Un itinerario tra gli ulivi dell’Andalusia, alla scoperta delle due città rinascimentali più importanti della Spagna, Baeza e Úbeda.
(05/04/2006) In una particolare zona dell’Andalusia la forte impronta della dominazione araba, testimoniata da medine e alcazar, palme e mezquite, si combina e lascia il passo a un altro stile, quello rinascimentale. Siamo nel sud del sud della Spagna, nella provincia di Jaèn, una delle più calde del Paese. Qui, lungo la direttrice per Cordoba e Granada a circa 50 chilometri dal capoluogo, sorgono due città dalla configurazione urbana molto particolare che dal 2003 sono entrate a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, Ubeda e Baeza.
Le antiche Ubbadat al-Arab e Bayyassa arabe sperimentarono cambiamenti radicali al loro impianto nel corso del XVI secolo, quando le idee umanistiche provenienti dall’Italia furono accolte in Spagna e influenzarono fortemente l’architettura locale, ispirandosi al Rinascimento. Oggi questi due centri sono un agglomerato di stili sovrapposti, di cultura iberica, romana, mussulmana, e con i loro palazzi signorili, le chiese, i conventi, i paradores, lasciano un’impronta di storia e arte universale.
La prima città che incontriamo, sopra una collina di olivi a 750 metri di altezza, sulla riva destra del Guadalquivir, il fiume simbolo dell’Andalusia, è Baeza, la città dorata. I suoi monumenti in pietra sembrano infatti risplendere al forte sole di questa valle, e testimoniano la grandezza culturale e storica del luogo che, nel corso del XVI e XVII secolo, visse il suo massimo splendore con la nascita dell’Università e la creazione dei principali monumenti civili e religiosi.
Arrivando da Jaèn, il primo che si incontra è quello monumentale della Plaza de los Leones: un grande spazio dove affacciano la Casa del Popolo, un bell’edificio di stile plateresco, l’antica ‘carniceria’, l’arco di Villalar, eletto per celebrare la vittoria imperiale sulle comunità di Castiglia, e la fontana dei leoni che raffigura la principessa Ibera, sposa di Annibale. Accanto si trova il Mercato Viejo, centro nevralgico della città, dove avvenivano feste popolari e corride, e che conserva ancora i nomi delle corporazioni che la occuparono. Passando sotto l’Arco del Barbudo si giunge all’antica Università, fondata nel 1538 da Rodrigo Lopez sotto Papa Paolo III e dove in estate si tengono i corsi estivi dell’Università di Granada.
Addentrandosi fra i piccoli vicoli che caratterizzano Baeza, si arriva alla Piazza di Santa Maria, con la fontana al centro, il seminario di San Filippo Neri e la Cattedrale, costruita sopra la antica moschea-sinagoga che prima ancora ospitava un tempio pagano. Qui si sovrappongono stili di epoche diverse: la facciata è rinascimentale, la Porta della Luna laterale è in stile gotico-mudejar, all’interno 3 navate con volte a vela e sull’altare una grande pala barocca, il chiostro, invece, decorato con scrittura araba e dallo stile moresco.
Per molti versi simile a Baeza, anche se con una impronta più di città nobiliare, è Ubeda, incorniciata tra le montagne della sierra di Segura e Cazorla, fra le valli del Guadalquivir e del Guadalimar. Nelle torri e nei palazzi di pietra ricamata, nelle sedi di accademie di artisti e culla di nobili si ritrova un Rinascimento molto fastoso, che si avvicina a quello italiano.
Sintesi della migliore arte rinascimentale è la grande Plaza di Vazquez de Molina, con la Sacra Cappella del Salvador, che affianca la ricchezza di stili del Palazzo delle Cadenas, oggi sede del Municipio, sulla cui facciata si coniugano elementi classici con quelli tipici dell’Andalusia. Di fronte si erge il tempio di Santa Maria de los Reales Alcazares, all’interno dell’Alcazar, con al suo interno un bel chiostro di tracciato irregolare costruito nel cortile della moschea con eleganti archi a punta.