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Estate. Come rientrare dalle vacanze evitando la ‘Sindrome da ripresa’

Estate. Come rientrare dalle vacanze evitando la \’Sindrome da ripresa\’

Sono 26 milioni gli italiani che hanno trascorso un periodo di ferie. Quanti di loro riusciranno a evitare quella che gli esperti chiamano sindrome da ripresa? Di che cosa stiamo parlando? Con questo nome gli esperti indicano quella depressione mista a malinconia che coglie molti italiani al termine delle vacanze estive. Tale depressione si accompagna a stati d\’ansia, apatia, noia, insonnia, aggressività, perita di appetito, tachicardia: sintomi che – secondo studi effettuati dall\’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) possono arrivare a colpire il 50% dei vacanzieri e il 20% della popolazione adulta. Secondo stime presentate da uno studio spagnolo condotto nel 2007 dal Dipartimento di psicologia dell\’universita\’ di Granada, le persone piu\’ esposte alla sindrome da rientro sono circa il 35% dei lavoratori fra 25 e 40 anni. Negli ultimi 10 anni, tuttavia, la sindrome da rientro si e\’ ridotta dal 55% al 42% per cento la quota di vacanzieri che ha sofferto il ritorno agli impegni quotidiani.
UNA DEFINIZIONE – \’\’Ho definito circa 15 anni fa questa difficolta\’, \’sindrome da rientro\’ – ha spiegato
Pasini – essendo caratterizzata da un complesso di sintomi psicosomatici diversi da caso a caso a seconda di quale sia il substrato psicologico di partenza, la professione esercitata e le motivazioni del viaggio. La sindrome da rientro e\’ quasi una \’malattia professionale\’ in soggetti come i marinai, i pescatori, e perfino i piloti o gli assistenti di volo e questo spiega il disadattamento e le caratteristiche comportamentali delle prime due categorie di lavoratori, ma pur in forme molto piu\’ lievi e\’ comune nei viaggiatori internazionali ed anche in quelli che abbiano vissuto vacanze nel proprio paese\’\’.
La sindrome da rientro interessare particolarmente manager e persone con una fitta agenda di impegni professionali. La ragione di cio\’ puo\’ trovarsi nel fatto che durante la vacanza il cervello – esattamente come fa il nostro computer – cancella pensieri, idee, progetti, scadenze che possono avere contenuto ansiogeno nel tentativo di garantirci serenita\’, per un meccanismo di autodifesa, ma tale WASH OUT puo\’ essere esso stesso motivo di ansia per il fatto che ci impone un\’ulteriore fatica nel ritrovare la condizione mentale che permette al manager di lavorare e guadagnare.

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI – Gli psicologi mettono in guardia affermando che se non affrontata in maniera giusta questa reazione da fine estate può tramutarsi in una vera e propria depressione scatenata dal dover riprendere una routine che lascia insoddisfatti. Come affrontare la ripresa della vita di tutti i giorni?

In primo luogo, consigliano gli psicologi, è consigliabile tornare in città 3 o 4 giorni prima della ripresa in ufficio, in modo tale da riambientarsi.
Fondamentale, comunque, è educarsi alla vacanza «12 mesi l\’anno» concedendosi pause e spazi per se stessi ogni settimana, come i week end «fuori porta», per staccare la spina dopo una settimana di lavoro.

Altra strategia utile contro il «mal di fine estate» è legata ai ritmi di lavoro: i medici sconsigliano di ributtarsi a capofitto nel lavoro ma è utile affrontare con gradualità la ripresa ad esempio programmando gli impegni in modo scaglionato fino ad un \’carico\’ massimo da raggiungere dopo un periodo di 1-2 settimane di \’rodaggio\’.

Un aspetto non trascurabile è quello dell\’alimentazione: in molti, in queste settimane, non hanno badato alla linea lasciandosi trascinare in pranzi e bevute. Il 60% dei soggetti che rientrano dalle vacanze, osservano i dietologi, si trova a dover fare i conti con 2-3 chilogrammi più del dovuto.
Il consiglio generale dei nutrizionisti è di privilegiare un\’alimentazione leggera che permetta una facile digestione: questo farà perdere il peso in più e garantirà, tornati al lavoro, una maggiore efficienza tenendo lontana la delusione da bilancia e la \’depressione da rientro\’.
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