La Universidad de Granada presenta en Almería una obra de Ionesco

ANDALUCÍA
EDICIÓN IMPRESA – Andalucía
La Universidad de Granada presenta en Almería una obra de Ionesco
M. NAVARRETE/

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ALMERÍA. El Aula de Teatro de la Universidad de Granada presentó ayer en el Teatro Apolo de Almería «La lección», del dramaturgo rumano Eugene Ionesco, considerado como el máximo representante del «teatro del absurdo», dentro de la programación elaborada por el Vicerrectorado de Extensión Universitaria de esta capital.

La actuación del grupo artístico de la Universidad granadina, auspiciada por el Aula de Teatro de la UAL, había despertado una gran expectación entre los aficionados almeriense, tanto por su calidad interpretativa como por el interés de la obra, que es una de las más representativas del autor rumano. En «La lección», escrita entre 1950 y 1951, un profesor lunático trata de enseñar conceptos a una alumna con unos métodos rechazables, y todo ello «con un sentido del humor abrasivo e inquietante».

El Aula de Teatro de la Universidad de Granada creó este grupo estable en septiembre de 2001, con objeto de consolidar los esfuerzos llevados a cabo en materia de teatro universitario en la ciudad de la Alhambra, habida cuenta que el antiguo TEU marcó una importante época dentro del panorama de las artes escénicas y que desde su desaparición, esta actividad se había visto reducida a la presencia de grupos aislados de diferente trayectoria y éxito. En el montaje de esta obra ha colaborado también la Concejalía de Cultura de Almería.

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Científicos españoles estudiarán los restos de Colón en Santo Domingo

IDENTIFICACIÓN

Científicos españoles estudiarán los restos de Colón en Santo Domingo
efe | granada

El equipo de científicos de la Universidad de Granada encargado de investigar los restos atribuidos a Cristóbal Colón ha recibido la autorización del Gobierno de República Dominicana para estudiar en el país caribeño los restos del descubridor, que se supone descansan en Santo Domingo.

El director del Laboratorio de Identificación Genética de la Universidad de Granada (UGR) y director de los trabajos de identificación de los restos hallados en la Catedral de Sevilla y atribuidos a Cristóbal Colón, José Antonio Lorente, confirmó que ha recibido la autorización de las autoridades dominicanas para exhumar los restos de la tumba donde se cree que descansa el Almirante en el Faro a Colón, en Santo Domingo. El viaje está previsto para los días 14 y 15 de febrero próximos y durante su estancia en Santo Domingo, los científicos granadinos extraerán los huesos atribuidos al descubridor que se conservan en el Faro a Colón para valorar su estado y depositarlos posteriormente en otra urna aislante construida con elementos disecantes.

Con ello, el equipo de científicos busca frenar el deterioro que, al parecer, sufren estos restos, por la alta temperatura a la que están sometidos.

El estudio de los restos atribuidos al descubridor en República Dominicana vendría a completar el análisis de los huesos atribuidos a Cristóbal Colón en la catedral de Sevilla.

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La Universidad de Granada estudiará los supuestos restos de Colón en Santo Domingo

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La Universidad de Granada estudiará los supuestos restos de Colón en Santo Domingo

EFE. GRANADA

El equipo de científicos de la Universidad de Granada encargado de investigar los restos atribuidos a Cristóbal Colón ha recibido la autorización del Gobierno de República Dominicana para estudiar en el país caribeño los restos del descubridor que se supone descansan en Santo Domingo. Así lo confirmó ayer el director del Laboratorio de Identificación Genética de la Universidad de Granada (UGR) y director de los trabajos de identificación de los restos hallados en la Catedral de Sevilla y atribuidos a Cristóbal Colón, José Antonio Lorente. El viaje está previsto para los días 14 y 15 de febrero próximos y durante su estancia, los científicos granadinos extraerán los huesos atribuidos al descubridor que se conservan allí.

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Chi custodisce il corpo di Cristoforo Colombo?

Chi custodisce il corpo di Cristoforo Colombo?

Unequipe di scienziati dellUniversità di Granada effettuerà analisi del DNA sulle ossa del navigatore, custodite a Santo Domingo, per stabilire se le sue spoglie giacciono nellisola delle Antille o nella Cattedrale di Siviglia

Granada – Le ossa appartenute, presumibilmente, a Cristoforo Colombo, custodite a Santo Domingo, verranno riesumate nei prossimi mesi da unequipe di scienziati dellUniversità di Granada . Verranno sottoposte allanalisi del DNA: lo scopo è quello di stabilire se queste ultime, e non quelle conservate nella Cattedrale di Siviglia appartengano al grande navigatore.

Lo studio delle ossa riesumate a Santo Domingo verrà affidato agli stessi scienziati del Laboratorio de Identificaciòn Genètica della Facoltà di Medicina dellUniversità di Granada che, nel giugno del 2003, hanno iniziato a lavorare sui reperti rinvenuti a Siviglia, avviando uno studio che ha condotto a risultati interessanti. Sebbene ancora parziali, i dati raccolti non escluderebbero, infatti, la possibilità che i resti reperiti sotto la Cattedrale andalusa siano appartenuti a Colombo.

Lo studio è ancora in fase di svolgimento – spiega Josè Antonio Lorente, Docente di medicina legale e direttore del gruppo di ricerca – poiché abbiamo iniziato le analisi sul DNA solo lo scorso anno. Abbiamo lavorato sulle ossa custodite nella Cattedrale di Siviglia e che si pensa possano essere appartenute a Cristoforo Colombo ed a suo figlio Hernando comparandole a quelle appartenute a Diego, il fratello del navigatore .

Lo studio dei resti rinvenuti a Santo Domingo rappresenta, dunque, la seconda parte dello studio. Una prospettiva apertasi negli ultimi mesi con lottenimento della autorizzazioni da parte della nuova amministrazione locale.
Il 14 febbraio gli scienziati spagnoli si recheranno sul posto per rendersi conto dello stato di conservazione dei reperti e per valutare, insieme alle autorità del luogo, come procedere nellottica di far coincidere le esigenze dello studio con quelle della preservazione di materiale tanto delicato.

Ma a quali risultati ha condotto, fino a questo momento, il lavoro sui resti custoditi a Siviglia? Attraverso le comparazioni tra i frammenti ossei di Cristoforo e Diego Colombo, abbiamo ottenuto dei dati parziali, che rappresentano circa il 40 per cento delle informazioni che potranno essere a nostra disposizione alla fine delle analisi. Fino adesso, possiamo dire che il codice tra i due reperti scheletrici è identico. Si tratta di un risultato ancora preliminare che, tuttavia, sembrerebbe avvalorare lipotesi secondo la quale le spoglie custodite a Siviglia possano essere appartenute a Cristoforo Colombo .

E, però, interessante rimarcare come a Siviglia si trovino solo alcune ossa, non uno scheletro completo. Questo significa – sottolinea lo scienziato – che anche qualora le ossa presenti in Spagna siano effettivamente di Colombo, ciò non esclude che altri resti del navigatore possano essere custoditi altrove, come, ad esempio, proprio a Santo Domingo .

Le analisi del DNA su reperti ossei così antichi richiedono tempistiche molto lunghe. Due sono i principali problemi che ci troviamo a dover affrontare. In primo luogo i reperti ossei sono, oltre che usurati dal tempo, in parte compromessi da un gran numero di spostamenti che verosimilmente sono stati effettuati tra la Spagna e le Antille. Quindi cè il problema di avere a disposizione solo piccoli frammenti ossei. Quando un tessuto di DNA viene utilizzato per analisi da laboratorio, lo stesso non può più essere impiegato per un secondo trattamento, ma diventa, ai fini della ricerca, del tutto inservibile. Nei termini del nostro lavoro ciò significa che ogni singola decisione sul modo di operare sui tessuti deve essere ponderata con grande cura ripercuotendosi, così, sui tempi della ricerca.

Cè, tuttavia, un traguardo che le equipe di ricercatori impegnati nel progetto intende centrare. Il 28 maggio del 2006 ricorrerà il cinquecentesimo anniversario della morte di Cristoforo Colombo e noi, per quella data, vorremmo presentare dei risultati che siano esaustivi .

Una volta stabilito quale siano gli autentici resti di Cristoforo Colombo, si potrà, quindi, procedere a studi di tipo antropologico per stabilire quali fossero le origini nazionali del navigatore salpato da Porto Palos alla volta delle Americhe.

Secondo una corrente di studi, infatti, Colombo non sarebbe nato a Genova come riportato da tutti i manuali di Storia, ma i suoi natali andrebbero cercati in quello stesso Regno di Spagna che finanziò i suoi viaggi. Anche per questo motivo le analisi sui resti di Colombo vengono condotte, oltre che in Spagna, anche in Italia, presso lUniversità romana di Tor Vergata, in Germania e negli Stati Uniti. Questa procedura è stata adottata – chiarisce infatti Lorente – per evitare che un singolo laboratorio possa, conducendo da solo tutto il lavoro, manipolare i risultati della ricerca.

Quanto alle possibili dispute circa le origini nazionali del navigatore il lavoro condotto dalle diverse equipe di ricerca, ci tiene a precisare il responsabile del Laboratorio de Identificacìon Genètica di Granada, il lavoro condotto dai diversi laboratori mira innanzitutto a stabilire dove siano sepolti i resti di Colombo. Solo in un secondo tempo, quando e se si riuscirà a stabilire quali siano gli autentici resti di Colombo, si potrà pensare di poter stabilire quali fossero le sue reali origini.

Origini che per Luca Codignola, direttore del Centro di Ricerca in Studi Canadesi e Colombiani dellUniversità di Genova, non possono in alcun modo essere messe in dubbio. Quanto al luogo in cui possano trovarsi oggi i resti di Colombo – dichiara Codignola – non sono in grado di fare congetture, ma sul fatto che Colombo sia nato a Genova non credo si possano più avanzare dubbi. La diatriba accademica si è di fatto chiusa una trentina di anni fa con gli studi condotti da Paolo Emilio Taviani e Gabriella Airaldi, i quali hanno raccolto documenti che non lasciano più spazio ad alcun dubbio .

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Científicos podrían exhumar los restos de Cristóbal Colón

Martes 18 de enero de 2005 | Actualizado 11:46 hs (hace 2 días)
Noticias | Ciencia/Salud | Nota
Científicos podrían exhumar los restos de Cristóbal Colón
Un equipo de investigadores españoles recibió la autorización del gobierno de República Dominicana para estudiar en ese país los huesos del navegante

GRANADA, España.- El equipo de científicos españoles encargado de investigar los restos atribuidos a Cristóbal Colón recibió la autorización del gobierno de República Dominicana para estudiar en el país caribeño los restos del navegante que se supone descansan en Santo Domingo.

José Antonio Lorente, director del Laboratorio de Identificación Genética de la Universidad de Granada (UGR) y encargado de los trabajos de identificación de los restos hallados en la catedral de Sevilla atribuidos a Cristóbal Colón, precisó que recibió la autorización de las autoridades dominicanas para exhumar los restos de la tumba donde se cree está enterrado el almirante, en el Faro a Colón, en Santo Domingo.

Está previsto que los científicos españoles se trasladen al país caribeño los días 14 y 15 de febrero para extraer los huesos supuestamente de Colón con el fin de valorar su estado y depositarlos posteriormente en una urna aislante.

Con ello, el equipo de científicos busca frenar el deterioro que, al parecer, sufren estos restos, por la alta temperatura a la que están sometidos.

El análisis de los huesos y su posterior conservación en un recipiente más adecuado constituye una primera fase de la investigación, explicó Lorente, quien añadió que los científicos tienen previsto un segundo viaje para analizar el ADN de estos restos que confirme definitivamente su verdadera naturaleza.

El estudio de los restos atribuidos al navegante depositados en República Dominicana vendría a completar el análisis de los huesos atribuidos a Colón hallados en la catedral de la ciudad española de Sevilla.

Las conclusiones de este estudio, presentadas el pasado 1 de octubre, no descartaron que los restos del célebre almirante descansen en Sevilla.

No obstante, los científicos granadinos esperan que la investigación de los restos dominicanos contribuya a resolver definitivamente el enigma sobre dónde fue enterrado el navegante.

Los investigadores aprovecharán su estancia en República Dominicana para reunirse con distintas autoridades de ese país.

Tanto Lorente como el historiador Marcial Castro dictarán además conferencias con el objetivo de explicar los detalles de este proyecto de investigación.

En este sentido, el forense subrayó que aunque se trata de un proyecto liderado por la Universidad de Granada, ésta es una investigación abierta, a la que invitamos a participar a todos aquellos científicos dominicanos que lo deseen.

Fuente: EFE

Link corto: http://www.lanacion.com.ar/672169

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¿El final de un largo viaje?

¿El final de un largo viaje?
La República Dominicana da luz verde a la investigación de los «otros» restos de Colón

EFE-GRANADA
El equipo de científicos de la Universidad de Granada encargado de investigar los restos atribuidos a Cristóbal Colón ha recibido la autorización del Gobierno de la República Dominicana para estudiar en el país caribeño los restos que descansan en Santo Domingo.

El director del Laboratorio de Identificación Genética de la Universidad de Granada (UGR) y director de los trabajos de identificación de los restos hallados en la Catedral de Sevilla y atribuidos a Cristóbal Colón, José Antonio Lorente, confirmó que ha recibido la autorización de las autoridades dominicanas para exhumar los restos de la tumba donde se cree que descansa el Almirante en el Faro a Colón, en Santo Domingo.

El viaje está previsto para los días 14 y 15 de febrero próximos y durante su estancia en Santo Domingo, los científicos granadinos extraerán los huesos atribuidos al descubridor que se conservan en el Faro a Colón para valorar su estado y depositarlos posteriormente en otra urna aislante construida con elementos disecantes.

Con ello, el equipo de científicos busca frenar el deterioro que, al parecer, sufren estos restos, por la alta temperatura a la que están sometidos. Los científicos granadinos esperan que la investigación de los restos dominicanos contribuya a resolver definitivamente el enigma sobre dónde fue enterrado Cristóbal Colón, cuyos restos no se descarta que sean los que fueron estudiados en Sevilla.

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Opinión sobre un artículo de opinión

CARTAS
Opinión sobre un artículo de opinión
Armando Segura,/catedrático de la Universidad de Granada.
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Sr. Director de IDEAL: En el periódico del día 18 figura un artículo firmado por Francisco López Casimiro.

Por su lectura, deduzco que el Señor Moreno Monzón, al que se refiere el articulista, es un señor difunto, o sea que no puede defenderse. Dado que las acusaciones del articulista sobre la vida privada del Sr. Moreno ni se demuestran ni deben serlo, dicho escrito pertenece al género de lo que, en tiempos, se denominaba libelo. Como el Sr Moreno Monzón, no está en condiciones de replicar y el articulista lo sabe, la estrategia de su discurso, sólo se explica en función del efecto en instituciones y personas que pueden sentirse aludidas y más bien desprestigiadas. Por otra parte, no se demuestra nada en el artículo -ni habría por qué- de modo que las personas y las instituciones aludidas (indirecta y velada, aunque evidentemente) tampoco van a defenderse de lo que, por otra parte, no tienen por qué. Si se defendieran, se acusarían. La evidencia está ahí: alguien golpea y alguien es golpeado, y ambas partes están en pleno uso de sus facultades físicas y mentales. De todo ello quiero dejar constancia para público conocimiento (y consternación). Muy agradecido:
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Teatro del Absurdo en el Apolo

Teatro

Teatro del Absurdo en el Apolo
El Aula de Teatro de la Universidad de Almería programa la última producción del Aula de Teatro de la Univ. de Granada

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El Aula de Teatro de la Universidad de Almería continua su actividad durante el presente curso con la puesta en escena de la última producción de su homónima granadina: “La Lección”, de Eugene Ionesco, célebre autor rumano considerado el máximo representante del Teatro del Absurdo, movimiento teatral de enorme importancia a mediados del siglo pasado.

Es esta la segunda ocasión en la que el Aula de Teatro de la Universidad de Granada visita Almería participando en la Muestra de Teatro que organiza la institución universitaria almeriense.

La única función programada se celebrará en el Municipal “Apolo”, el próximo miércoles, 19 de enero, a las 21’00 horas, gracias a la colaboración de la Concejalía de Cultura del Excmo. Ayuntamiento de Almería. La obra está dirigida por Rafael Ruiz, coordinador a su vez del Aula de Teatro de la Universidad de Granada. El reparto lo componen dos actores y una actriz: Ildefonso Gutiérrez, Patricia Callejo y Javier Pacheco. Las entradas tienen un precio de 3 euros, que podrán adquirirse en el Quiosco de Cultura del Excmo. Ayuntamiento de Almería (Rambla) de 11’00 a 13’00 horas y de 18’00 a 20’00 horas, en el Aula de Teatro de la UAL (edf. Central, patio de los naranjos) de 09’00 a 14’00 horas y desde una hora antes de cada función en la taquilla del Teatro.

Más información:

Aula de Teatro de la UAL
Antonio Fernández
Tlf. 950015826; Fax: 950015692
Correo E: teatro@ual.es

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Científicos de Granada exhumarán los supuestos restos de Cristóbal Colón en Santo Domingo

Científicos de Granada exhumarán los supuestos restos de Cristóbal Colón en Santo Domingo

(efe | granada)
El equipo de científicos de la Universidad de Granada encargado de investigar los restos atribuidos a Cristóbal Colón ha recibido la autorización del Gobierno de la República Dominicana para estudiar en el país caribeño los restos del descubridor que se supone descansan en Santo Domingo.

El director del Laboratorio de Identificación Genética de la Universidad de Granada y director de los trabajos de identificación de los restos hallados en la Catedral de Sevilla, José Antonio Lorente, ha recibido la autorización para exhumar los restos de la tumba donde se cree que descansa el Almirante en el Faro a Colón, en Santo Domingo. El viaje está previsto para los días 14 y 15 de febrero y durante su estancia, los científicos extraerán los huesos atribuidos al descubridor.
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Una pieza de características únicas

PATRIMONIO | Una pieza de características únicas

El Gigante de Ronda es un dios fenicio del siglo VIII antes de Cristo

La fachada de la Casa del Gigante está presidida por una reproducción de la escultura. Blas Gil

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La escultura en piedra, que hasta ahora era considerada una obra nazarí, representa a un dios hitita.

La que se creía que era una estatua del periodo nazarí es realmente un dios Hitita del siglo VIII antes de Cristo. Ronda añade este `redescubrimiento´ a su riquísimo patrimonio histórico.

La escultura en piedra que da nombre a la casa del Gigante de Ronda (Málaga), palacio nazarí del siglo XIV, es un dios hitita de época fenicia del siglo VIII antes de Cristo, según las investigaciones de un grupo de arqueólogos de la Universidad de Granada encabezado por el doctor Blázquez.
El director del Museo Arqueológico de la ciudad, Bartolomé Nieto, afirmó que la escultura, con influencias hititas en cuanto al estilo y estructura, tiene gran importancia arqueológica e histórica a nivel nacional e internacional, ya que sus características son únicas, y comparables las de la afamada Dama de Elche. Para Nieto, es una escultura especial porque es un elemento de la cultura fenicia sin parangón en otros territorios que puede traer nuevos conocimientos, aunque también quiso aclarar que el mundo científico será el encargado de darle la importancia real al redescubrimiento una vez valore el informe definitivo.
Nieto recordó que la existencia de la escultura se conocía desde siempre, pero se creía que era de la época del palacio nazarí y que se trataba de un relieve en piedra incrustado en la fachada del inmueble y no de una escultura de bulto redondo. Sin embargo, la restauración acometida en dicho palacio y la necesidad de reparar y conservar la obra, que presentaba numerosos problemas y daños por los cambios de temperatura y la humedad, han hecho posible que salte la sorpresa y se conozca la verdad.
El director del museo precisó además que la presencia de la escultura en Ronda es lógica: En los siglos VII y VIII antes de Cristo existían núcleos indígenas con estrechos contactos comerciales, sociales, culturales y económicos con las factorías fenicias que se implantaron en el litoral mediterráneo andaluz.
Según destacó Bartolomé Nieto, esta afirmación se constata con el hallazgo de numeroso elementos cerámicos de época fenicia que se han encontrado el yacimiento arqueológico de Acinipo y en diversas actuaciones de urgencia en el casco urbano de Ronda.
Blas Gil / EFE . Ronda

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Científicos españoles estudiarán los restos de Colón en Santo Domingo

Científicos españoles estudiarán los restos de Colón en Santo Domingo
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El equipo de científicos de la Universidad de Granada encargado de investigar los restos atribuidos a Cristóbal Colón ha recibido la autorización del Gobierno de República Dominicana para estudiar en el país caribeño los restos del descubridor, que se supone descansan en Santo Domingo.

El director del Laboratorio de Identificación Genética de la Universidad de Granada (UGR) y director de los trabajos de identificación de los restos hallados en la Catedral de Sevilla y atribuidos a Cristóbal Colón, José Antonio Lorente, confirmó que ha recibido la autorización de las autoridades dominicanas para exhumar los restos de la tumba donde se cree que descansa el Almirante en el Faro a Colón, en Santo Domingo. El viaje está previsto para los días 14 y 15 de febrero próximos y durante su estancia en Santo Domingo, los científicos granadinos extraerán los huesos atribuidos al descubridor que se conservan en el Faro a Colón para valorar su estado y depositarlos posteriormente en otra urna aislante construida con elementos disecantes.

Con ello, el equipo de científicos busca frenar el deterioro que, al parecer, sufren estos restos, por la alta temperatura a la que están sometidos.

El estudio de los restos atribuidos al descubridor en República Dominicana vendría a completar el análisis de los huesos atribuidos a Cristóbal Colón en la catedral de Sevilla.
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