I cibi spazzatura, secondo alcuni studiosi spagnoli, aumentano il rischio di insorgenza della depressione. Sembrerebbe un collegamento un po’ anomalo quello tra tale patologia e gli alimenti considerati un po’ da tutti molto invitanti. Anche perché quando si pensa ad un’alimentazione caratterizzata da merendine, fast food, pizze confezionate, ciambelle, viene in mente il rischio cardiovascolare (giustificato dall’azione che i componenti di questi cibi hanno sul cuore, sui vasi sanguigni, e sul sangue). Secondo lo studio oltre a danneggiare il nostro sistema cardiovascolare anche il cervello sarebbe un «bersaglio» di questi alimenti. Ed il problema non risiederebbe solamente nell’abuso di panini e dolciumi ma anche le piccole quantità aumenterebbero il rischio di ammalarsi.
L’identikit di chi privilegia i fast food
Lo studio, pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Las Palmas della Gran Canaria, e da quelli dell’Università di Granada, guidati dal dottor Almudena Sanchez-Villegas. Già in passato era stata eseguita una ricerca simile ma con risultati molto diversi e meno specifica, e pubblicata sulla rivista Plos. Infatti, in quest’ultimo studio oltre ad aver sottolineato il rischio elevato di depressione causato dai cibi spazzatura, gli scienziati hanno anche tracciato il profilo del tipico consumatore e amante dei fast food. La ricerca ha preso in considerazione 9 mila persone sane appartenenti ad un gruppo di 12 mila volontari, provenienti dall’area mediterranea, e facenti parte di un ulteriore progetto di ricerca dell’Università di Navarra. Anche quest’ultima si stava occupando dei rapporti esistenti tra il cibo e la salute mentale. I risultati sottolineano che chi mangia spesso merendine, ciambelle, hot dog, hamburger, panini, pizze, ha il 51% in più di probabilità di ammalarsi di patologie a livello mentale come la depressione, rispetto a chi non ne fa uso o lo fa raramente. Inoltre il classico frequentatore e amante di certi cibi è risultato essere single, che lavora non meno di 45 ore alla settimana, fumatore, con appunto un’alimentazione scorretta carente di tutti i nutrienti sani e necessari per la salute, e che pratica poca o niente attività fisica.
Le sostanze incriminate
Le sostanze contenute in questi cibi, che causano un aumento del rischio depressivo, ma anche cardiovascolare, sono in particolar modo gli acidi grassi insaturi (trans). Questi ultimi sono contenuti nei cibi spazzatura a causa di tutta una serie di trattamenti che subiscono gli olii vegetali per ottenere l’alimento finale. Per l’organismo aumentano i livelli di lipidi (colesterolemia totale e LDL o colesterolo «cattivo») nel sangue e contemporaneamente riducono la quantità di HDL o colesterolo «buono» circolante. Al contrario, invece, i ricercatori confermano il ruolo importante e salutare degli acidi grassi monoinsaturi, polinsaturi e dei nutrienti contenuti nell’olio d’oliva. Gli studi continueranno per poter confermare l’azione negativa dei fast food anche a livello cerebrale.