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Latte meno nutriente se il parto è pretermine

Il latte materno può essere carente di nutrienti essenziali se il parto è avvenuto pretermine.
In particolare, i livelli di coenzima Q10 nel latte delle donne che hanno partorito prima della scadenza dei 9 mesi sono del 75% più bassi rispetto ai parti a termine. La scoperta è merito di un gruppo di ricercatori dell’Università di Granada e dell’ospedale universitario San Cecilio, che hanno analizzato il latte di 30 donne, la metà delle quali aveva partorito con qualche settimana di anticipo.
Gli scienziati spagnoli hanno valutato sia il colostro, sia il latte di transizione ed il latte maturo, analizzando i livelli di coenzima Q10, quelli di tocoferolo (un altro antiossidante) e l’attività antiossidante totale del latte.
I ricercatori hanno inoltre somministrato alle neomamme un questionario sulle loro abitudini alimentari per valutare eventuali correlazioni tra composizione del composizione del latte prodotto e alimentazione.
Dai risultati, pubblicati su Free Radical Research, è emerso proprio che, indipendentemente dalla dieta della mamma, era la lunghezza del tempo gestazionale a influenzare la composizione del latte. In effetti i livelli medi di coenzima Q10 nel colostro erano del 75% più bassi nelle madri pretermine (0.4 µmol/l) rispetto a quelle che avevano partorito allo scadere delle 40 settimane fisiologiche. Stessi risultati per il tocoferolo.
Questi risultati sono importanti, prima di tutto perché danno informazioni essenziali sui reali bisogni nutrizionali dei più piccoli, ed inoltre riguardano una componente del latte materno fino ad oggi poco studiata. Queste conoscenze permetteranno anche di perfezionare le composizioni dei latti artificiali così da renderli in più simile possibile a quello naturale.
I più autorevoli organismi internazionali (come l’Oms) raccomandano durante il primo anno di vita l’allattamento al seno e, suggeriscono, come fonte lattea nello svezzamento, l’impiego delle formule di proseguimento solo quando l’allattamento materno non è più possibile.
Tra le scoperte più recenti circa i pregi del latte materno c’è la scoperta della capacità del sistema immunitario della madre di reagire “migliorando” la capacità protettiva del latte se esposta, con il bambino, a virus e batteri durante il periodo dell’allattamento. Non solo dunque il latte materno protegge contro le infezioni stimolando l’immaturo sistema immunitario del bebè, ma è il latte stesso che si rafforza nelle sue qualità se la madre è esposta a virus o batteri durante l’allattamento.
L’allattamento al seno, inoltre, secondo i dati di una ricerca condotta presso l’ospedale universitario di Groninga, in Olanda, annulla i danni al cervello provocati ai bambini dal fumo delle mamme nel corso della gravidanza, grazie alla presenza di acidi grassi polinsaturi a lunga catena contenuti nel latte materno, capaci di promuovere un maggiore sviluppo cerebrale e controbilanciare gli effetti dannosi del fumo ‘passivo’ assorbito durante la gravidanza.

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