”.

Revisión de la idea de ciencia
En el texto, se abordan también la asistencia médica, la revisión de la idea misma de ciencia, las tecnologías médicas, así como determinadas propuestas para un programa docente. Según la profesora Medina, “un número sustancial de proyectos docentes, lamentablemente inéditos, han ido abordando, con profundidad y rigor, el marco de nuestro campo de trabajo. Estos proyectos han ido definiendo en los últimos años un encuadre no sólo razonablemente comprensivo, sino muy fructífero, que abarcaba desde la historia de las ideas a la historia social, con incursiones, más o menos extensas según los casos, en las nuevas rutas de la historia cultural, los estudios del discurso o en los fructíferos parentescos con la antropología. Un empeño similar no hubiera, a mi entender, aportado nada novedoso a la excelencia de muchos de los trabajos ya realizados, algunos de los cuales han proporcionado una base imprescindible para esta propuesta”.

Portada
Portada del libro

Referencia
Profesora Rosa María Medina Doménech
Departamento de Anatomía Patológica e Historia de la Ciencia
Tel. 958 248 297 / 958 248 357. Correo e. rosam@ugr.es


Acuerdo entre la Universidad de Granada y la Consejería de Educación de la Junta de Andalucía

El próximo lunes, 21 de noviembre, a las 10 horas, se firmará un acuerdo específico entre la Universidad de Granada y la Consejería de Educación de la Junta de Andalucía para el desarrollo de diversas actuaciones en relación con la lengua árabe en el marco del “Plan de Fomento del Plurilingüismo de Andalucía”.

El convenio, será suscrito por el rector, David Aguilar Peña, y Cándida Martínez López, Consejera de Educación y Ciencia de la Junta de Andalucía.

El acuerdo contempla que ambas partes colaborarán en la programación y realización de actividades encaminadas a promover y difundir el conocimiento de la lengua y cultura árabes entre la población que cursa enseñanzas no universitarias, teniendo en cuenta la proximidad geográfica, la relación de Andalucía en el pasado y en la actualidad con el Mundo Árabe y los objetivos del “Plan de Fomento del Plurilingüismo de Andalucía”).

Convocatoria
Día
Lunes, 21 de noviembre
Día Despacho del Rector. Hospital Real
Hora 10 h.


Empleo en la Unión Europea y otros organismos internacionales

Con motivo de las mismas, y previa al acto inaugural, las instituciones organizadoras –el Ministerio de Asuntos Exteriores y de Cooperación, a través de la Unidad de Funcionarios Internacionales (UFI), y el Centro de Documentación Europea de la UGR– ofrecerán una rueda de prensa en la que se informará sobre el contenido de las jornadas, en concreto sobre las oportunidades en más de 150 Organizaciones Internacionales para profesionales en activo de instituciones, colegios profesionales, empresas, etc., así como para estudiantes –futuros profesionales–.

La rueda de prensa contará con la participación de Manuel Díaz Carrillo, vicerrector de Relaciones Internacionales e Institucionales de la Universidad de Granada, Manuel Montobbio de Balanzó, embajador en Misión Especial del Ministerio de Asuntos Exteriores para la campaña “Promoción de la presencia de españoles en las Organizaciones Internacionales”; Javier Visus Arbesú (Jefe de Servicio de Relaciones Institucionales de la Secretaría General de Acción Exterior de la Junta de Andalucía) y Luis Miguel Hinojosa Martínez (director del Centro de Documentación Europea).

Convocatoria
Día: Lunes, 21 de noviembre
Día: Salón de Rectores. Rectorado de la Universidad de Granada (Hospital Real)
Hora: 10,30 h.


Expertos de la UGR aseguran que la inmigración musulmana en España no es una situación puntual, sino una realidad ineludible

El ciclo de conferencias que organiza la Cátedra Emilio García Gómez de la UGR Inmigración e Islam en España tiene por objetivo debatir sobre el fenómeno migratorio en nuestro país, especialmente el procedente de países musulmanes, teniendo en cuenta que en la actualidad la presencia del Islam en Europa no supone una situación puntual o transitoria, sino que los musulmanes forman parte integrante e ineludible de las sociedades europeas. Las conferencias se celebrarán los días 21, 22, 23 y 24 de noviembre a las 19,30 h en la Facultad de Ciencias Políticas y Sociología.

La inmigración, factor de cambio
Posiblemente la inmigración sea uno de los principales factores de transformación social que afronta nuestro país, no exento de importantes conflictos de diversa índole, de cuya resolución pacífica depende la estabilidad social y la convivencia ciudadana. El hecho de que en un par de décadas España haya pasado de ser emisora de emigrantes a receptora de una creciente inmigración, ha tenido como consecuencia la introducción en el debate público de nuevos conceptos como integración, interculturalidad, multiculturalidad, intervención social, diversificación ciudadana, diversidad religiosa y políticas de inmigración.

En la conferencia inaugural Autoridad y Representación del Islam en España, Elena Arigita Maza abordará la visibilidad del Islam en España, un fenómeno relativamente reciente dentro del contexto europeo. No obstante, su reconocimiento jurídico tuvo lugar en una fecha temprana a través del Acuerdo de Cooperación con la Comisión Islámica de España firmado en 1992, en un momento en el que la comunidad musulmana era relativamente reducida. Entonces, el Islam en España no constituía un tema de debate público. Desde esa fecha, el crecimiento demográfico de la comunidad, especialmente debido a la inmigración marroquí, no sólo cambió radicalmente sus características sociológicas, sino que aumentó la visibilidad de los musulmanes en la sociedad española. El objetivo de esta conferencia es extraer algunas reflexiones sobre la construcción de referentes de autoridad religiosa islámica en el contexto español actual, en el que los atentados terroristas de Madrid han reactivado el proceso de interlocución con el Estado y precipitado un debate sobre el liderazgo musulmán.

PROGRAMA

Día 21, lunes
Representación y autoridad del Islam en España, por Elena Arigita Maza, Doctora en Estudios Árabes e Islámicos. Investigadora en el Instituto Internacional para el Estudio del Islam en el Mundo Moderno de Leyden.
España y Marruecos ante el fenómeno migratorio, por Antonio Hernando Vera, Diputado por Madrid. Portavoz del Grupo Socialista en el Congreso de los Diputados en la Comisión de Trabajos y Asuntos Sociales en Materia de Inmigración. Licenciado en Derecho, ha trabajado para ATIME, entre otras organizaciones.

Día 22, martes
Migración y desarrollo en Marruecos, por Joan Lacomba, Doctor en Sociología y Profesor de Trabajo Social en la Universidad de Valencia. Especialista en inmigración musulmana en España.
Discriminación etno-religiosa y trabajo social: apuntes para la intervención con comunidades musulmanas, por Enrique Raya, Catedrático de Trabajo Social y Política Social de la Escuela Universitaria de Trabajo Social. Especialista en “Islam e inmigración”, es miembro del Observatorio sobre exclusión social y políticas de inclusión de Granada.

Día 23, miércoles
El Islam y la gestión de la diversidad religiosa, por Gunter Dietz, Profesor Titular de Antropología Social en la Universidad de Granada Sus líneas de investigación son los trabajos de campo etnográficos sobre colectivos inmigrantes, movimientos sociales y multiculturalismo en Hamburgo y en Andalucía.
El convenio hispano-marroquí sobre derecho de visita y devolución de menores, por Mercedes Moya, Profesora Titular de Derecho Internacional Privado. Es directora del Máster Universitario en Derecho de Extranjería de la Universidad de Granada. Es una destacada especialista en materia legislación de extranjería.

Día 24, jueves
Inmigración marroquí en España: una perspectiva de género, por Ángeles Ramírez, Profesora de Antropología de la Universidad Autónoma de Madrid. Miembro del Taller de Estudios Internacionales del Mediterráneo. Experta en inmigración y género en el Magreb.
La política española en materia de inmigración, por Ana Planet, Consejera Técnica de la Subdirección General de Coordinación y Promoción de la Libertad Religiosa de la Dirección General de Asuntos Religiosos del Ministerio de Justicia. Profesora Titular de la Universidad de Alicante. Especialista en inmigración e interculturalidad en España.

Referencia
Prof. Carmelo Pérez Beltrán. Director de la Cátedra Emilio García Gómez
Tel. 958 243 574 / 958 248 354 / 958 243 484. Móvil 630 375 616
Correo e. carmelop@ugr.es


LA AGENCIA DE INNOVACIÓN Y DESARROLLO DE ANDALUCÍA Y LA UGR FIRMAN UN CONVENIO PARA LA PUESTA EN MARCHA DEL AULA DE EMPRENDEDORES

LA AGENCIA DE INNOVACIÓN Y DESARROLLO DE ANDALUCÍA Y LA UGR FIRMAN UN CONVENIO PARA LA PUESTA EN MARCHA DEL AULA DE EMPRENDEDORES

La formación, la investigación y la difusión y colaboración, ejes para el desarrollo de la cultura emprendedora entre los universitarios.

L. Sánchez
El rector de la Universidad de Granada, David Aguilar, y el director de la Agencia de Innovación y Desarrollo de Andalucía (IDEA), Miguel Ángel Serrano, han firmado en la mañana de hoy un convenio de colaboración para la creación del Aula de Emprendedores. Al acto asistió, además, el delegado de Innovación, Ciencia y Empresa de Granada, Alejandro Zubeldía.

El Aula de Emprendedores es la “materialización programada” de las actuaciones que la Consejería de Innovación, Ciencia y Empresa (CICE) ha puesto en marcha para incentivar y fomentar el desarrollo de la cultura emprendedora entre los universitarios. La Agencia de Innovación y Desarrollo de Andalucía (IDEA) sufragará esta iniciativa con una aportación económica de 50.000 euros.

El director de IDEA y el rector de la UGR

Aunque Andalucía tiene el peso demográfico más elevado entre las Comunidades Autónomas de España (17,9%), representa el 15,1% del total de las empresas nacionales, según datos aportados por el director de la Agencia de Innovación y Desarrollo de Andalucía, Miguel Ángel Serrano.

Áreas de acción

Las actividades se enmarcarán en tres campos de actuación: Formación, Investigación y Difusión, y Colaboración. Con relación ala primera de ellas, está prevista la inclusión de asignaturas sobre creación de empresas en distintas titulaciones, cursos de postgrado, organización y participación en seminarios, conferencias y congresos.

En cuanto a la Investigación, se iniciará una línea de investigación universitaria sobre creación de empresas Entrepreneurship y desarrollo empresarial, desde diferentes áreas y perspectivas del conocimiento.

Por último, el convenio también refleja el acercamiento de los participantes del aula a las iniciativas empresariales de la Universidad para “promover las empresas de base tecnológica o spin-off”, así como la colaboración con grupos de trabajo a nivel nacional e internacional. Por otro lado, infraestructuras como el BIC, en el Parque Tecnológico de Ciencias de la Salud, estarán al servicio de esta iniciativa.

Emprendedores de la UGR

El proyecto contempla la creación de una web específica de Emprendedores de la UGR como lugar de contacto y difusión de las actividades y como establecimiento de oficinas de Creación de Empresas en sedes universitarias.

De esta forma, el Aula de Emprendedores, aunque estará ubicada en la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, impulsará la cultura emprendedora y el desarrollo empresarial entre las diferentes áreas del conocimiento.

Por su parte, el rector de la UGR, David Aguilar, considera que esta línea de colaboración y trabajo está en sintonía con el nuevo modelo de convergencia europeo que figura en el plan estratégico de la Universidad”, para lo que es necesario “incorporar a las aulas la visión empresarial”.

Más información:

Agencia de Innovación y Desarrollo de Andalucía

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A favor del R.E.A.C.H.

17/11/2005

A favor del R.E.A.C.H.
Universidad de Granada

Científicos de la UGR apoyan la propuesta sobre la restricción de productos químicos que aprueba mañana el Parlamento Europeo.

La producción mundial de compuestos químicos ha pasado de un millón de toneladas en 1930 a cuatrocientos millones de toneladas en la actualidad.

El proyecto pretende que todos los compuestos que se utilicen en la industria se registren, sean evaluados y autorizados, y además contempla la eliminación de algunas sustancias químicas nocivas

Investigaciones recientes apoyan la aprobación de este proyecto de ley, ya que sus resultados apuntan a que en la sangre de tres generaciones sucesivas hay una mezcla de hasta setenta sustancias químicas que no se producen de forma natural en el medio ambiente

La producción mundial de compuestos químicos ha pasado de un millón de toneladas en 1930 a cuatrocientos millones de toneladas en la actualidad. Su presencia se extiende a todos los sectores de la vida: retardantes de llama en ordenadores, plastificantes y conservantes en alimentos son algunos ejemplos. A pesar de ello, la información disponible sobre más del ochenta por ciento de los compuestos es insuficiente para poder prever sus efectos sobre la salud humana y el medio ambiente, así como el riesgo derivado de la exposición a los mismos. Y esto es precisamente lo que ha impulsado a un grupo de investigadores, entre los que se encuentra el profesor de la Universidad de Granada, Nicolás Olea Serrano, a promover un nuevo proyecto de ley, que, bajo el nombre de REACH, se aprueba mañana en el Parlamento Europeo.

La propuesta pretende que todos los compuestos que se utilicen en la industria se registren, sean evaluados y autorizados, y además contempla la restricción de sustancias químicas nocivas. Algo que ha provocado una fuerte oposición en Europa, especialmente por parte de algunos sectores de la industria química, ya que el proyecto de ley les obliga a hacerse responsables del análisis y evaluación de los riesgos de las sustancias químicas que fabrican o importan.

Para el equipo de científicos que promueve la nueva legislación, es esencial que la población apoye este proyecto ya que hay una cuestión de vital importancia que afecta a todos independientemente de la edad: los efectos que los compuestos tienen sobre la salud. De hecho, afirman que el aumento en la incidencia de algunas enfermedades como la diabetes, las alergias, la esterilidad y los trastornos de demencia, pueden deberse a la exposición a la que nos vemos sometidos durante el embarazo, la infancia y la vida adulta, que se traduce en enfermedades a largo plazo. Esto es especialmente preocupante en los fetos, ya que la exposición a los productos químicos afecta a su sistema hormonal.

Polémica con la industria
Así, REACH se ha convertido en uno de los paquetes legislativos más complejos al que las instituciones europeas han tenido que hacer frente. Alrededor de un millón setecientos mil puestos de trabajo dependen directamente del sector y otros tres millones más lo hacen indirectamente. Pero, por otro lado, la legislación vigente para los químicos presenta una gran falla, ya que distingue entre sustancias existentes (las que estaban en el mercado antes de 1981) y las nuevas (puestas en el mercado después de 1981). Según las cifras de la Comisión Europea, en el mercado existen unas trescientas nuevas sustancias que ya están sometidas a análisis para determinar los riesgos antes de autorizar su comercialización. Pero la mayor parte de las sustancias ?un 99% según la Comisión? son anteriores a 1981 y por tanto, no sujetas a los mismos requisitos de evaluación, si bien algunas de ellas ya han sido identificadas como prioritarias para efectuar la estimación de riesgos. Por este motivo, los científicos insisten en que la sociedad ha de apoyar la nueva ley que se aprobará mañana en el Parlamento Europeo, para alcanzar una legislación armonizada y común para todos los estados miembros europeos.

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Cetursa asegura las propiedades del Ayuntamiento

Cetursa asegura las propiedades del Ayuntamiento
ivan el 16/11/2005 a las 21:34:06 (102 visitas)
Cetursa asegura que nadie quitará la propiedad de los terrenos en la estación de esquí al Ayuntamiento

Miguel Angel Serrano, director de la Agencia de Innovación y Desarrollo de Andalucía, socio mayoritario de Cetursa, que gestiona la estación de Sierra Nevada, dijo hoy que mantienen abiertas todas las vías de diálogo con el Ayuntamiento de Granada para llegar a un acuerdo sobre los terrenos municipales. Serrano, que firmó hoy un convenio con la Universidad de Granada para la creación del Aula Emprendedora, señaló a preguntas de los periodistas que la pretensión de Cetursa es que sea un acuerdo de voluntad por ambas partes y no forzado, y sostuvo que nadie va a quitar la propiedad de ningún terreno a nadie.

Esas declaraciones se producen en respuesta a la posibilidad de que Cetursa hubiera iniciado los trámites para la expropiación del telesilla Dílar, coincidiendo con la reanudación de las conversaciones con el Ayuntamiento para llegar a un acuerdo global sobre los terrenos de la sierra que son de propiedad municipal.

Por su parte, Cetursa manifestó hoy en un comunicado que a la negociación con el Ayuntamiento, reanudada desde el último acercamiento entre las partes el pasado 25 de octubre, está supeditada cualquier otra acción que se haga o se esté haciendo.

Cetursa tiene como objetivo seguir con su plan de inversiones, importante para esta provincia, y empleará todos sus recursos para continuar con dicho plan y poder utilizar los terrenos que para ello hace falta en uso, cesión, venta o cualquier otro mecanismo que los acuerdos, en primer lugar, y la ley, en segundo, permitan, agregó.

El pasado octubre, Cetursa instó al Ayuntamiento de Granada a reabrir las negociaciones partiendo de una oferta que incluye dos opciones: la de llegar a un acuerdo individual sobre el telecabina Borreguiles, ubicado en solares municipales y cuya remodelación considera la empresa fundamental para eliminar las colas de usuarios en la estación, o la de cerrar una solución global basada en la compra de los terrenos de la sierra que son de propiedad municipal.

Para negociar esta última opción, el Ayuntamiento solicitó la actualización del valor de esos terrenos, ya que la última peritación, que los cifraba en 3,7 millones de euros, era de 2001.

Serrano precisó hoy que esa actualización está ya siendo realizada por una empresa independiente y dijo que mantienen el compromiso de tenerla disponible antes de final de noviembre. El grupo municipal del PSOE acusó hoy por su parte al alcalde, José Torres Hurtado (PP), de abordar este asunto con deslealtad e irresponsabilidad política, en alusión a las declaraciones realizadas ayer por el regidor, quien consideró que Cetursa ha perdido los papeles si mantiene su intención de expropiar el telesilla Dílar. El portavoz del grupo municipal del PSOE, José María Rueda, instó al alcalde a que contribuya a mejorar la estación de Sierra Nevada, como parte de Cetursa que es, en lugar de limitarse a poner la mano para cobrar y de paso, echarle la culpa a todo lo que se mueve a su alrededor.
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Científicos de la UGR apoyan la propuesta sobre la restricción de productos químicos

MAÑANA SE APRUEBA EN EL PARLAMENTO EUROPEO
Científicos de la UGR apoyan la propuesta sobre la restricción de productos químicos

A24 16/11/2005.-La producción mundial de compuestos químicos ha pasado de un millón de toneladas en 1930 a cuatrocientos millones de toneladas en la actualidad. Su presencia se extiende a todos los sectores de la vida: retardantes de llama en ordenadores, plastificantes y conservantes en alimentos son algunos ejemplos. A pesar de ello, la información disponible sobre más del ochenta por ciento de los compuestos es insuficiente para poder prever sus efectos sobre la salud humana y el medio ambiente, así como el riesgo derivado de la exposición a los mismos. Y esto es precisamente lo que ha impulsado a un grupo de investigadores, entre los que se encuentra el profesor de la Universidad de Granada, Nicolás Olea Serrano, a promover un nuevo proyecto de ley, que, bajo el nombre de REACH, se aprueba mañana en el Parlamento Europeo.

La propuesta pretende que todos los compuestos que se utilicen en la industria se registren, sean evaluados y autorizados, y además contempla la restricción de sustancias químicas nocivas. Algo que ha provocado una fuerte oposición en Europa, especialmente por parte de algunos sectores de la industria química, ya que el proyecto de ley les obliga a hacerse responsables del análisis y evaluación de los riesgos de las sustancias químicas que fabrican o importan.

Para el equipo de científicos que promueve la nueva legislación, es esencial que la población apoye este proyecto ya que hay una cuestión de vital importancia que afecta a todos independientemente de la edad: los efectos que los compuestos tienen sobre la salud. De hecho, afirman que el aumento en la incidencia de algunas enfermedades como la diabetes, las alergias, la esterilidad y los trastornos de demencia, pueden deberse a la exposición a la que nos vemos sometidos durante el embarazo, la infancia y la vida adulta, que se traduce en enfermedades a largo plazo. Esto es especialmente preocupante en los fetos, ya que la exposición a los productos químicos afecta a su sistema hormonal.

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