Nuove tecniche per aiutare la forestazione dell’area mediterranea

Scienziati dell’Università di Granada in Spagna hanno sviluppato nuove procedure per l’imboschimento dei terreni agricoli basandosi sul rapporto tra il suolo e le piante, al fine di migliorare la sopravvivenza e lo sviluppo delle piante in ambiente mediterraneo. I risultati dello studio sono stati in parte pubblicati nella rivista Annals of Forest Science.

Maria Noelia Jiménez Morales del Dipartimento di edafologia e chimica agraria dell’università, autrice dello studio, ha detto che la ricerca «fornisce nuovi dati scientifici sulle migliori tecniche di imboschimento dei terreni agricoli nelle regioni del Mediterraneo, offrendo nuovi parametri per la pianificazione degli imboschimenti a livello regionale».

La tecnica del team di ricerca è volta a sostenere l’attuazione favorevole dei programmi di forestazione dei terreni agricoli dell’UE, che fanno parte della Politica agricola comune (PAC). Nell’UE sono in atto intensi programmi di imboschimento e rimboschimento, che sono essenziali per ridurre le emissioni di gas serra, contribuendo a rallentare i cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità.

L’imboschimento è il processo di piantare o seminare alberi su terreni mai boscati in precedenza. Negli ultimi decenni in tutta l’UE lo spopolamento delle campagne – con centinaia di migliaia di persone che si sono spostate verso le città – ha portato all’abbandono di molto terreni agricoli, fornendo l’occasione perfetta per creare nuove foreste.

Negli anni novanta l’Unione europea ha creato un regime di aiuti per i programmi di imboschimento. Sebbene il sistema abbia avuto successo, portando al rimboschimento di circa 3 milioni di ettari (ha) di terreno agricolo in tutta l’UE (di cui 685 000 ettari in Spagna soltanto), i programmi sono stati eseguiti in assoluta assenza di criteri o linee guida tecniche o ambientali.

Il team spagnolo ha analizzato gli effetti sulle piante giovani di diverse tecniche di preparazione del terreno per il rimboschimento, ponendo l’accento sul rapporto tra suolo e piante. Hanno altresì studiato gli effetti dei programmi di imboschimento sui livelli di biodiversità.

Il loro obiettivo era quello di rivelare le condizioni ottimali per trasformare terreni agricoli in terreni boschivi. Per effettuare i loro test hanno usato diverse aree di terreni agricoli precedentemente dedicate alla coltivazione di cereali e all’allevamento di bestiame; a cui sono seguite una serie di raccomandazioni.

Queste includono la necessità di programmi di imboschimento moderati e la piantagione a bassa densità per permettere la colonizzazione del territorio da parte delle piante indigene. Inoltre, si consiglia di selezionare per la forestazione terreni agricoli vicini ai boschi e ai cespugli indigeni, per ottenere sementi e garantire la successione vegetale. Infine, suggeriscono l’utilizzo di terreni agricoli attivi per i programmi di imboschimento, in quanto la trasformazione in aree forestali favorisce la sopravvivenza della biodiversità.

I ricercatori hanno fatto notare che queste tecniche non sarebbero adatte a tutti i paesi dell’Unione europea, ma sarebbero utili nella regione del Mediterraneo.

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Imboschimenti e rimboschimento. Nuove provedure per i terreni in ambiente mediterraneo

Nuovi passi avanti e nuove tecniche e innovative procedure per l’imboschimento e il rimoschimento dei terreni agricoli basandosi sul rapporto tra il suolo e le piante, al fine di migliorare la sopravvivenza e lo sviluppo delle piante in ambiente mediterraneo. Sono questi i risultati ottenuti dai recenti studi pubblicati dalla rivista Annals of Forest Science e realizzati da un pool di scienziati dell’Università di Granada in Spagna.

Maria Noelia Jiménez Morales del Dipartimento di edafologia e chimica agraria dell’università, autrice dello studio, ha detto che la ricerca

«fornisce nuovi dati scientifici sulle migliori tecniche di imboschimento dei terreni agricoli nelle regioni del Mediterraneo, offrendo nuovi parametri per la pianificazione degli imboschimenti a livello regionale».
La tecnica del team di ricerca è volta a sostenere l’attuazione favorevole dei programmi di forestazione dei terreni agricoli dell’UE, che fanno parte della Politica agricola comune (PAC). Nell’UE sono in atto intensi programmi di imboschimento e rimboschimento, che sono essenziali per ridurre le emissioni di gas serra, contribuendo a rallentare i cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità.

L’imboschimento è il processo di piantare o seminare alberi su terreni mai boscati in precedenza. Negli ultimi decenni in tutta l’UE lo spopolamento delle campagne – con centinaia di migliaia di persone che si sono spostate verso le città – ha portato all’abbandono di molto terreni agricoli, fornendo l’occasione perfetta per creare nuove foreste.

Negli anni novanta l’Unione Europea ha creato un regime di aiuti per i programmi di imboschimento. Sebbene il sistema abbia avuto successo, portando al rimboschimento di circa 3 milioni di ettari (ha) di terreno agricolo in tutta l’UE (di cui 685 000 ettari in Spagna soltanto), i programmi sono stati eseguiti in assoluta assenza di criteri o linee guida tecniche o ambientali.

Il team spagnolo ha analizzato gli effetti sulle piante giovani di diverse tecniche di preparazione del terreno per il rimboschimento, ponendo l’accento sul rapporto tra suolo e piante. Hanno altresì studiato gli effetti dei programmi di imboschimento sui livelli di biodiversità.

Il loro obiettivo era quello di rivelare le condizioni ottimali per trasformare terreni agricoli in terreni boschivi. Per effettuare i loro test hanno usato diverse aree di terreni agricoli precedentemente dedicate alla coltivazione di cereali e all’allevamento di bestiame; a cui sono seguite una serie di raccomandazioni.

Queste includono la necessità di programmi di imboschimento moderati e la piantagione a bassa densità per permettere la colonizzazione del territorio da parte delle piante indigene. Inoltre, si consiglia di selezionare per la forestazione terreni agricoli vicini ai boschi e ai cespugli indigeni, per ottenere sementi e garantire la successione vegetale. Infine, suggeriscono l’utilizzo di terreni agricoli attivi per i programmi di imboschimento, in quanto la trasformazione in aree forestali favorisce la sopravvivenza della biodiversità.

I ricercatori hanno fatto notare che queste tecniche non sarebbero adatte a tutti i paesi dell’Unione europea, ma sarebbero utili nella regione del Mediterraneo.

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Grünende Wälder im Mittelmeerraum dank neuer Verfahren

Wissenschaftler der Universität Granada in Spanien haben neue Verfahren für die Aufforstung von bisher landwirtschaftlich genutzten Flächen entwickelt, die auf dem Verhältnis zwischen Landflächen und Pflanzen basieren. Ziel ist es, das Überleben und die Entwicklung der Pflanzen in der für den Mittelmeerraum typischen Umwelt zu verbessern. Die Ergebnisse der Studie wurden teilweise in der Fachzeitschrift Annals of Forest Science veröffentlicht.

Wie Maria Noelia Jiménez Morales vom Fachbereich für Bodenkunde und Agrochemie der Universität und Autorin der Studie sagte, trägt die Forschungsarbeit «neue wissenschaftliche Daten zu den besten Verfahren der Aufforstung von bisher landwirtschaftlich genutzten Flächen in mediterranen Regionen bei, wobei sie neue Maßnahmen zur Planung der Aufforstung auf regionaler Basis darlegt.»

Die von dem Forschungsteam erarbeiteten Verfahren werden die positive Umsetzung von EU-Programmen zur Aufforstung von bisher landwirtschaftlich genutzten Flächen unterstützen, die Teil der Gemeinsamen Agrarpolitik (GAP) sind. Die EU verfügt über dynamische Aufforstungs- und Wiederaufforstungsprogramme, die für die Reduzierung der Treibhausgasemissionen, die Verlangsamung des Klimawandels und den Schutz der biologischen Vielfalt von grundlegender Bedeutung sind.

Aufforstung bezeichnet den Prozess der Anpflanzung von Bäumen oder Baumsamen auf Landflächen, die bisher nie bewaldet waren. In den vergangenen Jahrzehnten führte die Entvölkerung des ländlichen Raums aufgrund der Abwanderung Hunderttausender Menschen in die Städte in der gesamten EU zu großen aufgegebenen landwirtschaftlichen Flächen, wodurch sich die perfekte Gelegenheit zur Erschaffung neuer Wälder ergab.

Die EU hat in den 1990er Jahren eine gemeinschaftliche Beihilferegelung für Aufforstungsprogramme auf den Weg gebracht. Obgleich diese Regelung erfolgreich war und zur Aufforstung von ungefähr 3 Millionen Hektar (ha) der landwirtschaftlichen Nutzfläche in der gesamten EU (davon 685 000 ha allein in Spanien) führte, wurden die Programme völlig ohne technische oder ökologische Kriterien bzw. Leitlinien durchgeführt.

Das spanische Team analysierte die Auswirkungen verschiedener Verfahren der Vorbereitung von Flächen für die Aufforstung auf junge Pflanzen, wobei man sich auf das Verhältnis zwischen Landfläche und Pflanzen konzentrierte. Es untersuchte außerdem die Auswirkungen der Aufforstungsprogramme auf die Biodiversität.

Das Ziel bestand darin, die optimalen Bedingungen für die Umwandlung von Acker- und Weideland in Waldflächen zu ermitteln. Zur Durchführung ihrer Tests nutzten sie verschiedene ehemalige landwirtschaftliche Nutzflächen, auf denen bisher Getreide wuchs und Vieh weidete. So konnte letztlich eine ganze Reihe von Empfehlungen erarbeitet werden.

Diese umfassen die Notwendigkeit maßvoller Aufforstungsprogramme und eine geringe Bepflanzungsdichte, um die Besiedlung des Landes durch einheimische Pflanzen zu ermöglichen. Sie empfehlen außerdem, für die Aufforstung ehemals landwirtschaftlich genutztes Land in der Nähe standortheimischer Wälder und Büsche auszuwählen, um die Aussamung zu ermöglichen und die vegetative Abfolge sicherzustellen. Schließlich schlagen sie vor, aktive landwirtschaftliche Flächen in die Aufforstungsprogramme einzugliedern, da die Umwandlung in Waldgebiete das Überleben der Artenvielfalt begünstigt.

Wie die Forscher anmerken, sind diese Verfahren nicht unbedingt für jedes EU-Land geeignet, zeigen aber in der Mittelmeerregion vorteilhafte Ergebnisse.

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Conferencia de la Dra. Tamar Alexander sobre las relaciones interculturales en los refraneros

En el marco del proyecto “La cuentística en judeo-árabe como ejemplo de interculturalidad”

Mañana, martes, 4 de mayo, a las 19 h., la Fundación Euroárabe y el Instituto de la Paz y los Conflictos de la Universidad de Granada, en el marco del proyecto “La cuentística en judeo-árabe como ejemplo de interculturalidad” presentan la conferencia “Las relaciones interculturales entre los refraneros judíos, musulmanes y cristianos”.

La conferencia estará impartida por la profesora Dra. Tamar Alexander, especialista en literatura sefardí y catedrática de la Universidad Ben Gurión del Negev. Beer Sheva (Israel)

CONVOCATORIA:

  • DÍA: martes 4 de mayo.

  • HORA: 19 h.


Exposición del fotógrafo de “El País”, Julián Rojas, en las Jornadas de diálogo intercultural “Raíces y exilios”

Las actividades, que se desarrollarán del 4 al 22 de mayo de 2010, constarán de una exposición de fotografías, proyecciones, mesas redondas, debates, un taller de danza y una representación teatral

Con una exposición de fotografías de Julián Rojas, reportero gráfico de “El País”, que se inaugura el martes, 4 de abril de 2010, en la Fundación Euroárabe (San Jerónimo, 27), arrancan las III jornadas de diálogo intercultural entre el aula y el arte, ‘De una Orilla a Otra’, cuya temática de este año es ‘Raíces y Exilios’.

Las actividades, organizadas por: Nathalie Bléser, Jesús de Manuel Jerez, Aly Tawfik Mohamed-Essawy, Facultad de Traducción e Interpretación. Departamento de Filología Francesa, Grupo de investigación HUM 733, Unidad de Innovación Docente, Cátedra Al-Babtain, Vicerrectorado de Extensión Universitaria, Fundación El Legado Andalusí y Fundación Euroárabe, se desarrollarán del 4 al 22 de mayo de 2010, constarán de una exposición de fotografías, proyecciones, mesas redondas, debates, un taller de danza y una representación teatral.

Programa

4 de mayo

  • 4 al 21 de mayo de 2010, Patio de la Fundación Euroárabe, (c/ San Jerónimo, 27). Exposición de fotografías de Julián Rojas, periodista gráfico de El País, especializado en temáticas de inmigración.

20 horas: Inauguración con un pequeño ágape de la Tetería La Oriental.

17 de mayo de 2010; 18.30 horas

4 de mayo

  • Salón de Grados, Facultad de Traducción e Interpretación (c/ Buensuceso).

Proyección de dos documentos gráficos (fotomontaje y documental) sobre la inmigración clandestina. Mesa redonda con los autores de los documentos gráficos: Julián Rojas, reportero gráfico de El País, y Manuel Soubiès, subtitulador y director de cortos y medio-metrajes.

18 de mayo; 18.30 horas

  • Salón de Grados, Facultad de Traducción e Interpretación (c/ Buensuceso). Conversación-debate –con interpretación consecutiva (francés-español)– con Jean-Marie Gaspar, que ha efectuado una peregrinación a Jerusalén, andando desde la misma región belga que Charly Lincé; nos hablará de sus experiencias en el camino.

20 de mayo

  • 12 horas, Sala de lectura, Facultad de Traducción e Interpretación (c/ Buensuceso). Taller de danza andalusí con Samira Stella; inscripciones: nbleser@yahoo.es, asunto: taller danza.

  • 17 horas, Sala de lectura, Facultad de Traducción e Interpretación (c/ Buensuceso). Taller de música del mediterráneo con Uzman Almerabet; Inscripciones: nbleser@yahoo.es, asunto: taller música.

21 de mayo

  • 12 horas, Salón de Grados, Facultad de Traducción e Interpretación (c/ Buensuceso). Conversación-debate -con interpretación consecutiva (francés-español)- con Mohamed Razane, presidente del Colectivo ‘Qui fait la France” (Quién compone a Francia) novelistas franceses que hablan en sus obras de la realidad de la “banlieue”, de allí el (mal) apelativo de “littérature de banlieue” (literatura de los suburbios) para caracterizar el género.

  • 13 horas /17 horas, Salón de Grados, Facultad de Traducción e Interpretación (c/ Buensuceso).

Taller de escritura creativa con Mohamed Razane; (Conocimientos de francés deseados) Inscripciones: nbleser@yahoo.es, asunto: taller escritura.

22 de mayo

  • 20 horas, Teatro José Tamayo (Centro Cívico de La Chana. Carretera de Málaga). Representación por “Teatrádum” -grupo de teatro de la facultad de Traducción de Granada-, de una de las obras teatrales de Raphaël Toriel, “Comme une femme” (Como mujer), sobre los últimos días del sultán Boabdil a la cabeza del reino nazarí de Granada. (Precio: 5 euros).

Conversación -con interpretación consecutiva (francés-español)- con el dramaturgo franco-libanés Raphaël Toriel.

Contacto: Profesora Nathalie Bléser. Departamento de Filología Francesa. Tfn: 958 249903. Correo electrónico: nbleser@ugr.es


I Gymkana Fotográfica Universitaria

Organizada por la Casa del Estudiante, Centro Cultural Universitario “Casa de Porras” del Vicerrectorado de Estudiantes y la Delegación General de Estudiantes

Ya está abierto al plazo para participar en la I Gymkana Fotográfica Universitaria, organizada por la Casa del Estudiante, Centro Cultural Universitario “Casa de Porras”, del Vicerrectorado de Estudiantes, y la Delegación General de Estudiantes. Es una actividad que pretende mostrar, especialmente, dos centros de participación y actividad universitaria: La Casa del Estudiante y la Delegación General de Estudiantes, para que mediante la participación grupal de la comunidad universitaria se den a conocer diversos espacios universitarios. Además se pretender fomentar la actividad grupal en actividades físicas, mentales y/o artísticas.

La participación es totalmente gratuita y podrán participar los y las estudiantes matriculados en cualquier titulación oficial en el curso académico 2009/2010 en la Universidad de Granada. También está abierta a los alumnos de alguno de los talleres ofertados por el Centro Cultural Universitario “Casa de Porras” en el curso académico 2009/2010.

Cada grupo tiene que disponer de, al menos una, y como máximo, de cuatro –una por cada miembro del equipo- cámaras fotográficas. Estos, para poder proceder a su inscripción, deberán agruparse en equipos de 4 personas para la realización del recorrido y superación de las diferentes pruebas, las cuales se darán a conocer el mismo día de la gymkana, o bien, el día de la reunión previa.

Inscripciones

Las Inscripciones se podrán realizar del 3 al 21 de mayo, en:

  • a.- Sede de la Delegación General de Estudiantes, sita en Acera de San Ildefonso, numero 28, Granada.

  • b.- Centro Cultural Universitario “Casa de Porras”, sita en Placeta de Porras, s/n, Granada, 958 22 44 25.

Las inscripción se efectuarán entregando debidamente cumplimentada la hoja de inscripción, donde entre otras deberá figurar la denominación del equipo participante así como la relación de todos los miembros implicados. En dicha hoja de inscripción se deberá constar tener cumplimentados todos los requisitos establecidos en las bases y se entregará una copia acreditativa de la participación en el concurso.

La hoja de inscripción podrá descargarse en las Webs de la Delegación General de Estudiantes (http://estudiantes.ugr.es/dge/) y en la del Vicerrectorado de Estudiantes (http://ve.ugr.es/), no obstante podrán recogerse en los propios centros, y resulta obligatoria la entrega personal por, al menos, uno de los miembros del grupo en la sede de la Delegación General de Alumnos o en la Casa del Estudiante –C.C.U. Casa de Porras-.

El día previsto para la realización de esta I Gymkhana Universitaria será el 22 de Mayo de 2010. A los participantes admitidos se les convocará a una reunión previa, el día 21 de Mayo de 2010, en horario de 19 h. a 21 h. en el Centro Cultural Universitario “Casa de Porras”, donde se les informará de las indicaciones a seguir, cuestiones fundamentales a considerar y entrega de materiales. La mencionada reunión previa resulta imprescindible para poder participar el día de la Gymkana.

Premios

Ganarán aquellos grupos que obtengan la mayor puntuación, en función del número de pruebas correctas dentro del tiempo máximo establecido en cada una de ellas. Una vez computadas éstas y en caso de empates, se recurrirá a la suma total de los tiempos invertidos.

Así, se establecen según el orden numérico de clasificación, los siguientes premios:

  • Primer premio: viaje a Mallorca para cuatro personas a elegir por el grupo ganador: incluye salida y regreso a Granada, Hotel Blue Bay: 319 € por persona desayuno incluido.

  • Segundo premio: cofreviaje aventura, cuatro actividades deportivas para elegir entre 100 propuestas por toda España (no incluye desplazamientos).

Más información:


La Universidad de Granada lanza ‘El gusano en la manzana’, una obra sobre el carácter ambiental del cáncer de mama

La Universidad de Granada (UGR) ha publicado recientemente «El gusano en la manzana», un libro del profesor Alberto Salamanca Ballesteros, publicada por la editorial de la universidad granadina, sobre el carácter ambiental del cáncer de mama y «una apuesta por la prevención ante esta enfermedad, con una alta responsabilidad política».

Según informó la UGR en una nota, el Premio de Investigación a la Divulgación Científica 2007, Alberto Salamanca Ballesteros, aborda en cinco actos, «a modo de las tragedias clásicas y mediante una sucesión de escenas», una descripción a lo largo de los siglos de la evolución e importancia de los senos de la mujer, sus implicaciones culturales y antropológicas así como su papel en la creación de nueva vida, sin olvidar sus debilidades y vulnerabilidades.

Así, explicó que a partir de esas vulnerabilidades, el autor hace hincapié en la «necesidad de utilizar medidas preventivas para evitar el final trágico del cada vez más frecuente cáncer de mama». De esta manera, el primer acto está dedicado a «esclarecer» el origen de las peculiaridades específicas de los senos humanos, bien diferenciados y destacados en el cuerpo de la mujer, incluso en periodos alejados de la gestación. Como indicó el autor, que relaciona este periodo con el otoño, es «complicado su estudio debido a que los cuerpos de hace miles de años se reducen a su esqueleto».

Al hilo de esto, explicó que tras la época otoñal llega el invierno, lo que es lo mismo, el segundo acto, donde Salamanca centra su atención en la evolución de la forma curva y grasa de los senos de la mujer y los relaciona con la evolución sexual de la especie humana. Así, en el tercer acto, que relaciona con la primavera, los pechos y su morfología son la base del estudio que lo relaciona con los cánones de belleza y, aun más, con la categorización de sexualidad y vitalidad, elementos culturales, psicológicos, fisiológicos o artísticos.

En este sentido, subrayó que el proceso de estudio desemboca en un cuarto acto de la obra, es decir, el verano, que trata sobre la enfermedad del cáncer de mama. Si bien el propio autor resalta la relación directa de esta patología con «la proliferación hormonal y ésta con la extraordinaria multiplicación por tres de los ciclos menstruales de las mujeres en la sociedades avanzadas modernas».

Por otro lado, Albero Salamanca señaló que «el depósito de sustancias ajenas a la grasa que acumulada forma el pecho, como cosméticos, pesticidas o insecticidas, productos muy comunes en nuestra vida diaria, y su consecuente papel como hormonas externas, unido a la contaminación química, puede ser determinante en la aparición del cáncer de mama».

Asimismo, subrayó que el epílogo del libro está destinado al último año de investigación de su autor, en el que las conclusiones pasan por la necesidad de «una información más transparente y cercana a las realidades de los posibles riesgos derivados de la mala gestión medioambiental y de la fabricación y procesamiento de productos malignos para la salud humana».

Por todo ello el autor apostó por «una corresponsabilidad y un principio de prevención en el que la industria, los manufacturadores, los medios de comunicación y las organizaciones no gubernamentales deben implicarse en este proceso». Según el autor, la administración, por su parte, más que un árbitro del proceso, debería «ser valedora y la parte más comprometida con el medio ambiente, la salud pública y la sostenibilidad».
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Nuevas técnicas para ampliar el terreno forestal en el área mediterránea

Científicos de la Universidad de Granada (España) han desarrollado nuevas técnicas de forestación de tierras agrarias desde la perspectiva de las relaciones tierra-planta con el fin de mejorar la supervivencia y el desarrollo de la vegetación del arco mediterráneo. Parte de los resultados del estudio se han publicado en la revista Annals of Forest Science.

María Noelia Jiménez Morales, del Departamento de Edafología y Química Agrícola de la Universidad de Granada y autora del estudio, indicó que la investigación «aporta nuevos datos científicos acerca de la idoneidad de diferentes técnicas de forestación de tierras agrarias en áreas mediterráneas, y nuevas medidas para la planificación del programa de forestación a escala regional».

Su trabajo permitirá garantizar el éxito del programa de forestación de tierras agrarias de la Política Agrícola Común (PAC) de la Unión Europea. La UE cuenta con intensos programas de forestación y repoblación forestal que son son esenciales para reducir las emisiones de gases de efecto invernadero, frenar el cambio climático y proteger la diversidad.

La forestación implica plantar plantones o semillas de árboles en terrenos que nunca se han forestado. El éxodo de cientos de miles de personas de las zonas rurales a las ciudades ocurrido en las últimas décadas en la UE ha supuesto el abandono de grandes extensiones de terreno agrícola que es idóneo para la creación de nuevos bosques.

La UE estableció un régimen comunitario de ayudas a programas de forestación en la década de los noventa. Sin embargo, a pesar del éxito del régimen, que posibilitó la forestación de cerca de 3 millones de hectáreas en toda la UE (unas 685.000 hectáreas sólo en España), la mayoría de dichos programas se llevaron a cabo sin tener en cuenta criterios técnicos ni ambientales.

El equipo español analizó los efectos que producen distintas técnicas de preparación de la tierra para la forestación en los plantones, centrándose en la relación entre las plantas y la tierra. También estudiaron los efectos de los programas de forestación en la biodiversidad.

De este modo pretendían descubrir las condiciones más favorables para la transformación de tierras de cultivo en forestales. Las pruebas se desarrollaron en grandes extensiones de terreno agrícola dedicadas anteriormente al cultivo de cereal y a la ganadería. A continuación se formularon recomendaciones.

Concretamente, los autores proponen aplicar programas moderados y forestar con bajas densidades de plantación para permitir el proceso de colonización y sucesión de la vegetación autóctona. En segundo lugar, recomiendan priorizar las forestaciones de tierras agrarias próximas a bosques o extensiones de matorrales autóctonos, ya que proporcionan fuentes de semillas y aceleran los procesos de sucesión vegetal. Por último, aconsejan que los planes de forestación se apliquen fundamentalmente a tierras de cultivo en activo, ya que su transformación favorece el incremento de la diversidad de especies.

Los científicos indicaron en relación a las técnicas que, si bien no puede ser generalizadas para todos los países europeos, sí se podrían aplicar a los países mediterráneos.

Para más información, consulte:

Universidad de Granada:
http://www.ugr.es/

Annals of Forest Science:
http://www.afs-journal.org/

DOCUMENTOS RELACIONADOS: 27868, 28914, 29855, 31320

Categoría: Varios
Fuente: Universidad de Granada
Documento de Referencia: Basado en información de la Universidad de Granada
Códigos de Clasificación por Materias: Agricultura; Investigación científica; Investigación sobre el cambio climático y el ciclo del carbono; Ciencias de la Tierra; Desarrollo sostenible ; Protección del medio ambiente; Desarrollo regional

RCN: 32038

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Los Verdes pide un carril bici en avenida de la Constitución

Mario Ortega, portavoz de la formación, ha reivindicado su propuesta colocando un carril bici ficticio en el bulevar que atraviesa esta vía

Mario Ortega, durante su comparecencia ante los medios en la avenida de la Constitución. Los Verdes

Vea la noticia de Canal 21 Televisión

REDACCIÓN El portavoz de la formación política Los Verdes, Mario Ortega, ha instalado en la mañana del viernes un carril bici ficticio sobre el pavimento del bulevar de la avenida de la Constitución, con el objetivo de reivindicar la necesidad de infraestructuras viarias para la bicicleta en Granada.

En este sentido, Ortega ha afirmado que «se está haciendo la casa por el tejado y que el modelo de comprar bicis sin que haya infraestructuras está condenado al fracaso, como así lo ha desmostrado la compra de 30 bicis por parte de la Universidad de Granada, cuyo porcentaje de utilización es muy bajo», explica el portavoz ecologista, quien continúa criticando a la concejalía de Movilidad por reproducir este modelo al mismo tiempo que, continuaba Ortega, «la Ordenanza de la Bicicleta lo que hace es impedir el desarrollo de la movilidad sostenible».

Los Verdes afirma que en Granada hay miles de personas deseosas de desplazarse en bicicleta «de forma segura», por tanto lo primero es ejecutar una red de 50 kilómetros de carril bici. Después, «conforme el uso se vaya extendiendo, será el momento de plantearse regulaciones recomendaciones y prohibiciones con una ordenanza, nunca antes».
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Finalizan las jornadas dedicadas al debate de la convivencia escolar

El Salón de Actos del Campus universitario de la ciudad acogió en la tarde de ayer varias actividades relacionadas con la actual situación de los centros de Secundaria.

El Salón de Actos del Campus universitario de la ciudad fue el escenario  ayer de la clausura de las I Jornadas de Convivencia Escolar ‘Aprender Juntos’ organizados por la Facultad de Educación y Humanidades de la Universidad de Granada en Melilla.

En la tarde de ayer fueron abordados diversos temas relacionados con la materia de la que se trata, encontrándose entre éstas la de la importancia de la participación de la familia en la convivencia escolar, ponencia que fue impartida por la presidenta de la Confederación Andaluza de Asociaciones de Padres y Madres del Alumnado por la Educación Pública (Codapa), Pilar Triguero Vilreales.

Esta conferencia contó con la presencia del delegado del rector de la Universidad de Granada en el Campus de Melilla, Sebastián Sánchez Fernández.

La situación de la convivencia escolar en los centros de Educación Secundaria también fue objeto de análisis a última hora de la tarde.

En la mesa redonda en la que se debatió acerca de la problemática en estos centros estuvieron presentes algunos representantes de los institutos de la ciudad.

Entre estos centros se hallaban el IES ‘Miguel Fernández’; el ‘Juan Antonio Fernández’; el ‘Rusadir’ y el ‘Enrique Nieto’.

En estas jornadas también participaron otros conferenciantes entre los que se hallaron Federico Mayor Zaragoza, que destacó el papel de la dignidad humana como principio de la convivencia.

El ponente expuso que, en lo referente a la Educación en Valores que actualmente se imparte en España, que “a muchos profesionales de la docencia habría que ponerle un monumento”.

Esta afirmación viene a colación de lo que “hoy en día muchos políticos irritados dicen acerca del estado de la Educación en España, puesto que, si tenemos en cuenta que hay cerca de 860.000 profesores y algo más de nueve millones de estudiantes en nuestro país, es normal que se  produzca algún tipo de incidente”.

Por su parte, Manuel Dios Diz, afirmó que los centros educativos “resuelven razonablemente bien” los conflictos que se originan en su ámbito de actuación, aunque, a su juicio, hay muchos aspectos que hay que mejorar.

Las jornadas contaron con el grupo musical ‘Enchiriadis’, perteneciente a la Facultad de Educación y Humanidades del Campus universitario de la ciudad, que deleitó a los asistentes con distintas piezas musicales para clausurar la primera edición de esta actividad desarrollada en el Campus.

El Salón de Actos del Campus universitario de la ciudad fue el escenario  ayer de la clausura de las I Jornadas de Convivencia Escolar ‘Aprender Juntos’ organizados por la Facultad de Educación y Humanidades de la Universidad de Granada en Melilla.En la tarde de ayer fueron abordados diversos temas relacionados con la materia de la que se trata, encontrándose entre éstas la de la importancia de la participación de la familia en la convivencia escolar, ponencia que fue impartida por la presidenta de la Confederación Andaluza de Asociaciones de Padres y Madres del Alumnado por la Educación Pública (Codapa), Pilar Triguero Vilreales.Esta conferencia contó con la presencia del delegado del rector de la Universidad de Granada en el Campus de Melilla, Sebastián Sánchez Fernández.La situación de la convivencia escolar en los centros de Educación Secundaria también fue objeto de análisis a última hora de la tarde.En la mesa redonda en la que se debatió acerca de la problemática en estos centros estuvieron presentes algunos representantes de los institutos de la ciudad.Entre estos centros se hallaban el IES ‘Miguel Fernández’; el ‘Juan Antonio Fernández’; el ‘Rusadir’ y el ‘Enrique Nieto’.En estas jornadas también participaron otros conferenciantes entre los que se hallaron Federico Mayor Zaragoza, que destacó el papel de la dignidad humana como principio de la convivencia. El ponente expuso que, en lo referente a la Educación en Valores que actualmente se imparte en España, que “a muchos profesionales de la docencia habría que ponerle un monumento”.Esta afirmación viene a colación de lo que “hoy en día muchos políticos irritados dicen acerca del estado de la Educación en España, puesto que, si tenemos en cuenta que hay cerca de 860.000 profesores y algo más de nueve millones de estudiantes en nuestro país, es normal que se  produzca algún tipo de incidente”.Por su parte, Manuel Dios Diz, afirmó que los centros educativos “resuelven razonablemente bien” los conflictos que se originan en su ámbito de actuación, aunque, a su juicio, hay muchos aspectos que hay que mejorar.Las jornadas contaron con el grupo musical ‘Enchiriadis’, perteneciente a la Facultad de Educación y Humanidades del Campus universitario de la ciudad, que deleitó a los asistentes con distintas piezas musicales para clausurar la primera edición de esta actividad desarrollada en el Campus.
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El Máster en Secundaria, objeto de una jornada en el Campus universitario

Esta formación, que sustituye al antiguo CAP, consta de un total de 60 créditos europeos.

El Campus universitario de la ciudad formó en la jornada de ayer a los tutores del Máster Universitario de Profesorado de Educación Secundaria Obligatoria, Bachillerato, Formación Profesional y Enseñanza de Idiomas.

Al acto de inauguración asistieron además de los profesores responsables del proyecto, el director provincial del Ministerio de Educación de la ciudad, Miguel Heredia.

Tal y como confirmó el coordinador de esta iniciativa, Miguel Ángel Gallardo Vigil, en la actualidad, en la ciudad, hay un total de 18 alumnos matriculados en este tipo de formación, aunque en el ámbito de actuación de la Universidad de Granada, que comprende tanto el Campus universitario de la ciudad como el de la ciudad vecina de Ceuta, “se han matriculado cerca de 800 estudiantes”.

Gallardo Vigil explicó que para la obtención del título acreditativo en el que se faculta al alumno a la impartición de docencia en estos ciclos formativos, era necesario “aprobar los 60 créditos ECTS de los que consta el programa del Máster”.

La formación comprende una parte teórica y otra de carácter práctico, además de un trabajo final de Máster.

“Dependiendo de la especialidad en la que quiera ejercer el docente, tendrá que cursar unos créditos u otros”, ya que depende del alumnado al que va dirigido, matizó el coordinador del proyecto.

El Campus universitario de la ciudad formó en la jornada de ayer a los tutores del Máster Universitario de Profesorado de Educación Secundaria Obligatoria, Bachillerato, Formación Profesional y Enseñanza de Idiomas.Al acto de inauguración asistieron además de los profesores responsables del proyecto, el director provincial del Ministerio de Educación de la ciudad, Miguel Heredia.Tal y como confirmó el coordinador de esta iniciativa, Miguel Ángel Gallardo Vigil, en la actualidad, en la ciudad, hay un total de 18 alumnos matriculados en este tipo de formación, aunque en el ámbito de actuación de la Universidad de Granada, que comprende tanto el Campus universitario de la ciudad como el de la ciudad vecina de Ceuta, “se han matriculado cerca de 800 estudiantes”.Gallardo Vigil explicó que para la obtención del título acreditativo en el que se faculta al alumno a la impartición de docencia en estos ciclos formativos, era necesario “aprobar los 60 créditos ECTS de los que consta el programa del Máster”.La formación comprende una parte teórica y otra de carácter práctico, además de un trabajo final de Máster.“Dependiendo de la especialidad en la que quiera ejercer el docente, tendrá que cursar unos créditos u otros”, ya que depende del alumnado al que va dirigido, matizó el coordinador del proyecto.
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Il est recommandé d’augmenter la communication entre les banques et les services d’intelligence pour détecter le financement d’Al Qaeda

Un travail réalisé à l’UGR signale que les mesures établies par le Conseil de Sécurité des Nations Unies, basées sur le blocage des actifs, ne sont pas arrivées à interrompre le financement de la bande terroriste. Al Qaeda a utilisé depuis sa fondation différents mécanismes pour obtenir des fonds de la part d’intermédiaires financiers, d’organisations charitables et d’entreprises

L’échange d’information entre les autorités et les entités bancaires est fondamental pour détecter les opérations de financement du terrorisme d’Al Qaeda. L’information financière à elle seule peut se révéler insuffisante pour détecter comment se finance la bande terroriste et autres groupes analogues, mais lorsqu’elle est combinée avec l’information se trouvant aux mains des services d’intelligence, elle peut aider à ce que les banques découvrent un indice d’activité louche.

C’est ce qui découle d’un travail de recherche élaboré par Juan Miguel del Cid Gómez, professeur d’Économie financière et de Comptabilité de l’Université de Grenade.

Son travail met en relief qu’Al Qaeda a utilisé depuis sa fondation différents mécanismes pour obtenir des fonds de la part d’intermédiaires financiers, d’organisations charitables et d’entreprises. Actuellement, les cellules, branches ou groupes associés à Al Qaeda sont obligés d’agir de façon autonome et de financer en grande partie leurs activités à travers le trafic de drogue et autres délits communs.

Tous ces groupes « ont dû recourir au hawala (‘transférer’ en arabe) et aux courriers d’argent comptant pour transférer l’argent en marge du système financier formel. Mais il existe d’autres mécanismes susceptibles d’être utilisés par les groupes terroristes pour déplacer leurs fonds sans être détectés. « Tel est le cas du commerce international qui, par son volume et sa complexité dans les systèmes de paiement, est spécialement vulnérable. L’apparition de nouvelles méthodes de paiement facilitée par les progrès technologiques de l’information et des communications suppose également un risque pour les autorités, vu qu’elles peuvent être utilisées par les terroristes pour déplacer leurs fonds de façon anonyme », a souligné le professeur Del Cid Gómez.

Financement ininterrompu
Le chercheur reconnaît que les mesures établies par le Conseil de Sécurité des Nations Unies, basées sur le blocage des actifs, ne sont pas arrivées à interrompre le financement de la bande terroriste. D’autre part, l’application de la diligence requise avec le client ne s’est pas avérée plus efficace dans la détection d’opérations terroristes, vu que les dossiers sur les transactions louches que génèrent les institutions financières partout dans le monde ont peu de valeur au moment de bloquer les fonds de l’organisation terroriste.

Dans son travail, l’expert apporte de nombreuses données se rapportant au financement de la bande, aux besoins financiers d’Al Qaeda avant les attaques du 11 septembre 2001, qui étaient de quelque 30 millions de dollars annuels, d’après un rapport de la CIA. Certaines estimations estiment le coût économique de l’organisation de cet attentat à 400-500 mille dollars.

Cependant, Del Cid avertit que les groupes terroristes ont besoin de financer aussi bien le coût direct associé à la commission d’un attentat que les coûts de structure relatifs à l’entretien de l’organisation et à la propagation de leur idéologie.

Outre l’achat d’armes, de véhicules, de matériel explosif et de détonateurs, les groupes terroristes doivent faire face à d’autres besoins, comme les dépenses de subsistance des terroristes et de leurs familles ; les communications entre eux et avec le réseau central d’où ils reçoivent des instructions ; la formation de leurs membres et le coût des voyages de ceux-ci pour préparer un attentat ; la propagande de la cause à travers différents médias et les activités charitables, qui constituent un véhicule de légitimation sociale pour les organisations qui promeuvent leurs objectifs à travers le terrorisme.

Référence : Juan Miguel del Cid Gómez. Département d’Économie financière et de Comptabilité de l’Université de Grenade. Tél. : 958 249413 ; courriel : jmdelcid@ugr.es; web : http://www.ugr.es/~jmdelcid