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La torre di Cristoforo Colombo rischia la rovina

LIBERTA di mercoledì 18 ottobre 2006 > Provincia
La torre di Cristoforo Colombo rischia la rovina
Bettola, in cattive condizioni il fortilizio ritenuto di proprietà della famiglia del navigatore
All rights reserved to legal owner.BETTOLA – Anche il 514° anniversario della scoperta dellAmerica ad opera di Cristoforo Colombo, festeggiato il 12 ottobre, ha dato esca alle smentite e ai dubbi sulle varie ipotesi, consolidate nei secoli, circa la nazionalità del grande navigatore. Intanto la sua statua campeggia da 114 anni nella piazza di Bettola e la sua torre, a Pradello Colombo, continua a restare abbandonata in cattive condizioni.
Alle dispute locali sullipotesi della piacentinità dellammiraglio sollevate dallesito negativo delle ricerche notarili di Giorgio Fiori, si uniscono ora le controversie sulla presunta origine genovese, suscitate dal professor Josè Antonio Llorente, direttore del laboratorio di genetica della facoltà di medicina legale dellUniversità di Granada (Spagna). Le analisi comparate del dna sui resti conservati nella tomba sotto la cattedrale di Siviglia con quelli di spagnoli, francesi e italiani non hanno fornito risultati definitivi, ma Llorente lascia viva la speranza che si possano ottenere tra qualche mese. Altre analisi sono state proposte due anni fa da Anna Maria Campanini Stella, direttrice della biblioteca universitaria di Pavia, sulle ceneri ritenute di Colombo conservate in una teca con quelle del presunto fratello del navigatore. Una richiesta in proposito era stata formulata al rettore dellateneo pavese, Roberto Schmid, dallo storico romano Renato Biagioli, autore di due libri su Colombo. Secondo Biagioli, Colombo sarebbe sicuramente italiano e potrebbe essere nato non a Genova, ma in Emilia o nelle Marche.
In attesa di nuovi colpi di scena, i bettolesi hanno tutta laria di credere ancora alla bella favola raccontata da Pietro Maria Campi (1569-1649), eminente fra gli storici piacentini e che fu tenuto in grande considerazione da Muratori e Tiraboschi. Una favola in un certo senso confermata anni fa dal ministro genovese Paolo Emilio Taviani, che ammise lorigine piacentina di Colombo, ma considerò Genova suo luogo di nascita. La leggenda è diffusa pure fra gli immigrati valnuresi in America, al punto che Gigi Molinari, direttore dellhotel Waldorf Astoria di New York e poi general manager della catena Hilton, acquistò nel 1954 la torre quattrocentesca di Pradello, ritenuta la casa dei Colombo. Il fortilizio fu abbassato (era alto 40 metri), in parte restaurato e inaugurato con un carosello storico il 28 ottobre 1958. Gino Pancera vi espose copie di documenti e il piccolo museo colombiano registrò visite di scolaresche e turisti. Scomparso Molinari, la sorella Anna Bozzini Molinari nel 1985 donò la torre al Comune di Bettola per il tramite dellavvocato Corrado Sforza Fogliani. Nel 1991, in vista dei festeggiamenti per i 500 anni della scoperta dellAmerica, gli alpini di Bettola, con il capogruppo Giancarlo Carini, si dissero pronti a collaborare per fare un tetto di ciappe (lastre di pietra) alla casa-torre di Pradello in modo da evitare le infiltrazioni dacqua nel museo. Ancora oggi, però, la copertura delledificio si presenta come unampia vasca da bagno. Nel 1999 Libertà lanciò lallarme: «La torre di Colombo è ormai inagibile». Pietro Vincenzo Tassi presentò uninterpellanza al consiglio regionale dellEmilia e il sindaco di Bettola, Camillo Borotti, annunciò lavori per rendere ledificio accessibile alle visite turistiche, ma doveva anzitutto risolvere lemergenza acqua potabile a Pradello. Il fortilizio merita di essere preservato dalla rovina e conservato anche quale monumento storico.
Gian Franco Scognamiglio
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